Biblioteca comunale nel sito di porta Volta a Milano
Questo progetto parte dall'ipotesi, già avanzata dall'amministrazione pubblica, di trasferire la biblioteca comunale Sormani nella zona del centro direzionale.
L'area da noi individuata è quella dei suoli di proprietà comunale intorno alla porta Volta. Aree strette e allungate nel luogo delle vecchie mura e delle fortificazioni della città che si sviluppano da un lato verso la porta Garibaldi e dall'altro in di-rezione del castello.
Prima l'apertura della porta Volta, proprio nel vertice del vecchio baluardo, e poi il definitivo spianamento dei bastioni, già trasformati in passeggiata alberata in età neoclassica, hanno del tutto falsato e reso irriconoscibile il segno della cinta muraria della città in questa sua parte. Un segno importante, se si considera che si tratta del punto in cui le mura cambiano bruscamente direzione per tornare a saldarsi col sistema fortificato del castello.
Abbiamo scelto di insediare il nuovo edificio pubblico nel luogo del vecchio baluardo e di ripetere esattamente il perimetro mistilineo di questo con un edificio compatto, di media altezza e completamente chiuso sulla sua faccia esterna. Il nuovo volume si troverà così a interrompere lo sventramento post-unitario dell'asse via Volta-viale Ceresio (con la conseguente chiusura di quell’assurda porta di città) e tornerà a indicare col suo angolo acuto la forma della fortificazione e il ripiegare delle mura in direzione del castello nel luogo dell'antica "tenaglia". Dal viale Ceresio, il traffico di penetrazione e di collegamento con la circonvallazione dei bastioni che si svolgeva attraverso la porta Volta continuerà a svolgersi, poco distante, sul viale Montello, all'altezza della via Giorgione. Il blocco della biblioteca vera e propria andrà a occupare l'area del vecchio baluardo, mentre i blocchi longitudinali che da questo si dipartono sul suolo delle vecchie mura saranno destinati, l'uno a servizi collettivi collegati alla biblioteca (centro convegni, sala di proiezione, conferenze ecc.), l'altro ad autorimessa pubblica (specialmente sviluppata nel sottosuolo: 700 posti auto).
Questo nostro progetto di biblioteca è lo sviluppo di un impianto già sperimentato in altri progetti recenti, quello per la biblioteca universitaria del nuovo Politecnico alla Bovisa e quello per la biblioteca del Nou Campus di Valencia. Anche qui, pur trattandosi di una biblioteca pubblica non specializzata, la biblioteca è vista fondamentalmente come un deposito di libri facilmente e direttamente accessibili al pubblico. In questo senso, l'impianto tipologico adottato, senza essere in contrasto con il tradizionale funzionamento ad accesso chiuso, è predisposto in prevalenza per l'accesso cosiddetto libero. Anche qui si è cercato di mantenere la massima elasticità possibile fra il sistema ad accesso libero (con spazi di lettura adiacenti al deposito) e quello ad accesso chiuso (con distribuzione centralizzata e sala di lettura separata): di conseguenza il deposito si trova fra i due sistemi d'uso, e la porzione di esso da destinare all'uno o all'altro può essere facilmente variata spostando la linea di separazione nel deposito stesso.
Questa decisione ha portato a un impianto con magazzino dei libri al centro e con spazi di lettura laterali o al piede di questo.
Anche qui, come nelle biblioteche per il Politecnico e per il Campus di Valencia, si è voluto che nella costruzione della figura architettonica dell'edificio emergesse anzitutto il compito istituzionale; si è voluto che la biblioteca fosse immediatamente riconoscibile al visitatore nella sua specifica qualità, cioè che l'elemento architettonicamente dominante fossero i libri stessi. Da cui, appunto, la scelta di porre al centro della composizione il deposito dei libri e al centro di questo, a tutt’altezza, l'atrio, la sala schedar! ecc., cioè l'elemento principale di distribuzione delle diverse parti, in modo che fosse immediatamente percepibile sia la destinazione dell’edificio, sia la quantità/qualità di ciò che è destinato a custodire. Anche qui, quindi, un edificio a pianta grossomodo centrale, sviluppato intorno a un atrio a tutt’altezza, letteralmente tappezzato di libri e circondato, in particolare sui lati lunghi, dal deposito vero e proprio. Solo che, in questo caso, il condizionamento planimetrico imposto dalla geometria del vecchio baluardo ha determinato un adattamento particolare dello schema: adattamento che si conforma altresì alle particolari condizioni d'uso e di gestione di una biblioteca pubblica (la grande sala di lettura, le sezioni per materia, le condizioni del prestito, i servizi ausiliari ecc.).
Nel presente progetto di massima, l'edificio è previsto a struttura mista e con murature perimetrali di mattoni faccia a vista. In corrispondenza dell'ingresso della biblioteca e del portale di attraversamento del corpo longitudinale, si è previsto, altresì, di rimontare i due fronti della vecchia porta Volta, i colonnati e le murature in pietra di ceppo.