Se il Colore si Nasconde
Un grande appartamento. Da rileggere cercando di cancellare alcuni caratteri tipici delle case romane degli anni ’60/’70. Ovvero tutto quel repertorio di stucchi di modesta qualità (ma pretenziosi e senza un’adeguata altezza dei soffitti), porte con maniglie rococò, tinte pastello alle pareti (perché il bianco “fa povero”), romantiche maioliche fiorate nei bagni padronali, affiancate però alle sciatte finiture dei locali di servizio.
“Non ci riconosciamo in tutto questo” è stata la prima affermazione dei futuri abitatori della casa e conseguente la loro richiesta di far scomparire ogni incongrua caratterizzazione, pur conservando all’appartamento un impianto distributivo tradizionale. In primo luogo si è deciso quindi di scarnificare e uniformare l’involucro murario, inglobando ad esso porte trasformate in setti scorrevoli o pannelli pivottanti, arredi fissi, illuminazione. Sbiancando ogni cosa. Aggiungendo texture candide e quasi invisibili: carte da parati tinteggiabili a inventare (nel piccolo spogliatoio come sui muri dietro alle porte scorrevoli) sottili rilievi e leggeri chiaroscuri, laccature satinate, piastrelle in ceramica bianca per disegnare fasce dai differenti formati.
Solo il bellissimo pavimento preesistente in marmo cipollino (all’ingresso e nel soggiorno) è stato preservato, ricevendo ulteriore enfasi dalla pavimentazione in marmo di carrara che lo cinge individuando un nuovo anello di distribuzione. La conservazione di questo vecchio pavimento ha tuttavia reso problematica ogni successiva aggiunta di progetto: anche il più semplice inserimento ha infatti dovuto trovare un equilibrio con la forte espressività del marmo cipollino. Per questo motivo gli arredi sono stati semplificati all’esterno e trattati più liberamente all’interno. Per questo motivo è stata progettata per loro una doppia vita: bianca e discreta se chiusi, colorata e vivace se aperti. Scegliendo differenti gamme cromatiche: dal rosso al rosa per contrassegnare piani ribaltabili e ante nel soggiorno, “da richiudere” non appena si desideri ritornare alla calma tranquillità del bianco. Con lo stesso intento anche alcune porte scorrevoli, progettate come semplicissimi pannelli bianchi a tutta altezza, rivelano sul lato interno un gioco di campiture beige (in laminato plastico per una più agevole pulizia); campiture che poi si ritrovano nella camera da letto matrimoniale a sottolineare gli scarti dimensionali delle ante di un lungo armadio-guardaroba.
Una riflessione sul “colore nascosto” che è stata estesa anche alla cucina e al corridoio-office: la prima (con un affaccio un po’ triste su una chiostrina interna) viene infatti ravvivata da una gamma di gialli, rossi e arancioni: ogni volta che si apre un pensile si scopre un colore, schiudendone molti tutta la stanza si accende di vivaci cromie. Il secondo, invece, ripercorre una sequenza di tinte che vanno dal rosa antico al marrone, passando per il lilla e il viola. A creare uno sfondo meno consueto per tazze, brocche e bicchieri.