Plesso di Santa Teresa Università di Architettura di Firenze
La struttura, nata come convento nella prima metà del sec.XVII, viene adattata e trasformata in Casa di Pena intorno alla metà del sec.XIX, finché nel 1984-85, con la costruzione del carcere di Sollicciano, i detenuti vengono trasferiti nel nuovo complesso penitenziario, mentre quello di Santa Teresa viene dismesso. Il valore storico e di stratificazione della memoria che emerge, come carattere determinante di questo edificio, viene interamente recepito dal progetto che si propone di mantenere visibile la sedimentazione secolare di segni e interventi diversi, valorizzando attraverso il recupero, sia la memoria del carcere che quella più antica del convento, riportando alla luce quando possibile, l’impianto originario di quest’ultimo. Si basa su una differenziazione degli interventi, studiata sulle diverse caratteristiche delle parti della struttura. Viene fatta una suddivisione in due macroblocchi, la parte dedicata alla Facoltà di Architettura e quella dedicata al Dipartimento di Progettazione: la prima occupa i tre corpi di fabbrica che nell’800 costituirono l’ampliamento del carcere, nel braccio lungo via della Mattonaia e nei locali sul lato nord, est e ovest del chiostro (escludendo dal lato ovest il piano terra); la seconda occupa tutta la restante parte del complesso che costituisce il nucleo dell’antico convento con la chiesa, i locali intorno al cortile, parte di quelli attorno al chiostro. Le parti più antiche del complesso (costituite dal convento) sono recuperate e restaurate, vengono eliminate le superfetazioni esistenti e riportato alla luce dove possibile l’originario impianto. Anche la memoria del carcere viene tutelata conservando alcune parti, non tanto per lo specifico valore di per sé, quanto per il valore della stratificazione della memoria che caratterizza il complesso.
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