Riqualificazione di Piazza Roma, Piazza Grimoldi e Via Pretorio
Il progetto presentato è il risultato di un concorso di progettazione indetto dalla città di Como nel 2014, che ha avuto come obiettivo la riqualificazione di una vasta area centrale adiacente al Duomo e comprendente anche il riordino e la riqualificazione dell’area di piazza Roma.
Le giaciture e il disegno delle nuove pavimentazioni realizzate in lastre di Porfido del Trentino definiscono il carattere di questi ambiti urbani, risultato delle stratigrafie della città storica. Il sedime della nuova piazza urbana ricalca le giaciture dell’antica cattedrale comasca risalente alla seconda metà del XI secolo e preesistente all’attuale Duomo. L’odierna facciata della chiesa di San Giacomo, è quindi il risultato di continue modifiche e demolizioni delle preesistenze, per fare spazio via via alla costruzione della grande cattedrale e dell’adiacente broletto.
La demolizione del rimanente nartece di San Giacomo, ormai completamente modificato e occupato con abitazioni e botteghe artigiane, che sopravvivono alle trasformazioni delle città di inizio novecento, definisce l’attuale assetto urbano di questa parte di città.
Da qui le considerazioni progettuali e di disegno urbano, unitamente ai ritrovamenti archeologici delle preesistenze monumentali sotto pochi centimetri di terra e asfalto, hanno definito l’assetto del nuovo spazio pubblico e la sua nuova configurazione architettonico- spaziale.
La nuova piazza Grimoldi, prospiciente la facciata di San Giacomo, è delimitata verso via Plinio da una soglia di quattro Morus Platanifolia “Fruitless” , una sorta di pergola, un broletto verde, allusione all’antico nartece di San Giacomo e anche memoria storica del laborioso territorio comasco e della produzione della baco da seta.
Al di sotto, la pavimentazione realizzata in risciada, finitura tipica della città ottocentesca e recuperata dalle operazioni di scavo e di cantiere, delimita l’area interessata dai ritrovamenti storici. Qui lievi segni in ferro Cor-ten, ricalcano l’immagine delle preesistenze interrate, ridisegnandone i tratti fondamentali, a futura memoria.
Ai lati più esterni di questo nuovo nartece, otto corpi illuminanti a forma di esili spilli, hanno l’intento di sdrammatizzare la potente simmetria complessiva dell’impianto, ancor più accentuata dalla passatoia in granito grigio disegnata in asse all’ingresso dell’attuale chiesa di San Giacomo e dalle due fontane abitate, realizzate con blocchi di massello di pietra di Moltrasio appositamente cavato e lavorato per questo progetto.
L’uso del Moltrasio, medesimo materiale della torre campanaria del Broletto, viene qui volutamente presentato in forme e finiture contemporanee: con superfici levigate per le sedute e i volumi esterni, ad accentuare la natura scistosa del materiale, a spacco e lavorato a mano come la tradizione insegna, per l’interno delle vasche e per gli affilati e massicci bordi di sfioro. L’acqua sfiorando lungo il perimetro, crea un piano perfetto, uno specchio, l’immagine riflessa della città storica.
Così il nuovo spazio si è riappropriato del luogo, una nuova luce valorizza gli antichi cromatismi sino a ieri dimenticati dall’opacità dell’asfalto.