Progetto della nuova pavimentazione nella corte interna al Broletto, Pavia, 2016
L’elemento dominante della corte del Broletto appare inequivocabilmente la zona absidale del Duomo costituita dalla porzione più antica e realizzata secondo i dettami di Donato Bramante: l’abside a pianta semicircolare e i possenti contrafforti che si “appoggiano” a terra con i volumi basamentali.
La pianta inoltre (il centro dei pilastri, contrafforti, ecc.) è caratterizzata da una griglia ortogonale regolare che si sposa con la griglia pavese urbana di matrice romana e con il disegno storico a griglia ortogonale delle piazze adiacenti (p.za del Duomo e p.za della Vittoria); la corte – con il passaggio pubblico che conduce da piazza Cavagneria a piazza della Vittoria – è assimilabile non semplicemente a una corte di palazzo ma a uno spazio pubblico.
“L’impronta bramantesca è ravvisabile nelle parti inferiori del capocroce, nella cripta e nell’originaria concezione della pianta (…). Le cappelle delle sagrestie, hanno schema ottagono con cappelle estradossate e contrafforti radiali; schema dell’architettura termale romana ripresa dai battisteri lombardi”. (Borsi)
Le quattro cappelle laterali che riempiono gli angoli del capocroce contribuiscono a riportare lo schema planimetrico “ad quadratum” (si veda il San Lorenzo milanese – riferimento del Bramante – e la chiesa pavese di S. Maria di Canepanova realizzata dall’Amadeo con influssi bramanteschi) che riduce la percezione della pianta centrale, di fatto sopravvissuta e perfettamente leggibile in pianta nonostante gli interventi successivi, dalla corte del Broletto.
L’edificio del Broletto ha una stratificazione storica complessa e disomogenea con giaciture lievemente ruotate che è addossato con pianta a C all’abside del Duomo.
È quindi apparso incongruo adottare una soluzione della pavimentazione simile alle antiche corti in favore di una soluzione che risultasse non prevaricante ma congrua con gli elementi del contesto.
Il materiale di base è costituito dal cls architettonico (tipo Levocell) con pasta colorata e inerti di opportuna granulometria e colore (posata su massetto in cemento rinforzato), segnato da giunti principali a fasce in pietra (beola chiara).
I giunti secondari sottili (in piatti di ferro, spessore 2 mm. circa) sono necessari al fine di evitare crepe o cavillature per superfici superiori ai venti mq., negli spigoli vivi in pietra o relativi alle tombinature. Di fatto sono praticamente invisibili e segnano la superficie in maniera lieve.
Gli inerti sono poco sporgenti (non con eccessivo rilievo) dalla superficie della pavimentazione stessa.
I riferimenti contemporanei principali sono costituiti dalle opere di Carlo Scarpa, quali la corte interna della Querini Stampalia a Venezia o la corte di Castelvecchio a Verona.
La tonalità prevalente è costituita da sfumature di grigio con l’aggiunta di pigmenti lievemente gialli/nocciola al fine di ottenere una tonalità calda, in affinità con le pietre che rivestono l’abside del Duomo.
Le fasce in pietra si accostano al materiale principale senza stacchi evidenti.
La porzione di corte a ridosso dell’abside del Duomo è costituita da lastre in pietra a correre fino alla fine della loggetta dei notai a sud; porzione delimitata da una caditoia costituita da lastre parallele sagomate e accostate, così da lasciare un taglio continuo che conduce l’acqua alla caditoia di raccolta interrata, e separate lungo il taglio stesso da tozzetti lapidei.
La giacitura delle fasce lapidee trasversali (larghezza 20 cm; spessore 3 cm) corrisponde a quella degli assi dei pilastri del portico est.
La giacitura delle fasce lapidee longitudinali è perpendicolare alla prima – a determinare una griglia irregolare ortogonale – e sono posate a segnare l’asse delle colonne e dei pilastri rispettivamente delle ali sud e nord del Broletto, con giacitura alternata così da determinare riquadri sfalsati e apparentemente astratti, in realtà riferiti al contesto.
Un marciapiede continuo segna tre lati del perimetro corrispondenti alla base delle tre ali del Broletto.
Lungo la fascia a perimetro dell’abside viene steso un manto impermeabile interrato.
L’inclinazione e i livelli della pavimentazione seguiranno la direzione della caditoia di raccolta delle acque meteoriche.
I numerosi tombini, caditoie, pozzetti e quant’altro saranno livellati, raddrizzati e – per quanto possibile – raggruppati. I coperchi di chiusura a vaschetta proseguiranno il disegno e i materiali della pavimentazione nuova.
Le sezioni del massetto di sottofondo (12 cm) e del massetto in cls architettonico (8 cm) sono congrue con un uso anche carrabile in ragione dell’eventuale ingresso di mezzi di soccorso o di supporto a spettacoli e altro.
L’albero esistente è delimitato da fasce lapidee, coerenti con il disegno complessivo, che ritagliano un riquadro lasciato a terra.