Isola artificiale nel Verbindingskanaal a Groningen
Quando Josef Kleihues mi ha offerto di sviluppare architettonicamente il tema dell'isola sul canale, ho accettato con entusiasmo. Tanto le linee programmatiche generali, quanto le condizioni planivolumetriche di partenza per il progetto mi trovavano pienamente d'accordo. E così il nostro lavoro, mio e dell'architetto Kalfsbeek, è consistito principalmente nello sviluppo di queste premesse, nel modo più chiaro o coerente possibile. La cosa che più mi convince dell'isola sul canale è proprio la sua condizione di necessità. Le obiezioni a questo intervento possono essere dettate solo dall'abitudine a vedere quel luogo così com'è da tanto tempo, senza voler riconoscere che nel frattempo esso è molto cambiato: diventato uno spazio dilatato a dismisura proprio perché delimitato in modo incerto e contraddittorio, uno spazio dove le gerarchie architettoniche sono andate completamente perdute.
La risoluzione romantica ottocentesca della riva nord del Verbindingskanaal, con le sue ville e il verde all'inglese, ha potuto esprimere un preciso valore architettonico nei confronti della città fintante che ne ha rappresentato effettivamente il confine verso sud, quando cioè, al di là del canale, cominciava la campagna e l'unica emergenza era il bel volume della stazione ferroviaria (cioè il verde ornamentale lungo il canale come linea di demarcazione fra città e campagna). Ma oggi, che la riva sud appare anch'essa edificata e per di più con una cortina continua di edifici, la risoluzione ottocentesca, isolata come un pezzo di verde funzionale e niente più, ha perso quasi interamente il suo originale valore architettonico; e soprattutto ha perduto la sua ragione di essere rispetto al limite della città antica. La stessa vecchia stazione, che prima rappresentava una sorta di testa di ponte della città storica oltre il canale, oggi si perde nel profilo continuo e casuale che corre dallo Herenbrug allo Emmabrug. E la piazza allungata che si è venuta a formare, delimitata su un lato da edifici incapaci da soli di determinare un quai architettonicamente definito, soffre oggi dell'assenza sull'altro lato del canale di un elemento architettonico che le dia un senso compiuto.
In realtà, ogni elemento dell'originaria composizione architettonica della città in questa sua parte oggi risulta isolato: la stazione, la fascia di verde lungo il canale, l'edificazione sparsa delle ville ottocentesche che fa riscontro alla cortina serrata del centro storico. E il centro storico stesso: separato invece che unito all'espansione della città oltre il canale dalla fascia di verde che lo circonda.
Con l'edificazione dell'isola sul canale - e con il ponte pedonale che la unisce alla riva sud in prosecuzione della Ubbo Emmius/Folkingestraat -si vuole anzitutto ricollegare architettonicamente tutti questi elementi. Si vuole restituire alla città antica un limite coerente con la nuova conformazione della città; e si vuole anche dare allo spazio dilatato della nuova piazza della stazione una quinta architettonica adeguata.
Il progetto architettonico dell'isola non è che lo sviluppo logico di questo programma: quello appunto di ristabilire una riconoscibile e coerente successione degli elementi esistenti della composizione urbana originale. Di modo che l'isola costruita sul canale, da un lato, assuma il valore di una espansione naturale della città antica extra muros e, dall'altro, cioè dalla vecchia stazione, possa apparire come una vera e propria "introduzione alla città antica".
Tutte le scelte tecniche del progetto sono, per così dire, strumentali a questo obiettivo: le proporzioni dei blocchi edilizi, gli intervalli fra questi, la tipologia degli edifici, i prospetti da una parte e dall'altra del canale, così come gli elementi architettonici che li identificano, la struttura composita della piattaforma ecc.
La volumetria del progetto generale di Kleihues è stata variata di poco. La scelta di riprendere nel progetto i modi dell'edificazione canonica della città gotico-mercantile (su lotti stretti e allungati e con doppio affaccio sul canale e sul quai) ha portato ad assottigliare i corpi edilizi ripetuti e a metterne in evidenza i differenti caratteri dei due prospetti, nord e sud, a concentrarvi le aperture e ad affidare alla disposizione e al dimensionamento di queste il diverso valore che esprimono i due affacci: quello a sud, direttamente sul canale (che rinvia alla struttura delle pakhuizen caratterizzate al centro dalle porte di carico sovrapposte) e quello a nord, sul qua/', rivolto verso la città antica (che rimanda invece alla partitura modulare del fronte delle tradizionali herenhuizen).
Il progetto è tutto qui: in queste misure, in questi rapporti (si veda l'altezza degli edifici pari a quella delle ville sulla riva a nord; l'altezza della piattaforma pari a quella della riva stessa e che consente una visuale al di sopra dell'isola e fra gli edifici), nei pochi elementi costruttivi e decorativi sicuri (cioè espliciti nel loro rinviare all'esperienza costruttiva della città storica: si vedano ad esempio il cornicione, che sta a indicare il fronte principale verso la città; l'argano esterno e le porte di carico sul canale, che stanno a indicare il fronte tradizionalmente esterno, di servizio degli edifici). Anche i materiali scelti e il loro impiego del tutto tradizionale (muratura di mattoni a vista e costruzione a carpenteria di legno su pali) intendono concorrere tutti alla configurazione di un'architettura che si colleghi saldamente alla tradizione edilizia della città antica. All'uso della muratura di mattoni a vista per le parti strutturalmente più importanti fa riscontro l'uso della costruzione in legno (carpenteria e tamponamento) per quelle parti componenti che denunciano invece la loro destinazione accessoria, di servizio, come a confermare il loro carattere, per così dire, sovrastrutturale, in certa misura provvisorio (nel senso che potrebbe subire delle trasformazioni nel tempo), come sono ad esempio le darsene coperte fra i blocchi edilizi nel canale a sud, e come sono anche i due importanti elementi terminali dell’isola a ovest e a est, destinati a ospitare il ristorante e il circolo nautico, con relativi servizi.
A esclusione dei percorsi pedonali e del ponte che l'attraversa, tutta la superficie della piattaforma stabile fra gli edifici è prevista a verde (piantumata con arbusti e con piccoli alberi disposti a intervalli regolari lungo il quai a nord) in modo da fare apparire l'isola stessa, sia da un lato che dall'altro, come una parte, un frammento, della riva a verde che si trova a nord del canale.