L'Architettura è la Città
CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE
PIAZZALE DEGLI ALPINI
BERGAMO
Il contesto
Piazzale degli Alpini si presenta oggi come un’ecosfera costituita da tre componenti fondamentali: l’insieme eterogeneo degli edifici sorti nel corso del tempo (dalle cortine edilizie di fine Ottocento, all’Autostazione, fino alle grandi strutture scolastiche); una fitta e discontinua vegetazione, che influenza non solo la percezione ma anche l’attuale fruizione della piazza. E infine, il sistema degli spazi aperti, che definiscono un grande vuoto delimitato dal viale ferdinandeo e da altri assi viari minori.
Nel leggere le dinamiche urbane attuali secondo questa chiave interpretativa, la presente proposta progettuale alimenta la tensione e il dialogo tra gli elementi costitutivi di Piazza degli Alpini, e attraverso una generale operazione di riequilibrio formale e funzionale, prova a introdurre nuovi segni all’interno di un sistema urbano ampiamente stratificato.
L’impianto strategico
L’Architettura è la Città reinterpreta il tema classico della piazza coperta, per adeguarlo alle esigenze e alle caratteristiche del contesto bergamasco.
La piazza coperta –intesa come palinsesto neutro permeabile e attraversabile in ogni punto– si presenta come un gesto formale omogeneo nella sua concezione strategica, ma frammentato nell’ articolazione volumetrica dei suoi spazi. Quello che si propone in Piazzale degli Alpini è un ecosistema ibrido che permetta una ridefinizione delle categorie classiche: natura vs. città, interno vs. esterno, individuale vs. collettivo.
L’Architettura si fa città: non solo forma, o oggettualità, ma sistema integrato capace di attrarre e accogliere differenti istanze.
Il risultato è una costellazione di micro-cosmi –ciascuno con le sue funzioni e le sue caratteristiche– in cui l'architettura funge da elemento di mediazione tra natura e cultura, e accoglie al suo interno la vegetazione esistente.
All’apparente omogeneità planimetrica si contrappone la dinamica articolazione della copertura, che prevede differenti inclinazioni, distinte destinazioni programmatiche, e un rinnovato dialogo con la natura.
L’analogia formale tra pavimentazione e copertura rende l’Architettura è la Città un continuum spaziale: ogni elemento secondario del progetto (arredi, segnaletica, locali tecnici, cestini, postazioni di ricarica elettrica, etc.) deriva e risponde a tale scelta strategica.
La definizione di diversi spazi coperti incoraggia distinti tipi di attività: mercatini, concerti, manifestazioni pubbliche, eventi di altro tipo. I padiglioni leggeri che ospitano bar e locali commerciali possono essere facilmente smontati, riposizionati e modificati nel corso del tempo. La flessibilità, tanto funzionale come concettuale della proposta di progetto, è totale.
L’Architettura è la Città include un grado latente di indeterminazione capace di prevedere futuri cambiamenti e sopraggiunte esigenze.