Canopy house
Bianco e stereometrico, l’edificio ha contribuito a ricucire uno strappo sulla cortina di facciate della via Macaluso e ora si affaccia all’esterno con linee pulite ed essenziali.
La casa è cresciuta verso l’alto, verso la luce, verso il cielo, ora si alimenta di luce naturale attraverso le sue vetrate schermate da fogliame microforato. Ora è diventata canopea.
Lungo la cortina di edifici a due elevazioni, si trovava un fabbricato al piano terra adibito ad autorimessa. Sempre in ombra a causa della sua minore altezza, per l’orientamento cardinale e per la presenza di uno stretto cortile interno, appariva come parte di un sottobosco mai raggiunto dalla luce del sole e costantemente intriso di umidità.
La richiesta del committente, è stata farlo diventare la sua “abitazione.”
L’idea è stata quella di trattare la casa come se fosse una pianta, irrigandola della luce del sole e dell’aria che le era sempre mancata affinchè potesse crescere rigogliosa.
E come quando, dopo un inverno piovoso, bisogna spesso ripulire il giardino dall’erba alta che sottrae linfa vitale alle piante più nobili, la prima cosa che è stata pensata è stata appunto rimuovere delle superfetazioni per agevolare una migliore vivibilità della casa che sarebbe cresciuta.
La demolizione del vano di accesso al cortile interno e del ripostiglio ad esso adiacente, ha generato uno spazio utile ad ampliare l’area di pertinenza esterna.
La proiezione del piano terra sul livello superiore, ha generato due ambienti messi in reciproca relazione da una cascata di luce zenitale, facendo si che la zona notte e il soggiorno, condividessero la vista del cielo e la continuità di un lungo muro rivestito in marmo di travertino, inondato di luce cadente dall’alto.
All’interno della zona notte, una scatola del medesimo materiale lapideo assemblato a secco, contiene il bagno privato, che come il resto degli ambienti del piano, viene illuminato zenitalmente attraverso un camino di luce e da un tetto in vetro trasparente.
Mentre il soggiorno si affaccia all’esterno attraverso un terrazzino che prospetta direttamente sul cortile privato, la camera da letto si proietta sulla strada oltre il filo della sua stessa facciata con un grande bow window schermato da un frangisole in ferro.
Adiacente alla zona notte e al soggiorno, all’interno di un grande volume vetrato su due lati, si sviluppa il sistema di scale e passarelle che uniscono il nuovo livello al piano terra e al cortile. L’ampia superficie vetrata che costituisce la copertura e la facciata est dell’edificio è schermata (come il bow window della zona notte) da un ampio sistema frangisole in ferro costituito da elementi filiformi e da foglie di lamiera microforata.
Questo spazio è stato concepito come un giardino d’inverno in grado di funzionare come una serra bioclimatica capace di trattenere calore da cedere alle stanze durante l’inverno e raffrescarsi grazie alle schermature, alla ventilazione e alla cascata d’acqua che lambisce il vetro di coperturta, durante l’estate.
Bianco e stereometrico, l’edificio, che ha contribuito a ricucire uno strappo sulla cortina degli edifici della via Macaluso, ora si affaccia all’esterno con linee pulite ed essenziali.
La casa è cresciuta verso l’alto, verso la luce, verso il cielo, ora si alimenta di luce naturale attraverso le sue vetrate
E’ diventata canopea.