#OPENTARANTO | LEGÀMI ORDINARI | PROGETTO VINCITORE | 1ST PRIZE
La visione di sviluppo proposta per la Città vecchia di Taranto pone al centro la valorizzazione del patrimonio culturale e sociale, ambientale e storico e la ricostruzione di una cultura di cittadinanza capace di riportare la società a riconoscersi nelle proprie radici. La proposta intende riassegnare alla sua città la funzione sociale ed ecologica, per conseguire progressivamente l'accesso universale a condizioni ambientali certe, la piena realizzazione del diritto a una città come spazio abitabile, la disponibilità per tutti di beni e servizi pubblici essenziali.
La valorizzazione del patrimonio culturale urbano sarà strettamente integrata nella strategia di rigenerazione urbana proposta per migliorare la vivibilità dell’intera città nel rispetto dell’identità di ognuno, declinando nei vari livelli e ambiti di intervento; le tre parole chiave individuate come priorità strategiche e morali per la rinascita della città di Taranto: Ambiente, Qualità della vita, Salute, in una prospettiva di inclusione e di rilancio economico durevole.
Il progetto intende proporre la riqualificazione profonda della Città vecchia come strumento di riconnessione di elementi straordinari per qualificazione e dimensione di impatto, ricostruendo una trama di legàmi ordinari che ha nella Città vecchia la sua matrice ordinante, ovvero ridefinendo quei legàmi tra elementi di cittadinanza, oggi estranei, e parti di città che si confrontano sulle rive dei due mari senza avere corrispondenze virtuose.
L’obiettivo di ricostruire #legàmi_ordinari tra i sistemi presenti sul territorio e quello che resta della Città vecchia, è necessario per scongiurarne la conservazione passiva, la musealizzazione e la gentrificazione senza regole e per promuovere modelli di sviluppo economico e di turismo sostenibile, alternativi e vitali, utili alla costruzione di un modello da contrapporre all’inevitabile percorso di deindustrializzazione che rischia di desertificare un territorio ricco e vitale.
Città Vecchia | Vita Nuova. Una nuova visione per una Governance innovativa della città di Taranto
La visione di sviluppo proposta per la Città vecchia di Taranto pone al centro la valorizzazione del capitale culturale e sociale, del patrimonio ambientale e storico e la ricostruzione di una cultura di cittadinanza capace di riportare la società a riconoscersi nelle proprie radici identitarie. Una città per tutti, egualitaria nell’utilizzo e nel godimento degli spazi pubblici e dei servizi, dello spazio privato e delle reti, condizione di inclusione e di garanzia perché tutti gli abitanti, senza discriminazioni, siano in grado di ricostruire una cultura di cittadinanza che permetta di promuovere una revisione dei modelli della struttura urbana attuale per una contaminazione dell’intero territorio tarantino, in modo da rinnovare insediamenti, fisicamente ed economicamente accessibili, resilienti e sostenibili per promuovere lo sviluppo e qualità della vita. In una città in cui molti diritti fondamentali sono stati negati dallo sviluppo mal governato del territorio e della struttura produttiva, si ritiene di informare il progetto di riqualificazione di un nodo cruciale della città di Taranto sul concetto fondativo del "diritto alla città", riproposto quale pilastro centrale della New Urban Agenda, definita nella recente Conferenza Habitat III di Quito (ottobre 2016).
La proposta intende, quindi, ri-assegnare alla città la funzione sua sociale ed ecologica, per conseguire progressivamente l'accesso universale a condizioni ambientali sicure e salubri, la piena realizzazione del diritto a una città come spazio abitabile, la disponibilità per tutti di beni pubblici e servizi in settori quali la salute, l'istruzione, la sicurezza alimentare, la mobilità, l'energia, la qualità dell'aria e del mare a sostegno anche dell’agricoltura e della pesca di qualità.
La vita nuova nella Città Vecchia dovrà essere partecipativa, per promuovere l'impegno civico, generare un senso di appartenenza in tutti gli abitanti, migliorare le interazioni sociali e intergenerazionali, le espressioni culturali e favorire la coesione e l’inclusione, per contrastare i fenomeni di segregazione sociale e spaziale che hanno afflitto comparti interi della città di Taranto negli ultimi decenni, garantendo a tutti servizi e spazi pubblici e verdi di qualità accessibili e sicuri, in cui siano soddisfatte le esigenze degli abitanti, riconoscendo le esigenze specifiche delle persone in situazioni vulnerabili.
Questa città rinnovata dovrà essere strumento per affrontare le sfide e le opportunità del presente e del futuro supportando la crescita economica inclusiva e sostenibile, utilizzando la riqualificazione urbana e la trasformazione strutturale come strumento di sviluppo di attività ad alto valore aggiunto, sfruttando e potenziando le economie locali, anche quelle informali, in una transizione economica durevole e certa. Questo potrà avvenire anche sulla base di una corretta pianificazione degli investimenti per la mobilità sostenibile, al fine di garantire sistemi di trasporto efficienti per passeggeri e merci, che colleghino in modo efficace persone, luoghi, beni, servizi e opportunità economiche.
Una città strutturalmente fragile per configurazione e posizione geografica dovrà saper ridurre la propria vulnerabilità investendo sulla resilienza e la reattività delle proprie reti per la mitigazione dei rischi naturali ed antropici, ed in ugual misura sarà in grado di proteggere, conservare, ripristinare e promuovere il proprio ecosistema ed il proprio patrimonio culturale materiale e immateriale.
Questo patrimonio complesso rappresenta una risorsa sociale, culturale ed economica che riflette la stratificazione storica dinamica dei valori che sono stati sviluppati, interpretati e trasmessi per generazioni, la capitalizzazione di tradizioni ed esperienze riconosciute come tali nella loro diversità. Un patrimonio urbano che comprende elementi strutturali (morfologia urbana e forma costruita, spazi aperti e verdi, le infrastrutture urbane), elementi architettonici (monumenti, edifici) ed elementi intangibili. La trasmissione di una tale eredità richiede processi di pianificazione volti a preservare i valori culturali, le attività e le risorse attraverso la conservazione attiva dell'integrità e dell'autenticità della stratificazione urbana, salvaguardando i beni culturali immateriali attraverso un approccio partecipativo (cfr. HABITAT III - Issue Papers 4 – Urban Culture And Heritage, 2015).
Tali riflessioni, riportate nei recenti documenti Unesco (Culture, Urban, Future. Global Report on Culture for Sustainable Urban Development, Unesco 2016), raccomandano la promozione di un approccio allo sviluppo urbano attraverso la pianificazione strategica culture-based, centrata sulle esigenze della popolazione (people-centred),l’incentivazione della rigenerazione urbana attraverso l’insediamento di industrie culturali, migliorando la qualità e l'accesso agli spazi pubblici attraverso la cultura, aumentando la competitività dei territori, attraverso investimenti sulle infrastrutture culturali e le industrie creative, i programmi di sviluppo di nuove competenze e nuove tecnologie, mettendo quindi la cultura al centro delle strategie di resilienza urbana.
Questo investimento, in un contesto come quello tarantino, certamente può facilitare la promozione del turismo culturale sostenibile a beneficio della comunità locale, fenomeno già in fase di crescita, costituendo certamente un forte fattore identitario che potrebbe contaminare in modo virtuoso anche i programmi per la formazione di base e avanzata e supportare, anche in questo caso, la coesione sociale e la lotta contro le disuguaglianze, intervenendo sul drop-out formativo e professionale attraverso il radicamento territoriale di nuove competenze strategiche.
Perché tutto questo sia possibile, sarà necessario investire con continuità, attraverso una nuova struttura di governance territoriale stabile e responsabile, sul miglioramento della qualità ambientale e fisica del patrimonio esistente, sfruttando l’incredibile ricchezza del contesto, conservato quasi integralmente, pur nell’abbandono e nel degrado fisico, intervenendo attraverso azioni di riqualificazione profonda e realizzando infrastrutture sostenibili, resilienti e sicure che siano in grado di restituire/salvaguardare l’identità urbana condivisa.
La progettazione e l'uso degli spazi pubblici saranno, pertanto, informati su un approccio culturale nuovo alla gestione di beni e di attività culturali e creative, per favorirne la condivisione sociale. Il mix di “Casa - Commercio - Cultura” proposto dovrà corrispondere al mix sociale dei nuovi e dei vecchi abitanti, lavoratori e visitatori della Città Vecchia, che deve tornare ad essere un luogo identitario per la popolazione locale.
La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale urbano in tutte le sue forme, saranno strettamente integrate nella strategia di rigenerazione urbana proposta, centrata sulle persone, per migliorare la vivibilità dell’intera città nel rispetto della identità di ognuno, declinando nei vari livelli e ambiti di intervento le tre parole chiave individuate come priorità strategiche e morali per la rinascita della città di Taranto: Ambiente, Qualità della vita, Salute, in una prospettiva di inclusione e di rilancio economico durevole.
Il progetto muove dalla volontà di rimettere a sistema elementi straordinari compresenti in un territorio che ha avuto una dinamica di sviluppo molto particolare, che è riuscito a tenere insieme inconsapevolmente qualità straordinarie dal punto di vista ambientale, culturale, architettonico e paesaggistico con eventi indubbiamente traumatici e dall’impatto, anche questo senza dubbio straordinario, connesso allo sviluppo di una delle più importanti città industriali del Sud Italia.
Il progetto intende quindi proporre la ri-qualificazione profonda della Città vecchia come strumento di riconnessione di elementi stra-ordinari per qualificazione e dimensione di impatto, ricostruendo una trama di legàmi ordinari che ha nell’isola della Città vecchia la sua matrice ordinante, ovvero ridefinendo quei legàmi ordinari tra elementi di cittadinanza, oggi estranei, e parti di città che si confrontano sulle rive dei due mari senza avere corrispondenze virtuose, oppresse da un’area industriale ipertrofica e onnipresente, nel bene o nel male, nella vita di tutti i cittadini. I quartieri della città non hanno mai trovato nell’isola della Città vecchia un territorio di scambio o un elemento di identificazione, ma forse un semplice ponte fisico da utilizzare in modo fugace perché percepito come estraneo e in qualche modo “pericoloso/pericolante”.
L’obiettivo di ricostruire #legàmi_ordinari tra i sistemi presenti sul territorio e quello che resta della Città vecchia, proprio nel centro della sua isola, è necessario non solo per scongiurarne la conservazione passiva, la musealizzazione e la gentrificazione senza regole, a cui sono esposti molti dei centri storici europei, ma anche per promuovere modelli di sviluppo economico e di turismo sostenibile, alternativi e vitali, necessari alla costruzione di un modello da contrapporre all’inevitabile percorso di deindustrializzazione che rischia di desertificare un territorio ricco e vitale. Come dimostrato da esempi virtuosi già attivi in Europa, l’introduzione di forme di imprenditoria culturale e di terziario innovativo ha assunto un ruolo sempre più importante nelle strategie di rigenerazione urbana rivolte, in particolare, alla rivitalizzazione degli spazi pubblici e alla riconversione delle zone industriali in declino. Le buone pratiche della conservazione urbana attiva hanno consolidato nuovi approcci e strumenti per lo sviluppo della sostenibilità urbana e ambientale, investendo sulle competenze e i saperi locali, sulla creatività e sulla qualità della vita dei cittadini. Il progetto proposto per la riqualificazione della Città Vecchia di Taranto e il suo sviluppo, potranno rappresentare il progetto pilota, dimostratore a livello continentale dell’applicazione e dell’implementazione della New Urban Agenda in ambiente mediterraneo, vista la complessità e l’importanza strategica della sfida che non può che essere affrontata e vinta per assicurare la sopravvivenza di un territorio, di un ecosistema urbano e di un patrimonio culturale e sociale straordinario e potenzialmente ricchissimo.
La struttura del progetto #legàmi_ordinari
L’identità e il senso di appartenenza ai luoghi costituiscono variabili strategiche nei processi di sviluppo e la loro condivisione e interiorizzazione da parte dei soggetti locali deve diventare la base per costruire un’attiva partecipazione e una corretta gestione dei progetti urbani.
Il tema della rinascita di un insediamento unico come quello della Città vecchia di Taranto sottintende un’operazione di alto livello culturale: arricchire la percezione di un territorio da parte di chi lo vive e di chi lo visita e coinvolgere una pluralità di conoscenze che lavorino all’individuazione delle risorse e alle loro potenzialità in termini di valorizzazione e fruizione.
Ambiente, Qualità della vita e Salute sono le parole chiave che il progetto intende approfondire per guidare il processo di rivitalizzazione della Città vecchia. Un processo dedicato agli abitanti esistenti e futuri che conduce a ristabilire #legàmi_ordinari con le altre parti della città, senza per questo entrare in competizione con i quartieri più consolidati, né sottrarre funzioni pregiate alle parti più svantaggiate.
A questo si aggiungono la Storia, l'Archeologia, la Geologia, l’Arte e la Natura che indicano la strada da percorrere per attrarre i visitatori e offrire loro un itinerario esclusivo che attraversa le vie d’acqua, lambisce i due mari e si insinua tra gli stretti vicoli. La percezione avviene da più parti, i #legàmi_ordinari tra le diverse componenti sono ristabiliti, i riferimenti sono di nuovo al centro del percorso conoscitivo: l’isola si presenta al visitatore valorizzata nelle sue risorse naturali e antropiche, viva e fruibile a seguito degli interventi immaginati dal progetto.
L'obiettivo di avviare un processo di riscoperta dei #legàmi_ordinari all'interno della Città vecchia e, contemporaneamente, con le altre parti della città, ha condotto i progettisti a riflettere sul tema della ordinarietà urbana, un concetto nuovo che prende forma dall'analisi delle relazioni minute che si stabiliscono all'interno delle abitazioni, poi in strada e poi ancora nei luoghi di aggregazione e negli spazi di servizio.
In questo quadro il progetto della nuova Città vecchia punta a riorganizzare il tessuto urbano come una parte organica della città di Taranto, né centro né periferia, ma un quartiere bello, accogliente, dove è facile vivere e dove è sicuro e piacevole recarsi per una visita.
Il racconto del progetto #legàmi_ordinari
Lo speciale stratagemma del progetto è il modo in cui esso congiunge lo sviluppo paesaggistico con quello urbano, il progetto del paesaggio con l'estetica industriale, la pianificazione del paesaggio con una politica strutturale, basandosi sul concetto che lo sviluppo integrale di uno spazio da riqualificare diventa possibile se tutti i soggetti coinvolti sono fin dall'inizio preparati a cooperare ed a sviluppare un’idea.
In questo senso la proposta si fonda sul ristabilire quei #legàmi_ordinari tra la città e il suo territorio, osservando l'area vasta che si impernia sui bacini dei due mari. I quartieri residenziali, i borghi e le espansioni recenti si affacciano a corona lungo la linea di costa del mar Piccolo e difficilmente si relazionano. Più indietro, la fabbrica e le zone di pregio ambientale si contrappongono a occidente e a oriente, mentre un sistema di circolazione anulare raccoglie i flussi esterni, li distribuisce tra loro, consente la penetrazione in città e si chiude a meridione dentro la Città vecchia in ambedue le direzioni.
Sul mar Grande, invece, si concentrano le principali attività marittime, il porto mercantile, la marina militare e lo sbocco a mare dei prodotti industriali, dai quali si scorgono le isole Cheradi che chiudono il bacino verso il mare aperto.La ferrovia lambisce i due mari descrivendo un arco convesso con al centro la stazione legata alla città dal viale perpendicolare che raggiunge il nodo di Porta Napoli.
In questo sistema di organi contrapposti (la natura, la vita, i flussi), la Città vecchia si pone in posizione privilegiata, snodo tra i mari e punto di contatto tra le due lingue di terra e per questo motivo viene continuamente attraversata da un traffico di livello superiore.
Per riscoprire il ruolo di terminale pregiato della città, il luogo della sua prima fondazione, la previsione di rompere l'anello di circolazione viabilistica che circonda il mar Piccolo è di primaria importanza.
L'integrazione tra le parti urbane, che oggi avviene solo durante gli spostamenti in auto da un quartiere all'altro, sarà stimolata con l'adozione di un sistema di mobilità sostenibile, che favorisca i legami urbani attraverso la riorganizzazione sistematica dei nodi e delle connessioni.
In linea con gli strumenti di pianificazione di area vasta e del PUMS (Comune di Taranto, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), l’obiettivo primario alla base del progetto è liberare la Città vecchia dalle auto che oggi vi transitano senza alcun interesse alle funzioni presenti, ripulirla dalle auto in sosta, dalla sosta disordinata e sottodimensionata rispetto alla domanda e restituire gli spazi alla città, alle persone e alle funzioni, riorganizzando la mobilità dell’isola in modo integrato ad un’ampia visione di tutta la città. Solo agendo su una pianificazione di ampio respiro, è possibile ottenere un completo decongestionamento del traffico sull’isola, senza perdere la possibilità, soprattutto da parte dei residenti, degli studenti e dei lavoratori, di accedere e spostarsi all'interno dei suoi vicoli.
Il nodo di Porta Napoli acquista il carattere di hub extraurbano, punto di arrivo e di partenza, dove attrezzare i parcheggi di scambio e ampliare lo scalo ferroviario, potenziando l'offerta su ferro.
Su questo spazio urbano, oggi confuso nella forma e nella funzione, dovranno essere organizzati i flussi in entrata dall'Appia, le diramazioni verso i Tamburi e il quartiere Porta Napoli, lo scambio con il treno e con i bus extraurbani, l'accoglienza dei viaggiatori e dei croceristi in arrivo dalla nuova stazione marittima, l'accesso al mercato del pesce e l'attestamento del sistema di mobilità alternativa che si dirige verso la Città vecchia: un complesso di funzioni che potranno prendere forma, nell'ambito di uno specifico concorso di progettazione, attraverso il restauro di magazzini abbandonati, la sistemazione del nodo viabilistico, la costruzione del nuovo accesso al porto e la gerarchizzazione degli spazi che, avvicinandosi al mare, favoriscano gli spostamenti pedonali, ciclabili e le passeggiate verdi lungo il mar Piccolo.
Puntando alla progressiva pedonalizzazione delle strade della Città vecchia e riservando la viabilità ad un uso residenziale e di carico/scarico per il commercio e il terziario, si rafforzano i #legàmi_ordinari con il Borgo nuovo. Il raddoppio degli attraversamenti del Canale navigabile favorisce ulteriormente le relazioni con la parte più consolidata della città. Attorno ai giardini di piazza della Vittoria e in corrispondenza con l'inizio della passeggiata pedonale di via D'Aquino si svolge lo scambio con il trasporto pubblico locale che si dirige a Taranto vecchia, l'attraversa e raggiunge Porta Napoli.
La gerarchizzazione dei flussi corrisponde anche alla proposta di razionalizzazione dei parcheggi, differenti nella forma e nella dimensione a seconda del tipo di servizio che sono chiamati a svolgere (scambio intermodale, a orario, pertinenziali o riservati ai residenti).
Con la funzione di gronda dalla quale si diramano le connessioni con gli ingressi in città, la viabilità urbana principale dovrà essere adeguata ad un maggior carico di traffico e messa in sicurezza per accogliere i flussi di spostamento tra i vari quartieri e per raggiungere facilmente i parcheggi, gli attestamenti del TPL e gli imbarchi a mare. Oltre alla revisione del sistema delle linee TPL, viene ampliata, aumentandone gli approdi, l'offerta del servizio di traghetti sul mar Piccolo, già allo studio, che potrà garantire una rapida soluzione per connettere la Città vecchia al Borgo nuovo, a Porta Napoli e a tutte le altre parti urbane.
Se la circolazione anulare viene inibita alle auto, le connessioni a livello ambientale e insediativo vengono privilegiate. Per il miglioramento delle risorse ambientali si utilizza il concetto di salubrità urbana come principio informatore degli interventi. La realizzazione di una ruota verde che circonda le sponde del mar Piccolo, ha, quale primo segmento attuativo, la proposta di rinaturalizzazione del lungomare della Città vecchia e di parte del salto di quota che percorre l'isola, individuando un sistema a fasce parallele alla costa che esprimano differenti gradi di naturalità.
A questo si lega il verde pregiato della villa Peripato tramite un'auspicabile sistemazione a verde dell'estremità del compendio dell'Arsenale, raggiungibile con il nuovo ponte girevole sul Canale navigabile.
Sul fronte dello sviluppo locale e dell'organizzazione degli insediamenti, si punta a incrementare l'offerta di #legàmi_ordinari alternativi all'automobile. Le diverse parti insediate, disposte, come già detto, come aree monofunzionali isolate e concluse al loro interno, dovranno essere messe in grado di aumentare la diversificazione delle attività. A partire dai 4 pittaggi della Città vecchia, per i quali si prevede di potenziare l'offerta di servizi (Baglio), di curare il patrimonio artistico (San Pietro), di sperimentare nuovi modelli abitativi (Ponte) e di riambientare l'abitare nelle residenze esistenti (Turripenne), vengono suggerite, anche per gli altri quartieri, le linee strategiche attorno alle quali costruire le singole politiche di riqualificazione. Il ruolo dello scambio e dell'arrivo a Porta Napoli, l'aumento della vivibilità ai Tamburi, la conservazione del Borgo nuovo e la restituzione alla città dell'Arsenale, possono trasformarsi in azioni concrete nell'ambito della ricerca di una ordinarietà urbana fatta di rapporti nuovi tra le parti e di occasioni di incontro tra le persone. La ristrutturazione diffusa del tessuto urbano innesca nuove dinamiche partecipative tra la popolazione e l'incremento di luoghi per abitare, per lavorare, per studiare e per accrescere la propria cultura, promosso dal progetto, favorisce il consolidamento di quel senso di comunità che rende una città bella, viva, sicura e attrattiva.
Su questo sistema di sviluppo locale diffuso, pensato prevalentemente per i cittadini e gli abitanti, si innestano le componenti per la valorizzazione delle risorse del paesaggio urbano storico e della loro attrattività. La realizzazione di un percorso storico-culturale che unisce le aree pedonali del Borgo nuovo (via D'Aquino) al tridente del Pittaggio San Pietro (via Duomo, via Cava e via San Martino), favorisce la fruizione e la conoscenza del patrimonio culturale e dei beni archeologico - monumentali. L'offerta di spazi per la ricerca e per il lavoro, l'attrattività dei suoi monumenti e la programmazione di eventi culturali porteranno a Taranto e nella Città vecchia un crescente flusso di visitatori, che sarà invogliato a inserire la città come meta di soggiorno da una campagna di marketing e di informazione capillare nei principali circuiti nazionali e internazionali.
Per delineare le strategie di progetto e poter controllare gli effetti delle azioni previste sul funzionamento della città e del suo ambiente, si sono acquisiti i numerosi studi e progetti già approvati dagli Enti locali alle diverse scale (territoriale, urbana, di dettaglio) e nei diversi settori (piani ambientali, urbanistici, trasportistici, portuali, edilizi).
Gli interventi di valorizzazione delle aree naturali protette e della loro fruibilità e l'individuazione di una rete di connessioni (giardini, percorsi ciclo-pedonali, strade a valenza paesaggistica) che circonda il mar Piccolo, potranno portare benefici sull'Ambiente, mentre un nuovo sistema di connessioni interne ed esterne agli insediamenti, un programma di miglioramento delle prestazioni degli edifici, uniti alla riappropriazione degli spazi pubblici garantiranno una migliore Qualità della vita.
Più ambiziose possono apparire le ricadute positive sulla Salute, terza parola chiave alla base della proposta, ma la creazione di un sistema di protezione verde delle aree produttive, la bonifica dei siti agricoli inquinati, la depurazione delle acque del mar Piccolo, il controllo degli scarichi industriali nel mar Grande, nonché la riorganizzazione e implementazione del trasporto pubblico (mezzi poco inquinanti e meno ingombranti, traghetti a trazione elettrica, bike sharing) e l'incremento dei presidi socio-sanitari potranno, nel tempo, abbattere i rischi e aumentare la prevenzione e l'informazione.
Il Masterplan per la Città vecchia
All'interno dell'isola, i #legàmi_ordinari riemergono nella proposta di riorganizzazione dell'assetto funzionale del tessuto, individuando nella storica suddivisione in 4 pittaggi uno spunto per orientare il recupero e la ristrutturazione degli edifici da destinare agli usi che andranno a "specializzare" quella parte di città.
Partendo da un'attenzione alle abitudini e dalle consuetudini della vita quotidiana e rifiutando la grande opera o il gesto esemplare, si viene a delineare un modello di sviluppo che possa essere compreso dagli abitanti e dai visitatori, consenta un'adeguata partecipazione alle scelte e garantisca un controllo delle azioni nel tempo.
Lontano dall'essere uno zoning monofunzionale, l'approccio proposto analizza i bisogni e le esigenze di spostamento degli abitanti e dei visitatori e organizza le funzioni in modo da offrire la possibilità di abitare e muoversi in sicurezza e di trovare tutto a portata di mano.
L'idea, invece, scaturisce da un'attenta analisi dei caratteri del tessuto urbano, della configurazione degli spazi aperti e della loro formazione e stratificazione, e da questa si procede per individuare i fondamenti della progettazione.
Con il supporto della documentazione del "Piano Blandino" e degli studi più recenti sulla Città vecchia, si sono evidenziate le differenti morfologie della maglia urbana e le conseguenti tipologie edilizie che caratterizzano le tessiture urbane dei 4 pittaggi.
Un fitto susseguirsi di stretti vicoli che, in direzione normale al mar Piccolo, separa le unità edilizie, rappresenta il principale modello insediativo del Pittaggio Ponte. A differenza delle tipologie a schiera, gli edifici, tuttavia, sono aggregati per aggiunte successive parallele alla linea di costa, generando un sistema di strutture portanti che si dispongono perpendicolarmente alla rete viaria dei vicoli.
Un radicale intervento di sostituzione edilizia ha segnato, negli anni '30 del secolo scorso, la trasformazione urbanistica del Pittaggio Turripenne, con la costruzione di un quartiere omogeneo e strutturato, anche in questo caso, intorno a una serie di assi viari che uniscono trasversalmente il lungomare con la via di Mezzo. Su di essi si aprono le facciate principali e gli ingressi degli edifici, secondo un ritmo alternato di spazi pubblici, semi-pubblici e di pertinenza.
Nella parte alta dell'isola, la presenza di un sistema longitudinale di strade (via Duomo, via Paisiello, corso Vittorio Emanuele) scandisce la struttura urbanistica del Pittaggio Baglio, nel quale l'edilizia seriale si contrappone senza soluzione di continuità agli edifici speciali, ai palazzi nobiliari e ai grandi complessi conventuali.
La prevalenza di un'edilizia a carattere monumentale e rappresentativo contraddistingue, infine, il tessuto urbano del Pittaggio San Pietro, la parte più preziosa della città, strutturato attorno al tridente che si innesta su via Duomo poco oltre l'omonima piazza, e si ricongiunge con essa in prossimità di San Domenico, edificata sul punto più elevato dell'Acropoli spartana.
Ma sono anche e soprattutto l'ambiente ed il paesaggio a segnare la svolta di qualità apportata dagli interventi previsti: una rete organica e diffusa di percorsi ciclo-pedonali, strade e passeggiate, legheranno e collegheranno tra loro, le numerose aree interne, annettendole ai nuovi spazi, ai nuovi affacci sul lungomare e alle postazioni ricreative, che scandiscono le direttrici trasversali dell’area.
Si realizza in sostanza un sistema di #legàmi_ordinari, articolato e specializzato nelle diverse parti, tutte insieme espressione delle ricchezze di questa straordinaria città del Mezzogiorno italiano e, in un’ottica di sviluppo ecosostenibile, si propongono differenti azioni per ristabilire e riscoprire nuove relazioni con la città nuova, con la fabbrica e con il mare.
In altre parole il progetto intende fornire un metodo per l'avvio e la gestione della progettazione successiva, un codice di pratica che suggerisce soluzioni per le nuove tipologie abitative singole o collettive, per i servizi alla persona, per quelli comuni, per la realizzazione degli spazi verdi e per l'allestimento delle strutture espositive, in cui sono raccolte le regole tecniche condivise per l’intervento su manufatti storici, sugli spazi pubblici e sugli edifici monumentali, destinate al supporto della programmazione tecnica ed economica degli interventi pubblici, come all’indirizzo degli interventi a carico dei privati.
Per questi motivi, la proposta si articola secondo un duplice livello di strategie: alle Componenti della riqualificazione diffusa, da valorizzare con interventi di conservazione e restauro, si sovrappongono le azioni strategiche da sviluppare prioritariamente nell'ambito delle strutture e dei processi partecipativi che saranno attivati attraverso un nuovo modello di gestione con l'obiettivo di costruire un quadro generale in cui si possano riconoscere e documentare i problemi, le esigenze e le aspirazioni che una comunità locale condivide partendo da una visione che caratterizza la Città vecchia di Taranto.