Parcheggio multipiano fuori terra, residenze per studenti e spazi commerciali
L’occasione progettuale di ridisegno di Piazza Alberti a Firenze diventa lo spunto per sperimentare in scala architettonica e urbana il rapporto con la storia e risolvere in maniera equilibrata la relazione con i linguaggi presenti nel contesto. L’edificio parcheggio non deve essere un inevitabile ma imbarazzante dazio da pagare in cambio della comodità di avere a disposizione un veicolo per spostarsi in città. Al parcheggio viene restituita la dignità di un’architettura alla stregua di un edificio residenziale o commerciale, al quale trasferire la medesima cura progettuale. Da queste premesse deriva la scelta di definire spazi legati alla piacevolezza di alcuni elementi sensoriali, generalmente abbinati agli spazi urbani di qualità: luci, ombre, filtri visivi, trame matematiche, incastri ed incontri volumetrici, contrasti cromatici. Il progetto della piazza fa sue le istanze suggerite dal contesto. Quelle immediate, visive, degli allineamenti volumetrici cin i fabbricati adiacenti, le presenze architettoniche lungo via Campofiore e i rapporti tra i vuoti e i pieni degli edifici ma anche quelle “tattili” e materiche, eredità di una modernità fiorentina caratteristica dal dopoguerra fino alla fine degli anni ’70, caratterizzata da una saggezza compositiva e costruttiva che ritrova in alcuni segni comuni un’apparenza al luogo senza ostentarla. Una modernità che, a sua volta, deve molto alla tradizione rinascimentale, ad esempio nel diverso trattamento fra il basamento ed il volume sovrastante, con un forte aggetto basamentale per creare un deciso fascio d’ombra che avvolge il passante nel contrasto materico fra la pietra/cotto e l’intonaco, nella proposizione degli elementi finestra come momenti importanti nella composizione di un prospetto, nel contrasto fra volumi orizzontali e volumi verticali a creare passaggi, coni visivi, tagli luce. Il contesto propone anche occasioni impreviste, che vengono colte e diventano elementi imprescindibili del progetto. Qui in piazza Alberti il provvidenziale “incidente di percorso” che aggiunge valore all’intervento è il ritrovamento delle 3 sepolture longobarde, avvenuto durante gli scavi, che richiede una decisione sull’approccio del reperto. Il quotidiano contemporaneo trova un’occasione per “costringere” all’astrazione, accostando ai rumori e alla vita dell’oggi il silenzi e la solennità di una presenza tangibile che risale a 500 anni fa.