Inserito nel tessuto storico, l’appartamento è stato pensato da subito come luogo privilegiato da cui osservare la città.
La rigida impostazione iniziale degli ambienti, disposti in sequenza e serviti da un corridoio privo di luce, è sostituita da una distribuzione più fluida, dove lo spazio è liberato dalla demolizione delle partizioni interne, ridotte al minimo indispensabile.
Le varie funzioni dell’abitare sono disposte lungo una direttrice, che rompendo la successione ritmica dei locali preesistenti, propone una prospettiva allungata.
Il corridoio, persa la sua connotazione originaria, si propone come percorso, segnalato da una variazione dell’altezza interna.
L'impiego di pochi e selezionati materiali, legno e travertino, contribuisce a creare quell’effetto di continuità, come se si trattasse di un unico grande spazio.
L'arredamento è composto da pochi elementi disegnati, come frammenti scalati e ricolloccati di architetture senesi.
Il salone è pensato come un ambiente silenzioso tutto rivolto all'esterno, che si confronta direttamente con la complessa articolazione della struttura urbana.
La città entra insistentemente nel salone, lo abita.
Qui, spingendo lo sguardo oltre la soglia della numerose finestre, incontriamo quella città mirabilmente descritta da Titus Burckhardt sul finire degli anni Cinquanta.
La magia urbana di Siena è di fronte ai nostri occhi.