Blueprint Competition
Concorso di idee per la ristrutturazione delle aree ex fiera del mare di Genova.
Ci sono nuovi spazi.
Nuove possibilità tornate disponibili alla vita urbana.
Sono luoghi portuali, diversi dagli ambienti cittadini con i quali confinano.
La città si è “fermata” al grande muro di pietra.
Sotto c’è il porto.
Un’altra scala, un’altra densità, un’altro carattere.
Insomma altre regole.
Partiamo da queste, e partiamo anche dal canale progettato nel “blueprint” che diventa la vera e propria traccia del progetto.
I nuovi edifici devono, in primo luogo, confrontarsi con i vicini volumi dei
padiglioni “s” e “b” e, con loro, dovranno definire i nuovi spazi urbani.
Il programma è quindi distribuito in grandi elementi.
quattro lunghi corpi, che fiancheggiano il canale, per le abitazioni e le aree commerciali.
Due volumi, agli estremi opposti della nuova “isola”, per le attività ricettive.
Il padiglione “s”, pensato in prevalenza per lo sport, ospita nel suo perimetro altre attività commerciali al piano terra e attività terziarie al piano superiore.
I parcheggi, tutti ad un unico piano, sono suddivisi in tre grandi aree interrate, due ai margini del canale e una lateralmente al padiglione “s”.
I nuovi volumi hanno due strategie costruttive differenti capaci entrambe di collocarsi nel carattere del luogo e disegnando al tempo stesso lo spazio pubblico.
La struttura dei volumi delle abitazioni si “estrude” verso l’esterno diventando, portico, tenda, attracco per le barche. continuo scambio tra definizione e appropriazione, permanenza e transitorietà.
I massi ciclopici di cemento degli hotel si poggiano sulle banchine diventandone parte. Memoria dei blocchi frangiflutti presenti nelle banchine dei porti, la materia, “raccolta” dagli sbancamenti, ora edificio, diventa spazio ambiente e rifugio.
Il porto torna ad essere luogo di scambio fisico e culturale.
cucitura tra il mare e la città.
Le persone tornano al mare e tornano ad arrivare dal mare.