Competition for Sacred Architecture
La parola religione significa relegare, recintare, contenere. Le religioni hanno fatto una grande operazione di contenimento della dimensione sacra, un contenimento di natura spaziale nel senso che lo spazio del sacro è uno luogo recintato come può essere recintata una fonte sacra. I principi di spiritualità e divinità vengono tradotti in architettura attraverso l’autocostruzione, diventando un contenitore di luce e leggerezza.
La costruzione rivolgendosi verso la Kibla, viene eretta su un basamento come protezione dalle alluvioni causate da improvvise piogge torrenziali che si abbattono su queste zone, funzionando allo stesso tempo da fondamenta.
Lo spazio chiuso di preghiera, con forma semisferica, oltre ai pregi di carattere spirituale, possiede notevoli qualità di benessere termico, dovuti alla sua tecnologia costruttiva.
Il sistema costruttivo dell’involucro semisferico comprende l’uso delle bottiglie riciclate, con il compito di sostituire l’elemento mattone di un’architettura tradizionale.
All’interno delle bottiglie viene così inserita della sabbia e posate in opera con un legante a base di fango e cemento. Quando l’intera struttura si è solidificata, alcune bottiglie-mattone vengono svuotate, ricavando dei fori che lasceranno passare aria ed una quantità di luce necessaria per l’illuminazione, oltre a quella già emessa dall’apertura sommitale della cupola.
All’interno della sala inoltre, è ubicata una vasca d’acqua che oltre al ruolo puramente simbolico della spiritualità, ha il compito di raffrescare l’aria.
Lo spazio che circonda la sala chiusa di preghiera, viene protetto con un guscio di pannelli realizzati artigianalmente dagli abitanti, dando vita così ad una forma espressiva della propria spiritualità.
L’intero sistema è sorretto da una foresta di massicci pilastri che scandiscono l’area di preghiera e le conferiscono la sua forza emozionale.