Massimo Iosa Ghini affronta l’antico tema del dualismo tra materiale e immateriale con un’installazione fatta di ceramica e luce. La prima, come terra plasmata dal fuoco, è il paradigma della materialità; la seconda è simbolo del pensiero impalpabile. Il passaggio dalla materia alla luce è espresso dalla giustapposizione tra la bellezza astratta della luce e l’essenza “terrigna” e concreta della ceramica.
Nella dualità tra luce e materia sta la genesi di ogni creazione.
L’installazione I-M-Material è composta da un grande ottagono percorribile al suo interno a cui sono appese, su un supporto specchiante, lastre in ceramica appartenenti alle nuove collezioni di Ceramiche Cerdisa, che si mettono in relazione con il contesto del Cortile dei Bagni. Il luogo storico – arcaico e sedimentato – è parte integrante nella tensione tra opposti: rappresenta il passato, la “rovina”, in contrapposizione al presente, ai materiali freschi di lavorazione. Gli elementi di ceramica sono il nuovo, il frutto delle tecnologia, ma al contempo hanno lo stesso dna delle rovine su cui sorgono. Le lastre si animano con il movimento delle persone, mentre la luce ne mette in risalto le qualità materiche, contribuendo a rendere questa piccola architettura nuova e immateriale.