Ampliamento del Cimitero di San Michele a Venezia
«Il tema del progetto è stata la costruzione di un luogo dove la presenza dei morti non fosse testimoniata solo all'interno del loro recinto, ma all'interno della città lagunare. La separazione dei morti dai vivi impedisce di dare un senso alla morte, la esclude dalla nostra vita, dai luoghi della nostra vita. Al contrario, come ho detto parlando del cimitero di Voghera, noi vogliamo rendere esplicita e chiaramente riconoscibile la presenza dei morti nella città dei vivi.»
Il Cimitero di San Michele a Venezia è un'isola. Raggiungendo l'isola dopo un breve viaggio in barca dalle Fondamenta Nuove si entra in un luogo recintato, costruito per aggiunte successive, dal quale non è possibile vedere la laguna, le altre isole, la stessa Venezia. È un recinto chiuso destinato, più che ai cittadini, ai loro morti. L'obiettivo generale del progetto è stato intervenire sul rapporto dell'isola con il paesaggio, assumere l'ampliamento come occasione per definire tal rapporto. Nel progetto due grandi darsene aperte sulla laguna stabiliscono relazioni visive con l'intorno. Gli elementi che costruiscono il luogo sono: il crematorio, destinato all'incenerimento e custodia delle urne cinerarie; le grandi corti che contengono i loculi; l'edificio dei servizi per il pubblico; il parco delle inumazioni. Il nuovo Crematorio è il punto centrale di tutto il sistema. Collocato davanti a una delle due nuove darsene definisce una grande piazza aperta da cui parte il percorso verso un sistema di corti costruite su palafitte. Quattro grandi corti di dimensioni sempre diverse creano luoghi diversi, affacciandosi sul parco che collega le due darsene: due grandi varchi che portano all'interno del nuovo cimitero gli spazi aperti della laguna.