INSERTO
Finalista.
Concorso internazionale di idee per il recupero e la valorizzazione della torre archivio del Palazzo Ricca | Fondazione Banco di Napoli
Incipit. Ripensare spazi all’interno di un edificio storico protetto come Palazzo Ricca spinge al confronto con l’esistente per dare risposte contemporanee. L’analisi dello stato di fatto evidenzia come la torre archivio sia un oggetto estraneo al disegno originario, completamente svincolata dalle dinamiche classiche del palazzo, con l’interessante sconnessione tra distribuzione degli spazi orizzontali e fronte dell’edificio. Inoltre svincolare il bando da un programma funzionale chiaro spinge il progettista ad interrogarsi sul ruolo attuale degli spazi pubblici di luoghi segnati dalla storia ed incastonati nel cuore della città. La proposta si tiene in equilibrio tra due finalità contrapposte ma coniugabili. La volontà di dotare la Fondazione di un progetto elegante e decoroso, in continuità con l’idea che gli edifici chiave del tessuto urbano possano resistere alle mode e integrarsi con il trascorrere del tempo, e l’intenzione di aprire al pubblico un luogo sui generis, che prenda le distanze dal concetto comune di museo da visitare e dimenticare, ma si relazioni con i fruitori in modo domestico e quotidiano.
Recuperare l’ordine. La demolizione completa dei ballatoi e del sistema di archiviazione esistente è il presupposto per l’innesto di piani che recuperino l’ordine delle facciate. In questa dinamica si vuole abitare la torre, con una successione che introduca differenti destinazioni d’uso e di atmosfera, dal livello della strada al quarto piano. Inoltre la possibilità di intervenire nella piccola corte interna risulta un’occasione sfruttabile per dilatare all’esterno lo spazio in pianta e riqualificare la vanella, ad oggi in uno stato di degrado evidente.
Un volume verticale. L’inserimento di questi solai non mira tuttavia a ricomporre la classica sovrapposizione di ambienti, ma cerca di mantenere vivo il ricordo della torre come elemento anomalo, concepito in maniera indipendente dalla facciata. Per denunciare questa caratteristica gli ultimi tre livelli vengono arretrati dal fronte principale su Via dei Tribunali. L’operazione ha l’obiettivo di indurre sul visitatore una percezione verticale dello spazio, una sorpresa che evidenzia l’indipendenza del sistema di aperture dai piani di calpestio. In questo si pone l’accento contemporaneo dell’intervento, che mantiene comunque la possibilità di traguardare la strada esterna da ogni livello.
Il sovrapporsi di piani arretrati viene rafforzato dalla presenza di una parete-archivio, che occupa per intero il lato ovest della pianta. Un grande reticolo a maglia quadrata in legno di ciliegio unifica il progetto e si presenta come elemento principale al confine tra arredo e architetture. La libreria intende ospitare parte dell’archivio, con volumi che traslano dal loro abituale significato: da elementi nascosti, testimonianza del passato, a costruzione della nuova Torre Archivio, vera e propria presenza fisica, struttura del progetto. All’interno di questa enorme parete di 7x19 metri si inseriscono i solai come lame orizzontali, ognuno dei quali mantiene contemporaneamente una propria identità attraverso contenuti specifici.
La scala come narrazione. La distribuzione verticale rappresenta la spina dorsale intorno alla quale si svolge il progetto. La scelta di realizzare un blocco ex novo, tralasciando quello presente, non è stata dettata per la sola necessità di separare i flussi da quelli dell’archivio esistente. La scala ha infatti un ruolo principale all’interno dell’intervento, con lo scopo di accompagnare il visitatore lungo l’intero percorso, ed introdurlo alle differenze dei diversi livelli attraverso la sua uniformità.
Dal piano terra si manifesta come oggetto protagonista dello spazio, con una prima rampa in asse con l’ingresso che poi ruota di novanta gradi conformandosi parallelamente alla facciata prospicente la vanella. Dal primo piano, e con lo stesso andamento in quelli successivi, il corpo entra ed esce dal sistema di aperture esistenti accompagnando l’esperienza dei visitatori in un continuo alternarsi di interni ed esterni. Due rampe contrapposte, che si piegano ed abbracciano il prospetto della corte, in un gioco che sfrutta le aperture esistenti senza modifiche all’apparecchiatura muraria. La scala si conforma alla dimensione delle finestre, come un continuo che trova spazio nelle grandi forature, ridisegnando solo il sistema degli infissi. La copertura della corte garantisce il comfort ambientale e dilata lo spazio di influenza della torre archivio. L’ascensore, posizionato in asse con la rampa interna al prospetto, delinea chiaramente la divisione in pianta della proposta, che si configura come una successione di strisce orizzontali: il volume sul fronte di Via dei Tribunali, gli spazi serviti, la distribuzione verticale ed i filtri, il volume della corte.
I nuovi spazi. Le destinazioni d’uso che si succedono nell’ascesa verso la cima della torre comprendono: accoglienza, spazio caffè, spazio calmo, spazio laboratorio, spazio eventi. Il prospetto esterno è stato mantenuto completamente inalterato ad eccezione dell’intervento sulla porta d’ingresso. Una cornice di bronzo denuncia la presenza della Torre Archivio alla città e contiene una doppia chiusura per il controllo della temperatura dell’aria interna. Il piano terra contiene l’accoglienza contrapposta al bookshop, che occupa la stanza contigua all’ingresso. Le pareti di questo, vengono rivestite fino all’altezza del parapetto con una resina che si insinua nelle concavità della sala, per caratterizzarne lo spazio. Il bancone informativo e gli altri arredi utilizzano lo stesso materiale di rivestimento della scala, che viene riproposto anche negli elementi di finitura delle pareti. Il sistema di illuminazione ha l’obiettivo di introdurre una luce diffusa e non interferire con la centralità del corpo scala. Gli altri ambienti alla quota della strada comprendono un blocco servizi igienici con spazi per il personale e due vani per magazzino ed ufficio, collegati con il bookshop. Il primo livello in quota ospita lo spazio caffè, al quale si accede direttamente dalla corte, che viene rialzata rispetto alla quota attuale, per allinearla al solaio della Torre Archivio. La vanella costituisce una naturale estensione della caffetteria e identifica una condizione di luce naturale contrapposta all’atrio d’ingresso. All’interno di questa superficie uno specchio d’acqua specchia il prospetto per suscitare un gioco di riflessioni della scala e degli interni. Inoltre può ospitare sculture o installazioni progettate ad hoc per la fondazione, promuovendo una scena suggestiva che sottolinea la vocazione culturale dell’edificio. Lo spazio caffè delinea un servizio per tutto l’edificio, compreso l’archivio esistente, con l’intenzione di cucire un legame quotidiano con la città e con i visitatori dell’intero Palazzo Ricca.
Proseguendo si incontra lo spazio calmo, il livello più contenuto e di maggiore intimità dell’intera torre. Questo piano, ospita un grande seduta morbida che conforta i fruitori durante la lettura di riviste e giornali. La funzione di emeroteca cerca di assecondare la volontà del progetto di rivestire un ruolo quotidiano, continuativo, non un unicum da visitare eccezionalmente. Il terzo piano ospita lo spazio laboratorio, teatro multiforme di uno scambio continuo tra le persone. Un luogo dove imparare, insegnare e condividere. Queste due funzioni ritagliano all’interno della parete-archivio degli ambiti di supporto alla loro caratteristica, che si incorniciano nel sistema di libreria principale. Anche i corpi illuminanti impiegati sono dello stesso tipo: lampade da tavolo in tubolari di bronzo, per un’illuminazione supplementare concentrata sul singolo fruitore. In corrispondenza del fronte principale si affacciano su grande volume, in modo da avere sia uno scambio continuo con la verticalità della Torre Archivio sia un affaccio esterno traguardando dalle finestre esistenti.
Lo spazio eventi occupa l’ultimo livello ed è caratterizzato da un sistema di pannellature mobili che lo racchiude su tutti e quattro i lati. Questa funzione, che corona l’avvicendarsi della scala, rappresenta uno spazio multifunzionale per spettacoli, incontri ed esibizioni. Uno white box isolato in grado di assecondare molteplici esigenze e trasformarsi all’occasioni da stanza completamente chiusa, ad affaccio filtrato verso il fronte esistente e l’enorme vuoto che guarda alla caffetteria.
Il sistema di pannellature lungo questo lato rappresenta una quinta composta da una fascia bassa fissa ed una alta con ante apribili verso l’esterno. Gli ultimi tre piani sono dotati di piccoli servizi, localizzati nella fascia di distribuzione verticale, in corrispondenza del sottoscala. All’intradosso del solaio di copertura un sistema di pannelli microforati fonoassorbenti conclude lo sviluppo della sezione per isolare acusticamente l’ultimo livello ed ospitare il sistema di illuminazione di led puntiformi.