riqualificazione cammino di San Vito e nuovo belvedere
Il Cammino di San Vito
Il cammino che conduce dal borgo di Cutigliano al Poggio di San Vito raccoglie in un comune tracciato condizioni ambientali dissimili; possiamo immaginare il cammino come il graduale transito da uno spazio fortemente antropizzato ad uno in cui gli assetti naturali risultano, con magnificenza, dominanti. Il progetto intende non tradire tale fisionomia, ed anzi cogliere in essa i suggerimenti necessari per la sua proposta di generale riordino. Si riconoscono dunque quattro aree, o tappe: il borgo, la promenade, il sentiero, il belvedere. Ad ogni sezione del percorso corrisponderà una stele-punto di informazione e la messa a dimora di specifiche specie vegetali, quali strumenti di supporto alla conoscenza ed identificazione dei luoghi.
Il borgo, dalla chiesa di San Bartolomeo al Fosso di Ronchi
L’inizio del cammino, per circa 400 metri, è strada ancora appartenente alla forma urbis. Si propone che in questo tratto si prosegua il selciato in pietra arenaria macigno in concordia con il manto presente in paese, dotando la strada di un corredo di elementi di servizio - sedute, illuminazione pubblica, cestini. In analogia con quanto fatto in passato le panche di via saranno allocate lungo la parete a monte, strutturandosi in continuità con le spalle murate.
In questa zona le stazioni di informazione descriveranno la storia del borgo e dei suoi luoghi, le sue espressioni d’arte, le culture popolari sedimentate, la tradizione del culto.
La promenade, dal Fosso di Ronchi a Villa Margherita
Il secondo tratto si snoda per una lunghezza di circa 700 metri; abbiamo associato a questa parte la tipologia del viale in un parco, secondo una matrice risalente al XIX secolo; un modello capace di riunire in un medesimo insieme aspetti naturalistici e costrutti artificiali. La pavimentazione opzionata è in calcestruzzo artistico in modo da garantire l’attuale percorrenza meccanizzata; seppure con una frequenza di impiego minore, il segmento sarà dotato di un arredo a completamento di quello esistente.
La segnaletica avrà come suo focus la storia della modificazione antropica del territorio: il sistema dei poderi montani, le coltivazioni agricole, i pascoli, la tramatura delle opere infrastrutturali - le vie, i ponti, le dighe.
Il sentiero, da Villa Margherita al Poggio di san Vito
La terza frazione è costituita dagli ultimi 500 metri del cammino. In accordo con quanto già in nuce il percorso avrà il carattere di un sentiero nella natura, una strada bianca libera da sovrastrutture artificiali il cui suolo sarà reso maggiormente fruibile grazie all’uso di stabilizzanti naturali; l’attenzione progettuale sarà prioritariamente orientata alla manutenzione ed al ripristino del patrimonio forestale.
I punti informativi riguarderanno l’ecosistema appenninico nelle sue molteplici valenze: la flora, la fauna, il clima, la geologia, l’idrologia.
Il belvedere, Poggio di San Vito
Quale traguardo e meta ultima essa raccoglie tutti gli spunti disseminati lungo il cammino senza tuttavia cadere in un elementare didascalismo. I molti temi e motivi saranno suggeriti dalla stessa morfologia del nuovo manufatto e dalla sistemazione dell’area aperta. Ciascun visitatore potrà individuarli e connetterli tra loro: gli affioramenti rocciosi, le tracce dell’antico oratorio, lo sguardo guidato in direzione dei paesi lontani, il traguardo cangiante del bacino della diga a valle.
Le specie vegetali
La caratteristica distintiva delle specie vegetali prescelte è la rusticità; ciò - oltre che rispondere a requisiti funzionali quali la richiesta di una bassa manutenzione - corrisponde anche al tratto sobrio ed austero dell’architettura rurale dell’Appennino. Nel primo tratto verrà ripristinata e piantumata dove assente, la siepe di bosso, verranno messe a dimora piante di pero corvino (Ameliancher ovalis) e Rosa villosa. Nel secondo tratto oltre alla siepe di bosso da completare sono previste rose e viburni intorno alle sedute in pietra (Rosa viscosa, Rosa marginata, Viburnum opulos). Nel terzo ed ultimo tratto sono previste specie con caratteristiche adatte a consolidare le scarpate e le modeste pendenze di progetto. Berberis vulgaris e Uva crispa nel terreno come coprisuolo consolidanti, Cotoneaster tomentosus e Rhamnus alpinus per la scarpata lungo la rampa di accesso al belvedere. Nel prato intorno al Belvedere fiori spontanei e piante tappezzanti (Iberis sempervirens, calendule, fiordalisi, cosmos, malvacee, timo, menta, achillee) saranno le protagoniste di magnifiche fioriture nella stagione primaverile ed estiva creando quella biodiversità portatrice di bellezza e stupore.
La segnaletica
La comunicazione sarà inserita su steli realizzate con lo stesso materiale e la stessa finitura con cui sarà costruito il belvedere (una modalità per diminuire lo spettro dei materiali utilizzati). Le scritte saranno incise e lievemente patinate per una migliore leggibilità (se ritenuto opportuno potranno trovare alloggio scritture in codice Braille). Il disegno che affianca il logo “Il cammino di San Vito” riprende simultaneamente l’andamento di una foglia di palma - iconografia della gloria, sovente associata alla persona del santo martire - ed il tracciato mistilineo del tragitto.
La linea sospesa: il progetto del belvedere ed il riordino di Poggio San Vito
Il progetto si articola secondo due interventi. Il primo riguarda la realizzazione del belvedere, un successivo concernente la sistemazione del Poggio.
Giunti dal cammino di San Vito l’attuale breve rampa che dà accesso al Poggio sarà sostituita da un percorso che rimarrà alla quota del sentiero; questa nuova “linea” è un netto taglio nel terreno che accompagna longitudinalmente l’intera superficie dello spiazzo per poi lanciarsi in aggetto verso la valle della Lima - una sorta di estremo allungo del cammino stesso. L’incisione minimizza l’impatto percettivo dell’opera e chiudendo la vista dell’intorno per una sua porzione enfatizzerà il momento in cui l’occhio potrà spingersi a cogliere il profilo dei rilievi sull’orizzonte. Sulla muratura di contenimento eventuali affioramenti rocciosi saranno inglobati, così come potranno essere scolpiti fregi che rammentano l’”archeologia” dei luoghi - dalle incisioni rupestri alla cultura figurativa longobarda. Un’unica interruzione nella cortina permetterà, attraverso una scala in pietra, di raggiungere il livello superiore del pianoro. I materiali previsti sono il cemento armato di colore rosso bruno - ottenuto con un impasto contenente polvere di arenarie del monte Cervarola e finito tramite una leggera dilavatura - per la parte incavata e l’acciaio ed il legno di rovere patinato per la sezione in aggetto.
Le trasformazioni sul poggio saranno molto contenute. I due lati corti della bassa muratura che sorge sul ciglio a sud verranno prolungati su un lato attraverso una muratura simile che funzionerà da ampia seduta, su l’altro per mezzo di una piega leggera del terreno. Una modalità per restituire geometria e regolarità alla superficie del piano, evocando la presenza dell’antico oratorio. Il declivio in direzione del bordo del belvedere sarà tappezzato da Iberide sempreverde (Iberis sempervirens) e Wild Flowers. Sgombro dalla corona di piante infestanti che lo cingono il fondale luminoso della valle tornerà ad occupare la scena del pianoro; su di esso la grande croce costituirà l’unico segno emergente del sito, affatto compromesso dal nuovo innesto del belvedere, ribassato e radicalmente sviluppato secondo l’asse orizzontale.
Una rampa ricavata sul margine ad oriente consentirà infine di raggiungere direttamente il Poggio indipendentemente dal corridoio del belvedere.