Concorso per il Neues Museum e completamento della Museumsinsel
Possiamo dividere la risposta di questo nostro progetto ai problemi posti dal bando di concorso grossomodo in due parti.
Una prima parte riguarda i musei nel loro complesso ed è il risultato di una lettura critica della loro condizione attuale, delle reciproche relazioni e del rapporto con la città (... ) Nel complesso dei cinque musei l’unico vero Solitär è e resta l’Altes Museum. Gli altri quattro, troppo addossati l’uno all’altro per stabilire una reciproca relazione architettonica, sono comunque costretti da questa vicinanza a prender parte, per così dire, l’uno allo sfoggio di monumentalità dell’altro. Mentre l’Altes Museum, volgendo ad essi le spalle (il bellissimo fronte posteriore), stabilisce una relazione architettonica di ben diverso respiro con altri elementi della città, col Lustgarten e il Castello, con la Zeughaus e col Duomo.
Oggi che, per vicende storiche diverse, l’Altes Museum ha riconquistato il suo isolamento, pensiamo che sia improponibile l’idea di un corpo di collegamento con il Neues Museum.
La risposta del nostro progetto è quindi una risposta esclusivamente funzionale: un collegamento tecnico sotterraneo destinato soprattutto a facilitare il lavoro degli addetti ai musei.
L’accesso al Pergamon-Museum dal Kupfergraben: questo problema era già stato posto con lucidità da Adolf Behne ('L’isola del museo: una tragedia dell’urbanistica berlinese’ in Das Neue Frankfurt, n. 9, sett. 1930). (...)
A noi sembra che questo concorso possa essere l’occasione per tentare di dare una risposta a questa vecchia irrisolta questione.
La risposta del nostro progetto è quella di restituire al Kolonnadenhof il suo ruolo di elemento distributore dei musei che lo circondano. Dal Kolonnadenhof si accederà cioè al Neues Museum, alla Nationalgalerie e anche al Pergamon-Museum. Per far questo l’ingresso principale di quest’ultimo si troverà sul fronte posteriore dell’edificio (senza modifiche strutturali), sul lato della Sprea. E questo rovesciamento avrà una conseguenza tipologica importante: il cortile d’onore si trasformerà in corte posteriore dell’edificio (Hinterhof), in quello che nei migliori esempi dei palazzi berlinesi è quasi sempre la corte a giardino (Gartenhof).
È per questo motivo che nel nostro progetto proponiamo di prolungare il sistema degli ingressi, con relativi servizi di accoglienza, fino ad occupare, al piano terra, una parte dell’attuale cortile d’onore e di destinare la parte rimanente, quella affacciata sul Kupfergraben, a giardino alberato (eliminando naturalmente il ponte d’accesso su questo lato). (...)
Questa scelta (che è poi anche una risposta alla vecchia questione del quarto lato del Pergamon-Museum, cioè alla questione della possibilità di chiudere circolarmente i percorsi di visita del Pergamon- Museum stesso) è secondo noi un complemento necessario alla decisione di portare l’ingresso principale del museo sul Kolonnadenhof, almeno tanto quanto la scelta di trasformare la corte d’onore in giardino alberato aperto sul Kupfergraben.
Un’altra parte della risposta del progetto riguarda invece l’ampliamento del Neues Museum sul lato del Kupfergraben. (...)
Abbiamo lavorato a un’idea di ampliamento del Neues Museum come se questo ampliamento preesistesse alla vicenda edilizia che ha portato alla saturazione della Museumsinsel. Come se si trattasse cioè di una parte della costruzione precedente all’insediarsi dei musei sull’isola, come se si trattasse di un frammento di quegli edifici del vecchio Packhofsanlage ideati da Schinkel alle spalle dell’Altes Museum.
Questo definito riferimento architettonico ha poi guidato i diversi momenti del nostro progetto: la giacitura del nuovo edificio ma anche le sue dimensioni in pianta e in altezza, fino a determinarne perfino le scelte, per così dire, ‘stilistiche’, l’uso dei materiali poveri (mattone a vista), i tipi di finestre (le grandi a misura di un portico, le piccole poco più che aperture per la ventilazione), l’assenza di elementi decorativi, ecc..
La scelta del mattone a vista, che indica un modo usuale di costruire edifici tecnico/utilitari, ma che individua anche l’edificio senza finiture, cioè anche l’edificio incompiuto, l’edificio interrotto, ecc., è stata estesa, appunto con questo secondo obiettivo espressivo, anche a quelle parti del Neues Museum che nel nostro progetto si prevede di ricostruire (ala nord-ovest e torre sud-est) e di ripristinare (spazio interno del grande vano scala).
Questo naturalmente non è il solo legame che l’edificio nuovo ha con il Neues Museum. In quanto il suo rimandare ai vecchi Packhofsgebäude non rende meno evidente la stretta relazione tipologica (planimetrica/distributiva/gerarchica) che lo unisce al Neues Museum, del quale resta appunto una espansione naturale, cioè logica e conseguente sul piano tipologico.
Il Neues Museum viene restaurato, ove possibile, com’era, le parti di completamento (come il braccio nord-ovest e la torre sud-est) ripeteranno i volumi e gli spazi esistenti prima della distruzione (fa eccezione lo spazio interno della torre destinata a contenere la scala di accesso al Museum für Vor- und Frühgeschichte). Le facciate di queste parti di completamento, così come la superficie interna del grande vano scala, saranno volutamente mantenute al rustico, con muratura di mattoni a vista. Si vuole dare cioè una risoluzione, per così dire, incompiuta dell’edificio antico, omettendone gli elementi decorativi e conservando di essi la sola impronta in negativo. Questa soluzione è altresì da mettere in relazione con la già ricordata scelta costruttiva del corpo nuovo sul Kupfergraben, anch’esso realizzato in mattoni e privo di elementi decorativi. Nel primo caso questa scelta starà a indicare la volontà di mantenere il segno della distruzione, la sua memoria storica, nell’altro invece la volontà di riprodurre la scelta utilitaria dei vecchi edifici schinkeliani.
Il vano scala, insieme ai cortili ‘greco’ ed ‘egizio’, dovranno svolgere nel nuovo museo restituito al pubblico la funzione di museo dell’edificio stesso com’era.
In tal senso il vecchio vano scala viene interamente svuotato, aperto sul piano interrato e rivestito/rinforzato tutt’intorno con una nuova muratura di mattoni a vista. Esso sarà destinato ad Antiquarium degli elementi decorativi superstiti del vano scala stesso (frammenti architettonici/ calchi/ ecc., inclusi possibilmente i cartoni dei cicli di affreschi andati perduti) o di altre sale, qualora i frammenti di queste ultime, per motivi museistici, non potessero trovar posto nel luogo originale.
Il cortile ‘greco’, destinato ad esposizioni speciali, e coperto in vetro a questo scopo, sarà restaurato com’era il più possibile (senza ripristinare l’esedra, sostituita da una finestra uguale alle altre). Lungo le pareti in basso potrà svolgere anch’esso un parziale ruolo di Antiquarium dei reperti dell’edificio di Stüler riferiti alla Grecia.
Il cortile ‘egizio’, anch’esso coperto in vetro e destinato ad esposizioni speciali, sarà in parte restaurato com’era (lato lungo a est) e destinato ad Antiquarium dei reperti del vecchio edificio riferiti all’Egitto.
Dal punto di vista distributivo il Neues Museum è destinato a contenere parte del museo egizio, ai piani terra e interrato, e tutto il Museum für Vor-und Frühgeschichte ai piani primo e secondo. L’accesso è previsto, come era, dal Kolonnadenhof.
(...) Ai diversi piani i percorsi espositivi, che si sviluppano a C intorno alle due corti, sono collegati fra loro dai ballatoi, funzionali all’Antiquarium , che a tutte le altezze corrono lungo i muri perimetrali del vano scala.
Dei caratteri architettonici e dei materiali del nuovo edificio sul Kupfergraben già si è detto. Planimetricamente si presenta come una sorta di raddoppio del Neues Museum verso il Kupfergraben: un edificio lungo e sottile di due piani fuori terra, composto da due gallerie parallele (una vetrata a est, l’altra con sola luce artificiale a ovest) e collegate col piano interrato del Neues Museum mediante un corpo trasversale alto un piano posto in prosecuzione del grande vano scala del Neues Museum e della stessa larghezza di questo.
Questo grande spazio trasversale al piano interrato dei due edifici è destinato al Tempio Egizio e si prolunga a tal scopo oltre il nuovo edificio fino a raggiungere il limite dell’acqua.
In linea generale nelle gallerie vetrate a est troveranno posto i pezzi di scultura, i bassorilievi, ecc. (vedi galleria degli Uffizi), mentre nelle gallerie ad illuminazione artificiale e con piccole aperture rivolte a ovest troveranno posto le raccolte più preziose, specie quelle che necessitano di speciali protezioni o allestimenti (vetrine, ecc.).
La testata dell’edificio sulla Bode Strasse corrisponde all’ingresso per il pubblico del Tour-breve. Di qui, attraversando il 'Tempio Egizio', il percorso sale al primo piano dove si trova 'L'arte in Egitto' (Amarna/Nofretete), raggiunge poi l’ala sud del Pergamon-Museum di dove, dopo la sequenza canonica 'Strada delle processioni/Porta di Ischtar/Porta del mercato di Mileto/Altare di Pergamo/Architettura Ellenistica/Facciata di Mschatta', scende nuovamente al piano terra e, attraverso il nuovo corpo a un piano realizzato occupando parzialmente il cortile d’onore (dopo aver attraversato cioè la zona cataloghi/negozi/lettura/cafeteria/ristorante/ecc.) ritorna, percorrendo in senso inverso il nuovo edificio, al punto di partenza sulla Bode Strasse.
Per quanto riguarda il Pergamon - Museum si è già detto del nuovo ingresso dal Kolonnadenhof (con possibilità di ormeggio per battelli sulla Sprea). Per il corpo alto un piano, destinato ad accogliere i servizi di ristoro/sosta/ecc., si prevede l’uso di materiali da finitura analoghi a quelli del vecchio edificio, in particolare l’uso per la facciata e per il pavimento delle due terrazze percorribili dal pubblico della stessa pietra calcarea (Muschelkalk).
Dall’ampia area d’ingresso, ricavata nello spazio sottostante la Pergamon-Saal, si accede al museo mediante due scalinate contrapposte e situate nello spazio compreso fra il muro ovest della stessa Pergamon-Saal e il muro di facciata verso la terrazza.