Casa Gheri
Lo straordinario sviluppo industriale che la città di Prato ha avuto nel secondo dopoguerra, legato in particolar modo al settore tessile, ha indotto una profonda trasformazione nell'assetto urbano della città e dei piccoli centri minori ad essa limitrofi.
I lotti di pertinenza delle abitazioni, fino ad allora utilizzati a orti e giardini, sono stati progressivamente saturati per ricavare laboratori e magazzini legati all'industria tessile, secondo una logica di occupazione dello spazio che procedeva dall'esterno verso l'interno.
Con la recente crisi del comparto tessile pratese, gli edifici realizzati all'interno di quei lotti sono stati oggetto di un numero sempre crescente di trasformazioni ad uso prevalentemente residenziale.
A Mezzana, in prossimità della città di Prato, il lotto su cui sorge Casa Gheri ha avuto questo stesso destino e la struttura preesistente dalla quale è stata ricavata la nuova abitazione era stata un tempo un piccolo laboratorio artigianale contenuto nel lotto medesimo e formato da una struttura prefabbricata di modeste dimensioni con pilastri in calcestruzzo armato, pannelli di tamponamento in cls prefabbricato e tralicci di acciaio a sostegno di una copertura leggera realizzata in pannelli di eternit.
La logica di trasformazione e di espansione della città che prevedeva di costruire all'interno di un recinto predeterminato costituito dai confini del lotto, è stata mutuata alla scala architettonica per progettare Casa Gheri: qui, un nuovo recinto costituito dai muri perimetrali dell'edificio, accoglie al proprio interno alcuni volumi nuovi, convenientemente disposti a saturare in parte lo spazio cavo del vecchio laboratorio.
Fatto salvo il carattere spaziale e costruttivo del vecchio magazzino è stato lasciato inalterato il principio dello spazio unico all'interno del quale trovano posto, in guisa di scatoloni di merce inevasa, i volumi degli ambienti di servizio al piano terra e della camere al piano primo, separati dall'orizzontamento del solaio lasciato deliberatamente in vista quasi come fosse memoria di una scaffalatura del vecchio magazzino.
La nuova copertura in rame ricalca la geometria curvilinea del vecchio magazzino e si appoggia su un portale in calcestruzzo armato faccia-vista di nuova realizzazione che incornicia il fronte sud dell'edificio.
Su questa facciata la preesistente pannellatura in cls lascia spazio ad ampie finestre, caratterizzate da generose strombature in intonaco, tese a instaurare un rapporto visivo con l'orto retrostante e a incarnare un tono domestico che fa leva su un legame profondo con le figure tradizionali dell'architettura minore toscana, nel tentativo di ricondurre al luogo ciò che dal luogo aveva derogato per inedite pulsioni commerciali ed economiche.