Museo del Tessuto di Prato
Piano di recupero dell'ex fabbrica Campolmi
committente: Comune di Prato con il contributo finanziario della Regione Toscana e dell'Unione Europea
consulenti: A. Bartoletti, F. Boretti, F. Cecconi, A. Lucia, G. Moschi, M. Piccini, L. Pierini
Pubblicazioni: M. Mattei, Campolmi. La Fabbrica della Cultura, Edizioni Polistampa, Firenze 2010
Dopo un lungo e laborioso restauro, il lanificio Campolmi, il più antico complesso d’archeologia industriale nel centro storico di Prato, accoglie la nuova sede del Museo del Tessuto, il più grande museo tessile in Italia e una delle più rilevanti istituzioni nel settore in Europa. L’intervento di recupero ha interessato una superficie complessiva di circa mq 10.000, comprendendo, oltre alla fabbrica, la corte centrale con vasca e ciminiera e la piazza adiacente alle mura medievali. La superficie coperta, limitatamente al museo, ammonta a mq 1.500, cui corrisponde una superficie utile, su due piani, di circa mq 3.000. Il restauro è stato compiuto in maniera attenta, rispettando la tipologia e le caratteristiche originarie del manufatto industriale e, nello stesso tempo, introducendo soluzioni moderne e innovative, di per sé affascinanti ma soprattutto capaci di restituire il fascino dell’antico. La corte interna è stata restituita alla sua configurazione originaria, connotata in maniera indelebile dalla grande vasca e dall’imponente ciminiera.
Oltre che conservare le opere e gli strumenti d’interesse storico e documentario, il museo è impegnato a promuovere l’attività culturale e di ricerca nei diversi settori: dal restauro dei tessuti d’epoca alla documentazione delle nuove tecnologie, dalla sperimentazione dei nuovi materiali alla loro applicazione nel campo della moda e del design. Il nuovo museo è, pertanto, scuola, laboratorio, centro di documentazione e ricerca, macchina produttiva di cultura a ciclo continuo, ossia il luogo in cui il patrimonio delle proprie radici non si consuma ma si produce.
È fabbrica di cultura. È la dimensione concreta e fisicamente percepibile della fabbrica, luogo di produzione dei tessuti, che si trasforma in luogo di produzione culturale, museo del tessuto e della sua industria, che è poi la storia di Prato, della sua creatività, del suo lavoro. È il ciclo continuo della filiera tessile, di un modello d’organizzazione produttiva nel tempo entrato in crisi, che ricompone una sua centralità di polo espositivo e culturale.