PALAZZO BRERA - PALAZZO CITTERIO. Progetto degli spazi museali ed espositivi.
A Brera una travagliata serie di eventi che vanno da una continua contesa degli spazi tra le diverse istituzioni a una lunga sequenza di interventi architettonici compiuti e incompiuti, ha compromesso in modo evidente il carattere del complesso in cui le singole parti trovano un dialogo che sussiste nella dimensione urbana ma che si perde nella esperienza umana di fruizione e visita del luogo.
Il progetto qui presentato parte dal presupposto dalla prospettiva dell’ipotizzato mantenimento di alcune attività dell’Accademia nella sua sede storica e del trasferimento di altre presso le caserme di via Mascheroni.
Altro importante presupposto è quello della prevista rifunzionalizzazione museale di Palazzo Citterio, finalizzata all’acquisizione di un ampliamento di superficie da mettere a disposizione della Pinacoteca di Brera.
L’annessione del Palazzo e del suo giardino al complesso operata nel progetto disegna una ridefinizione generale di tutti gli spazi pubblici, aperti e chiusi, che in un modo o nell’altro entrano in contatto con queste due realtà, vicine da un punto di vista urbano ma distanti in termini architettonici e spaziali e si propone di ricucire con “delicatezza” di intervento quel rapporto tra produzione artistica, formazione accademica e fruizione pubblica che ha caratterizzato nei secoli, anche architettonicamente, quello spirito del luogo che oggi risulta invece trascurato in ragione delle esigenze di istituzioni che, reclamando la propria indipendenza, sembrano dimenticarsi del fatto di essere nate in realtà per alimentarsi a vicenda.
Il progetto prevede un collegamento diretto tra gli spazi della Pinacoteca già conosciuti e quelli di prossima annessione attraverso un nuovo percorso espositivo capace anche di consentire la rivalutazione di presenze architettoniche e paesaggistiche che, per propria natura o per ragioni amministrative, si presentano oggi più come realtà discordanti che come realtà armoniche.
Questo percorso, attraverso l’annessione delle sale delle collezioni Jesi e Vitali, il cui spostamento a Palazzo Citterio è assunto dal progetto come presupposto, si riallaccia agli spazi espositivi della Pinacoteca, ricollegandosi direttamente ai Saloni Napoleonici e consentendo così al pubblico di proseguire la visita all’interno di nuove mostre permanenti che consentiranno a una serie di opere in possesso dell’Accademia di trovare il giusto spazio espositivo a tutt’oggi inesistente. Nel corridoio sud è invece previsto il recupero totale dell’allestimento studiato da Franco Albini e realizzato per volere di Fernanda Wittgens durante i lavori di ricostruzione post bellica del 1946. Lo stesso sistema espositivo realizzato all’epoca, fondato su una serie di schermi mobili sollevati da terra che scandiscono trasversalmente lo spazio longitudinale del corridoio, viene qui riproposto per esporre una mostra monotematica legata alla figura di Francesco Hayez ed alla sua attività in Accademia.
La mostra si estende poi all’interno dell’attuale sala XI, recuperata attraverso un nuovo intervento di pavimentazione ed alla predisposizione di una boiserie in legno lungo le pareti perimetrali che consente di mantenere la giusta distanza di sicurezza dalle opere esposte.
Da qui il percorso di visita prosegue all’interno di una nuova sala espositiva, in cui il rivestimento in legno che ricopre la metà esatta dello spazio veicola l’attenzione dei visitatori sulla teca longitudinale, pensata per contenere oggettistica, reperti e piccole opere tridimensionali.
La predisposizione di un ascensore ed una nuova scala pubblica permettono di raggiungere lo spazio-filtro al piano terreno ove ai visitatori è lasciata la possibilità di scegliere se proseguire la visita o uscire dal museo attraverso un nuovo punto informazione e bookshop predisposti lungo il corridoio che si affaccia sulla corte della torre campanaria, o visitare i nuovi spazi didattici dell’Orto Botanico.
Nel caso in cui si scelga di proseguire la visita, il progetto prevede la possibilità di raggiungere la grande sala sottostante i Saloni Napoleonici attraverso una serie di nuovi spazi espositivi o di sostare invece in un piccolo cortile all’aperto ove sedute predisposte si intervallano a “vasche di terra” per la coltivazione di fiori e piccole piante.
La grande aula oggi sede dei laboratori di scenografia, viene liberata delle attuali partizioni interne per recuperare l’originale scansione a tre navate dell’ex chiesa di Santa Maria di Brera qui preesistente. Lo spazio, dotato di grandi finestrature su tre dei quattro lati che lo delimitano, viene riproposto come grande sala espositiva di riproduzioni in gesso di opere classiche e rinascimentali.
Mentre i muri delle navate laterali, mantenute libere come spazio di deambulo all’interno della sala, vengono allestite con riproduzioni di basso e alto-rilievi, lo spazio della navata centrale, attraverso la predisposizione di podi che si intervallano alla scansione delle colonne e di una nuova passerella rialzata in legno che ne percorre tutta la lunghezza, è interamente dedicato all’esposizione di statue a tutto tondo.
Proseguendo invece la visita in direzione dell’Orto Botanico, il progetto ne prevede l’accesso attraverso il recupero della ex- serra, oggi sede dei laboratori di scultura, e la creazione di un nuovo corpo di fabbrica lungo il lato ovest dell’orto.
Mentre i due atri laterali del corpo originale vengono mantenuti e recuperati, il corpo centrale della serra viene privato della partizione orizzontale e ridefinito attraverso una nuova copertura in acciaio e vetro allo scopo di ricrearne l’originale spazialità e di consentirne l’utilizzo a supporto delle attività didattiche e di ricerca svolte dall’Orto Botanico. Un corridoio di collegamento tra i due atri consente ai visitatori di ammirare lo spazio didattico ipogeo e di raggiungere il nuovo corpo di fabbrica.
L’edificio addossato lungo il muro di delimitazione ad ovest, regala una vista coperta diretta sull’orto e consente di raggiungere gli spazi espositivi di Palazzo Citterio, della cui porzione di prospetto aggiunta durante gli interventi post bellici è previsto il recupero. Una nuova scala pubblica predisposta all’interno del nuovo volume consente poi di raggiungere gli spazi ipogei progettati da James Stirling in occasione del restauro del Palazzo del 1986.
Il progetto si completa grazie ad un ultimo intervento sugli spazi aperti del Palazzo che ridefinisce il carattere del suo giardino attraverso la predisposizione di nuovi percorsi e nuove piantumazioni nonchè di una piazza alberata ove due nuovi lucernai in vetro opaco ed acciaio consentono l’illuminazione naturale della sala ipogea, recuperata ed adibita all’esposizione di mostre temporanee.