Piazza Umberto I
Piazza Umberto I a Montesarchio è una piazza italiana di grande qualità ambientale pur non contando su architetture individuali di assoluto pregio.
I grandi luoghi aperti contano o sul senso dell’abbraccio, come Piazza del Campidoglio a Roma o Piazza del Plebiscito a Napoli, oppure su di una particolare tessitura paesaggistica come la multicentrica Piazza San Marco a Venezia o la inconfondibile Piazza del Campo a Siena che aggiunge al fascino della prospettiva anche la caratteristica di un piano in pendenza.
Anche Piazza Umberto definisce un ambiente paesistico possente, dominato dalla rocca e dalla torre di Carlo Poerio e bordeggiata da edilizia minore se si esclude il Palazzo d’Avalos rifatto durante il fascismo in forme severe e scarne.
La proposta progettuale è quella di intessere una forte relazione tra spazi siti a quote diverse registrando e intensificando la visione prospettica.
Molto valorizzata risulta, così, la presenza di diversi episodi, quali la torre dell’orologio, l’albero monumentale e la fontana di Ercole che una nuova e lunghissima mostra d’acqua, rimodulando il bordo dei ferrai e alterando completamente la forma dell’invaso contribisce a migliorarlo in un fitto e intenso dialogo tra le parti.
Il materiale di questo lavoro è essenzialmente un monocromo di pietra chiara, tipo Trani che si alterna allo scuro delle pavimentazioni a cubetti in pietra vulcanica ripresi e ricomposti laddove carenti.
Anche per i marciapiedi è stato proposto un nuovo disegno composto dalla stessa materia scura.
Il progetto, regolarmente approvato dal Comune e dalla Soprintendenza è attualmente in fase di realizzazione.
La volontà di costruire una piazza che vivesse anche di notte e che non divenisse un pericoloso e degradato parcheggio buio, tal quale oggi è, ha spinto , in corso d’opera, a immaginare una sostanziale pedonalizzazione dello spazio e una sua opportuna illuminazione per renderlo fruibile e utile durante le varie ore del giorno e lungo il mutare delle stagioni.
In breve, l’idea è stata quella di fare vivere lo spazio perché non risultasse in alcun modo degradato, e si ponesse come il vero cuore storico e pulsante della città.
Quindi , dopo un lungo dialogo con la Soprintendenza di Caserta, iniziato a cadenza settimanale da marzo 2009 e costituito da un proficuo confronto con il responsabile della provincia di Benevento architetto Buonomo si è giunti alla soluzione che oggi presentiamo.
Pertanto, si è prima puntato su di un unico faro illuminante di grande dimensione riducendo a nulla gli altri corpi luminosi.
Di questo corpo lampione ne sono state elaborate varie versioni che alleghiamo proprio al fine di documentare l’approfondimento degli studi effettuati.
Si è poi scelto un corpo centrale luminoso , una sorta di candela vitrea alta dodici metri accompagnata da alcune strutture puntiformi di acciaio inox per illuminare i lati della piazza, strutture alte circa otto metri come le lampade oggi presenti.
Anche questa soluzione -che pure sembrava convincere gli attori del processo- ha trovato però il Soprintendente discorde e allora si è immaginato di costruire uno stelo luminoso alto circa 10 mt e quindi ben 2 metri più basso del precedente.
Questo corpo luminoso è accompagnato da semplici steli di acciaio alti circa otto metri che contribuiscono a rischiarare la piazza e si dispongono quasi a segnare la memoria dell’antico percorso alberato e sterrato che attraversava, ai primi del novecento, l’invaso principale del paese.
Dal punto di vista architettonico e illuminotecnico questa soluzione ci sembra ottimale perché il lampione centrale non supera l’altezza degli edifici circostanti non ponendosi come un fuori scala mentre le lampade laterali accompagnano con un disegno immateriale i flussi pedonali storici della piazza.
L’acciaio argentato, e il vetro per le parti luminose ci sembrano significativi elementi da considerare in quanto stabiliscono una continuità concettuale e materiale con il disegno dei vicini spazi aperti di piazza Carlo Poerio e della realizzata piazza Vittorio Veneto.
Con opportuna illuminazione puntiforme e scenografica dal basso verrà poi rischiarato l’albero e la torre dell’orologio nonché la fontana di Ercole.