IL SOMNIUM DI KEPLERO
Siamo un miracolo.
Migliaia di vite si sono annodate dentro e fuori di noi attraverso il corso dei millenni. Siamo il risultato di un gioco fuori controllo (il nostro).
"Siamo pezzi di stelle che contemplano le stelle." W.B.
Debutto in Gran stile: carpiato di vodka, rum e caffè, tutto nell’arco di trenta secondi. Sorriso abbozzato dritto nel vuoto e tuffo finale-frontale sul bancone del bar. Craniata.
È così che ho conosciuto il pronipote del pronipote del pronipote del pronipote del nipote di Keplero. Liam era un vecchio canuto e barbuto, di quelli che hanno un arcobaleno di gialli sul baffo bianco; era seduto sbilenco appoggiato al bancone, ubriaco di qualcosa che lo rendeva comunque particolarmente brillante; gli brillavano gli occhi e gli brillavano anche i capelli unti e spatolati sul cranio più volte, come si fa per un buon marmorino veneziano; puzzava di terra, era sporco di terra. C’era terra ovunque, sui vestiti, sulle mani, sotto le unghie; credo fosse creta, lo spero. Nella tempesta alcolica dei suoi discorsi vibrava la voce di uomo incompreso e ossessionato dalla strana biografia del suo antenato, Johannes von Kepler. Confesso che fino a quel giorno non conoscevo chi fosse o cosa realmente avesse fatto "questo" Keplero. Certo una reminescenza platonica mi spingeva ad inserirlo nella cartella semivuota del mio cervello, sezione astrofisica/matematica in compagnia di Galileo e Copernico, ma questo fa parte del mio innato senso dell’intuito. La cosa più curiosa? Liam sosteneva che Keplero fosse volato sulla luna attraverso una fessura spazio temporale formatesi in una notte d’eclissi totale del satellite.
Ora cercherò di vivisezionare in queste poche righe la biografia di Keplero, ed estrapolare le informazioni essenziali per rendere comprensibile a tutti la teoria di Liam K.
Keprlero scrisse il Somnium nel 1608; fu il primo racconto fantascientifico della storia. Il viaggio di un’ uomo sulla luna. La necessità che il viaggio stesso, dalla terra alla Luna, avvenga solo entro i coni d’ombra generati dai 2 corpi celesti (eclisse) rende, a mio parere, tutto così avvincente e poetico; romanzo anacronistico in un testo intriso di significati nascosti e di tormenti interiori. Il viaggio sulla luna ad esempio è il simbolo di un immaginaria fuga da un centro intellettuale che gli è sempre andato stretto; nel gennaio del 1606 inviò un’epistola all’amico Bernegger al quale confidò: "la Luna è l’unico luogo dove possa rifugiarsi un astronomo copernicano, cacciato dalla controriforma". “Morì” il 15 novembre 1630 proprio durante i lavori di rifinitura di questo suo romanzo. Il manoscritto era stato ritrovato dal figlio Ludwing, studioso di medicina, tra le carte del padre dopo la sua morte; dal 2 al 15 novembre però nessuno entrò in diretto contatto con Keplero tranne il genero Jacob Bartsch, assiduo seguace e allievo del maestro. Fu proprio Jacob a registrarne il decesso, a seppellirne il corpo nel cimitero di Regensburg poche ore dopo, senza il permesso della moglie e dei figli. Il cimitero, distrutto nel 1632 dalle truppe di Gustavo Adolfo, non restituì mai i resti del corpo del grande astronomo; l’unica cosa che si salvò dalla barbarie del conflitto fu la lapide di Johannes von Kepler; scolpito nella pietra l’epitaffio che lo stesso Kerplero compose pochi mesi prima, sembra più un indizio ad una nuova vita ultraterrena che alla morte terrena:
"Mensus eram coelos, nunc terrae metior umbras
mens coelestis erat, corporis umbra iacet"
"Misuravo i cieli, ora misuro le ombre della terra
Lo spirito era celeste, qui giace l’ombra del corpo"
La cosa più sorprendente di tutta questa storia sta nel fatto che la notte della “scomparsa” di Keplero, Jacob Bartsch, il suo fido collaboratore, registrò davvero sul taccuino del maestro un’eclissi totale di luna (riscontrabile tra l’altro nello schedario astrologico ufficiale).
“Dammi le navi e adattami le vele al vento celeste. Vi sarà
gente che non indietreggerà neppure davanti a quella immensità.”
IL PROGETTO ARCHITETTONICO
Scelte formali e funzionali del progetto della casa Kepler rimangono scrupolosamente segrete su richiesta del committente (non capireste comunque); suona bizzarra a questo punto la concessione di pubblicare i disegni preliminari dell’edificio.