Monumento ai caduti di Laghetto
Il monumento ai caduti di Laghetto si inserisce nel progetto del disegno del sagrato della chiesa. Un progetto di uno spazio sacro dove alla prosecuzione ideale della navata della chiesa si affiancano una serie di aree a forma quadrata che rievocano nella pavimentazione gli spazi delle cappelle inserite nella navata della chiesa.
E’ al centro di una di queste cappelle, al di là della strada, che trova posto il monumento ai caduti.
Il vincolo di partenza per la realizzazione del monumento è il riutilizzo, anche parziale, delle pietre del vecchio monumento smontato per far posto al nuovo sagrato.
Il riutilizzo del materiale di costruzione degli edifici faceva parte della pratica costruttiva del romanico. Molte delle chiese romaniche lariane esibiscono nelle murature delle pietre romane decorate o incise (p.es. Basilica di S.Abbondio a Como del sec. XI).
Il nuovo monumento ai caduti nasce dal riutilizzo delle pietre di spoglio del vecchio monumento che rappresentano una continuità simbolica con il passato.
Una volta definita la materia è stato necessario delineare la forma del nuovo monumento.
Nel nostro caso la forma evoca direttamente i volumi romanici, i campanili come quello di S.Pietro a Vallate (SO) e l’uso cromatico delle pietre come nella vicina abbazia romanica di Piona (sec. XII).
Ma la ricerca formale del monumento torna sui valori celebrativi ed evocativi.
Ecco allora il recupero dei valori formali consolidati nella storia che vanno dai mausolei romani, al mausoleo per Max Dvoràk di A.Loos (1920), al monumento ai caduti di H.Tessenow (1917).
Sono tutti monumenti che hanno relazioni tra di loro e usati come riferimento per il monumento ai caduti di Laghetto che si pone sulla loro continuità storica.
Il monumento è composto da uno zoccolo alto 20cm. Che sorregge un basamento cubico con uno spigolo di 80cm., che a sua volta sorregge un altro cubo con uno spigolo di 60cm..
Quest’ultimo è decorato con due fasce di marmo bianco e una croce in cotto, secondo la tradizione costruttiva romanica ripresa direttamente dalla vicina abbazia romanica di Piona.
La parte terminale è risolta con una piramide a gradoni.
Nella faccia del basamento verso la chiesa è inserita una stele in marmo bianco con l’epigrafe del monumento.
La composizione grafica dell’iscrizione della stele è ripresa dalla stele di Agrippino (sec.VII) conservata nel chiostro dell’abbazia di Piona.
Tutte le pietre di recupero sono tagliate secondo le nuove dimensioni e bocciardate per valorizzare il cromatismo e le caratteristiche del materiale. Le pietre originarie sono state integrate con nuove pietre, come le fasce di marmo bianco e gli inserti in ghiandone, che valorizzano gli aspetti cromatici della composizione.