CIMITERO DI SAN CATALDO
«Da sempre pensavo al passo di Agostino "Signore Dio, poiché tutto ci hai fornito, donaci la pace, la pace del riposo, la pace del sabato, la pace senza tramonto. Tutta questa stupenda armonia di cose assai buone, una volta colmata la sua misura, è destinata a passare. Esse ebbero un mattino e una sera"» "Aldo Rossi"
La chiave di lettura per poter comprendere il cimitero di San Cataldo sta nella sua volontà di porsi come una città dei morti, ed è a seguito di questa intenzione che devono esser lette le diverse declinazioni formali e teoriche proposte dall'architetto. In questo progetto l'idea di collettività viene estrapolata dalla sfera urbana per poi esser proiettato su di un piano temporalmente lontano, in un luogo in cui la sua essenza possa fondersi con la morte. Il progetto è dato dall'addizione di diverse unità, che plasmate da forme semplici ed essenziali, mettono in risalto la teatralità e la solennità del luogo, ed è proprio in queste forme che vive la memoria ed è attraverso esse che si trasmette. "Fabio Gnassi"