Mercati di Traiano
Interventi ai mercati di Traiano: la via Biberatica e via della Torre delle Milizie; al giardino delle Milizie.
L’intervento di restauro e sistemazione museale dell’area archeologica dei Mercati di Traiano nasce dall’invito a presentare proposte, avanzato dal comune di Roma e dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali dello stesso Comune, nel 1997, a seguito delle nuove campagne di scavo condotte tra gli anni ’80 e gli anni ’90. Nella sua elaborazione, il progetto ha dovuto conciliare i caratteri di monumento storico ed artistico con i requisiti di un centro museale dotato di servizi tecnologici, didattici, di ricezione, di consultazione ed accessibile a diverse categorie di visitatori.
Il progetto si è proposto di migliorare la fruibilità del sito, mediante interventi sul sistema della viabilità con il restauro e reintegro delle antiche pavimentazioni e con soluzioni puntuali per il superamento della barriere architettoniche.
L’intervento si è posto come obiettivo il ristabilimento della continuità spaziale e funzionale tra la via Biberatica , il giardino delle Milizie e la via della Torre, rendendo tali percorsi accessibili a tutti.
I criteri progettuali perseguono i seguenti principi nell’approccio ai resti archeologici:
- riconoscibilità dell’intervento;
- reversibilità dei dispositivi non strutturali;
- rispetto dei materiali costituenti le forme costruire;
- centralità dell’identità del luogo.
Il sistema dei Mercati di Traiano, rispetto ad altri resti archeologici nell’area dei Fori Imperiali, presenta alcune caratteristiche particolari dal punto di vista architettonico che vale la pena sottolineare: innanzitutto la conservazione del carattere urbano e, insieme, “edilizio” del complesso; in secondo luogo, l’organizzazione morfologica e tipologica propria di una struttura spaziale costruita su quote diverse, comprendente fabbriche di crinale, di pendio ed elementi di fondovalle, connessi tra loro da percorsi orizzontali e verticali continui. Gli interventi proposti offrono, da un lato, una percorribilità dell’area facilitata mediante l’inserimento di strutture strettamente funzionali al superamento delle barriere architettoniche e, sia dal punto i vista strutturale che percettivo, non invasive; dall’altro, la leggibilità dei diversi ambiti archeologici mediante l’uso di tecniche e materiali coerenti con la natura del monumento.
Gli interventi sul parterre archeologico hanno ricercato, per mezzo di completamenti, integrazioni e restauri delle pavimentazioni originali, la migliore caratterizzazione degli ambiti archeologici non ancora indagati, nell’obiettivo principale di distinguere spazialità interne rispetto a quelle esterne. L’obiettivo è stato perseguito attraverso la ridefinizione dei limiti murari, la precisazione di ambiti di soglia, l’integrazione ed il completamento dei marciapiedi e la pavimentazione di superfici in stato di abbandono. I marciapiedi, le tecniche costruttive, i disegni a terra che sono stati adottati mantengono un grado di affinità con i valori materiali propri del monumento, e allo stesso tempo anche con le operazioni di restauro che nel tempo hanno mostrato maggiore capacità di integrazione con le struttura originarie.
Il superamento delle barriere architettoniche ha rappresentato un tema particolarmente complesso sotto il profilo delle relazioni tra le nuove strutture e il monumento.
I Mercati di Traiano si articolano su ben sei livelli, collegati da scale spesso molto ripide. Il problema è stato affrontato assicurando per mezzo di passerelle in legno e in ferro e attraverso una pedana elevatrice la percorribilità di tutto il complesso archeologico.
Si tratta di interventi nel rispetto di quanto fissato dalla normativa vigente. E’ necessario considerare, però, che nonostante il ruolo strettamente funzionale che tali strutture assumono nel contesto archeologico, dichiaratamente espresso dal carattere reversibili delle tecnologie utilizzate, esse partecipano di fatto all’immagine complessiva del luogo, trasformandone anche parzialmente l’assetto originario. Se da un lato è quindi irrinunciabile l’esigenza di affrontare e di risolvere il problema della mobilità aperta a tutti all’interno degli spazi pubblici, dall’altro è altrettanto indispensabile governare tali trasformazioni imponendo la qualità del progetto come principio fondamentale. Quindi, senza perseguire l’illusione di integrazioni mimetiche nel contesto storico-monumentale, le scelte proposte, le collocazioni dei singoli organismi e le loro tipologie di salita o di attraversamento, oltre ad essere strettamente motivate dal rispetto del sito e dall’esigenza funzionale, mantengono una loro forte identità.
Al giardino delle Milizie
All’interno del complesso dei Mercati di Traiano quello spazio libero compreso tra il fronte orientale della Grande Aula, la chiesa di S.Caterina, la torre delle Milizie, è il prodotto degli interventi radicali di demolizione operati tra il 1911 e il 1932 che hanno interessato le strutture murarie medievali e il convento di Santa Caterina nell’ obiettivo di liberare il monumento imperiale da “scomode convivenze”.
Il giardino delle Milizie si presenta come un piccolo “vuoto” inserito in un contesto monumentale stratificato dove convivono resti romani, medioevali, rinascimentali e della Roma Moderna; esso rappresenta l’eccezionale occasione dove poter riscontrare in una sintesi spaziale, l’azione del tempo: sovrapposizioni, ibridazioni, demolizioni, ricostruzioni si alternano in una successione spesso contraddittoria ma di efficace potenza narrativa ed espressiva oltre che di una perturbante attrazione estetica.
Adiacente al fronte orientale della Grande Aula si apriva un grande cavo: uno sterro regolare profondo circa 6mt, prodotto dagli interventi di indagine archeologica svolti negli ultimi due decenni del secolo scorso.
Dallo scavo emersero i residui murari scampati alla demolizioni del convento di S.Caterina -due tratti di volte a botte, con relativi archi di scarico, che un tempo erano posti a copertura del vano della scala rinascimentale- un corridoio voltato, in parte scavato nella muratura della grande cisterna ex torre medioevale realizzato in scheggioni di tufo e materiale di recupero e nell’interstizio tra corridoio voltato e muratura di contermine della Grande Aula, ad una quota di circa 6mt al di sotto del piano di calpestio del sovrastante giardino, un marciapiedi in lastre di travertino a forte spessore.
Tale ritrovamento, riferito alla fase romana del monumento, offriva la restituzione della quota di calpestio originale e, di conseguenza, la comprensione dell’unità di prospetto dell’edificio Traianeo, la cui lettura era stata ostacolata dall’apposizione delle due grandi cisterne appoggiate direttamente al manufatto romano originale e dai successivi riempimenti.
In un quadro d’insieme così delicato, dove in poco più che in una grande stanza ipogea, in una condizione di fragile equilibrio statico delle strutture, si offrire la grande opportunità di percepire l’originaria quota di fondazione della fabbrica Traianea e la natura delle diverse strutture architettoniche che ne modificarono la fruibilità.
In questo contesto il progetto propone il raggiungimento di due obiettivi: da un lato, la restituzione di una immagine significativa ed ordinata delle superfici del Giardino delle Milizie e dall’altro la fruizione del sottosuolo mediante il consolidamento e restauro delle superfici e delle strutture antiche e la conservazione del marciapiede romano.
Le opere di contenimento del cavo e di consolidamento delle volte hanno seguito la filosofia già sperimentata nel complesso Traianeo rendendo le strutture in legno e ferro evocative della tradizione tecnica e costruttiva del cantiere antico.