PIAZZA CARRARA
Il progetto per il “Concorso internazionale in unica fase – Ambito piazza Carrara” di Bergamo qui illustrato si pone l’obiettivo di rispondere ai requisiti del bando, alle aspettative dell’Amministrazione e alla frequentazione mista della piazza da parte di residenti, scolaresche in visita ai musei e turisti.
Si è cercato di raggiungere tali obiettivi attraverso un progetto sviluppato tenendo conto delle esigenze funzionali, viabilistiche e vincolistiche esplicitate nel bando, delle trasformazioni occorse al sito negli ultimi secoli, della scelta di utilizzare materiali locali e di estendere le superfici trattate in acciottolato, come avviene in molte strade del centro storico di Bergamo.
Per quanto concerne le esigenze viabilistiche, da un lato, si propone una forma di pedonalizzazione (zona a traffico limitato) che non penalizzi coloro i quali risiedono nelle strade interessate dall’intervento, dall’altro si è prestata la massima attenzione alla de nizione di percorsi che consentano la migliore mobilità e il migliore orientamento per persone con disabilità del movimento o della vista. In particolare la creazione, nelle vaste le superfici trattate in acciottolato, di percorsi in pietra grigia locale consente di assegnare loro il doppio ruolo di corsie ove la deambulazione o lo scorrimento di sedie a rotelle risulti agevole e di rilevatori al contatto con un bastone di cambiamenti di direzioni o di linee di attraversamento dello spazio pubblico preferenziali.
Il progetto, nel suo insieme, cerca di definire una strategia di valorizzazione di un tratto limitato dell’asse stradale principale di via San Tommaso e dei due ambiti spaziali aperti che vi si af ancano: quello della piazza Giacomo Carrara, vasta e alberata, e quello di una piccola piazzetta, sorta di slargo collocato immediatamente a nord-est della piazza principale e oggi adibito incongruamente a parcheggio. Tale strategia si sviluppa a partire dalla trama delle geometrie che, in parte ancora leggibili, in parte andate perdute, hanno delineato la conformazione attuale dello spazio compreso tra l’Accademia Carrara e la via San Tommaso. L’analisi delle diverse conformazioni assunte da questo invaso spaziale nel corso degli ultimi secoli, la lettura della stratificazione di figure edilizie cancellate dal tempo ma ancora note grazie ai piani catastali antichi, l’indagine intorno agli aspetti vegetazionali che assumono grande importanza non solo in piazza Carrara, ma in tutto il territorio che si estende immediatamente a ridosso della Città Alta hanno quindi costituito strumenti utili ad ancorare il progetto alla storia di questo luogo.
A nostro avviso, infatti, in siti fortemente contrassegnati dalla presenza della storia, come è quest’area di Bergamo, le scelte compositive devono condurre non tanto ad un progetto linguisticamente aggiornato, quanto piuttosto ad un progetto che si faccia consapevole interprete del carattere del luogo in cui si insedia.
La Pianta della Città di Bergamo, stampata nel 1883, evidenzia la conformazione dell’edi cato prima della erezione delle forti cazioni del 1561 e consente di rilevare, davanti all’Accademia Carrara, ove attualmente si sviluppa un’area trattata a verde, l’esistenza di un isolato di forma triangolare. Esso di fatto corrisponde in planimetria all’odierna superficie in parte alberata e ricoperta da un prato che fronteggia l’Accademia Carrara.
La presenza di una chiesa, dedicata a San Tommaso, con pianta a croce allungata, è testimoniata da questa pianta come da successivi documenti: la mappa di Scolari edita nel 1693, la pianta redatta da Mortier nel 1704, nella quale appare evidente l’orientamento nord-sud dell’edificio religioso, la pianta del Manzini, una stampa del 1840 che testimonia ancora l’esistenza della chiesa e dell’intero isolato triangolare. Tutto sembra restare inalterato no alla mappa del catasto lombardo-veneto del 1853, che riporta il medesimo assetto rilevato nella stampa del 1840. Dopo di che l’isolato scompare a seguito di una demolizione e al suo posto prendono forma aiuole a prato, roseti e, successivamente, ippocastani e tigli, mentre appare una fontana nella piazzetta in prossimità del vicolo S. Tomaso, in coincidenza con un tratto di roggia tombinata.
A partire dai segni perduti dell’antico isolato, dalla figura della fontana, dalla roggia, dai materiali già esistenti nel sito, l’acciottolato delle pavimentazioni, il verde del prato, dalla giacitura delle unità edilizie e dalla posizione dei
portali e dei portoni, il progetto costruisce le sue geometrie, i suoi ritmi, i suoi spazi.
Le risposte progettuali alle richieste del bando di concorso agiscono per continuità più che per rottura, riallacciano un dialogo tra il presente e le figure che nel corso dei secoli hanno connotato lo spazio urbano, tentano di creare consonanze formali e materiche tra i due ambiti in cui si sviluppa l’intervento: la piazza Carrara, la piazzetta minore, la via San Tommaso e la via Noca.
Nei disegni della nuova pavimentazione della piazza, della piazzetta e delle strade contermini tornano i materiali che connotano da sempre la storia di Bergamo e si aggiungono pochi segni che hanno il semplice fine di rendere più evidenti, di sottolineare alcuni elementi edilizi, il ritmo delle facciate, le direzioni principali di percorrenza dello spazio pubblico.
Rinnovare l’immagine di questa piazza a partire dai valori formali che il sito ha espresso, a partire da quel passato in cui una piazza ancora non esisteva, costituisce l’obiettivo principale della nostra proposta. Con la volontà di attuare una valorizzazione delle gure e degli elementi della storia passata e presente di questo luogo.
Il nuovo disegno proposto per la piazza definisce tre ambiti fortemente differenziati: uno totalmente pavimentato, per lo più in acciottolato scuro, e solo parzialmente in pietra grigia o in marmo chiaro; gli altri due trattati a prato e alberati, Il primo ambito, grazie alla relativa omogeneità della pavimentazione, esalta la misura dei fronti architettonici attestati sulla piazza e costituisce spazio privilegiato di percorrenza dell’invaso pubblico. Gli altri due ambiti della piazza, grazie alla presenza del prato, all’ombra offerta dagli alberi, alle sedute lungo le zolle di terra e a margine delle vasche d’acqua si offrono come luoghi di sosta per residenti e turisti. Gli alberi spiccheranno maestosi sulla base di due gure triangolari trattate a prato e bordate da una fascia marmorea con ruolo percettivo di cornice e con funzione di seduta continua.
Se l’ambito pavimentato della piazza si presta a divenire luogo di passeggio, animato dalla presenza di sedi di importanti istituzioni museali, di istruzione superiore e di piccole attività commerciali, gli ambiti trattati a verde con gurano una serie di spazi differenziati adatti alla sosta.
Nella costruzione di risonanze formali e cromatiche tra isolato distrutto e nuova piazza, tra storia e presente, tra Bergamo Alta e esigenze contemporanee legate alle funzioni culturali dell’area, i materiali giocano un ruolo molto importante. Essi sono riconducibili a soli tre elementi:
- l’acciottolato;
- il marmo bianco di Zandobbio
- la pietra grigia locale È a tali materiali che il progetto af da la propria unitarietà gurativa e cromatica e la propria carica espressiva.
In sintesi, pochi materiali, misurati segni, selezionate figure si pongono alla base della proposta: conservazione e accrescimento delle masse arboree che accentuano un’immagine ormai consolidata nella recente iconografia fotografica della piazza; un disegno della pavimentazione che riprende in chiave contemporanea l’uso tipico dell’acciottolato a Bergamo; chiara distinzione tra luoghi della percorrenza e luoghi dello stare.