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Workout Pasubio - Distretto delle imprese creative e rigenerazione urbana
5° premio
Quando parliamo di città, ragioniamo su un organismo con un proprio respiro e con una capacità di assorbimento e reazione, nei confronti dei fenomeni che accadono, spesso svincolata dalle regole che tentiamo di imporre.
Questa proposta vuole riconferire senso al luogo lavorando per stratificazione sul palinsesto urbano esistente, così come spesso accade nei contesti lavorati dalla Storia.
Dopo un’azione di sottrazione rispetto alle superfetazioni centrali del complesso, liberando la sobrietà delle tre unità distinte (padiglione nord, padiglione ovest e padiglione Nervi) per riportarle a nuovo significato, il disegno della rampa si sovrappone all’esistente e ha il compito di organizzare gli spazi esterni, definire contorni, distribuire le funzioni, chiudere il cerchio della mobilità lenta del sistema, colonizzare in altezza anche il padiglione Nord.
Il dispositivo-rampa attraversa i differenti spazi cambiando la propria valenza in modo multiforme: è segno a terra, movimento di suolo, via di distribuzione, terrazza panoramica, ponte espositivo, passaggio sospeso.
Esso non solo permette al progetto di accogliere flussi da più direzioni, disseminando una pluralità di funzioni e di potenziali socialità, ma soprattutto cambia radicalmente la logica di questo tipo di interventi: non un’azione diretta alla trasformazione dei volumi esistenti, ma uno strumento esterno al sistema che lo riveste di nuovo senso e lo arricchisce di numerose attività.
La natura dell’intervento sul padiglione Nord parte dal presupposto di svuotare completamente il volume, lasciando la pulizia di un involucro caratterizzante per riempirlo con una logica improntata a un principio di massima permeabilità. L’obiettivo è quello di rendere padiglione e spazio di socialità antistante un unico ambito senza soluzione di continuità: una unica piazza che si contraddistingue per avere una parte aperta e una parte coperta (il padiglione, appunto), attraverso la quale si distribuiscono spazi e funzioni.
il padiglione Nervi è stato trattato come la ‘sospensione volumetrica’ dell’intero complesso. Esso rimane inalterato nella suggestiva spazialità che lo contraddistingue e offre superficie e volume per iniziative di scala più vasta, dal mercato all’esposizione al concerto all’installazione. Il volume rimane intatto, tagliato in longitudinale dalla rampa-ponte di collegamento superiore.
Il movimento che si materializza in una rampa architettonica e avvolge l’intero complesso parte dall’esterno come semplice segno di suolo. La capacità distributiva di questa superficie che diventa volume si manifesta sia all’esterno, come fascia che raccoglie flussi di mobilità lenta e suddivide ambiti diversi di socialità, che all’interno, dove travalica la funzione di percorso per costituire elemento architettonico di organizzazione delle funzioni.
L’oggetto rampa rappresenta di fatto l’abbraccio plastico del contemporaneo alla preesistenza storica, ciò che permette a quest’ultima di mantenere la propria identità formale e spaziale acquisendo valenza di estrema flessibilità, mentre la nuova stratificazione aggiunge attività innovative al programma. Il dispositivo-rampa è ciò che uniforma e plasma questo insieme giustapposto di volumi (già peraltro stratificato nella storia) trasformandolo in edificio-quartiere.
Il gioco dei prospetti segue un codice univoco per tutto il complesso, declinato attraverso partiture differenti a seconda del rapporto tra esistente e nuovi volumi. Le facciate est e sud, appartenenti al volume generato dal movimento della rampa, si articolano attraverso variazioni superficiali di un unico materiale a disegnare una composizione che prevede parti completamente opache, parti apribili, parti a brise soleil verticale, parti a brise soleil orizzontale, oltre alla presenza di larghe campate di vetro.
Il programma funzionale è stato concepito per rispondere in modo efficace a tre tematiche essenziali per un corretto approccio gestionale: massima vivibilità dell’intero complesso nell’arco delle ventiquattro ore, facilità di compartimentazione tra blocchi, chiarezza nella compartimentazione amministrativa.
Sul lato ovest, il progetto ha ragionato in logica incrementale, costruendo i presupposti per uno scenario futuribile di totale assenza di automobili.
La dinamica del percorso a terra costruisce in pochi segni gli ambiti per un’area verde articolata: una fascia di orti a fini didattici, una quinta di gradoni che affaccia su una futura piazza, con pavimentazione attrezzata (sollevabile), pronta a ospitare ogni genere di eventi.
Una fase ulteriore prevede la colonizzazione anche dell’ultima porzione di parcheggio verso la via Rastelli, trasformandola in superficie di playground e giochi di strada, destinati a sfociare proprio sulla via, ripavimentata perché sede di mobilità lenta.
Sul confine del lotto, lo storico recinto viene reinterpretato come bordo attivo a servizio della mobilità dolce e della socialità dell’area. Il ripetersi dei pilastri viene trasformato in un dispositivo scenografico fruibile: il confine diventa soglia.