Il progetto di recupero di un fienile in legno è stato l’occasione di dare nuova vita a un edificio strutturalmente complesso in un contesto fragile come quello delle Dolomiti, riconosciute dall’Unesco patrimonio universale dell’Umanità, attraverso pochi gesti misurati. Nel Cadore questi edifici vengono tradizionalmente chiamati Tabià, sono costruzioni tradizionali in legno e pietra adibiti principalmente a stalla al piano terra e a fienile ai piani rialzati.
L’edificio preesistente è stato privato del tamponamento ligneo (adeguatamente ripulito, catalogato e reinserito sull’edificio) in modo da liberare la struttura di travi e pilastri in legno e svelarne la complessità spaziale e i nodi strutturali. Sono stati inseriti nuovi profili in acciaio negli spazi interstiziali in modo da rinsaldare la struttura lignea e staffe in acciaio a rinforzo degli incastri più deboli: si tratta di rinforzi inseriti in opera sfruttando i minimi spazi tra il castello di travi preesistente collaboranti alla struttura originaria. Le parti metalliche sono state dipinte di nero, evidenziandone così la presenza e la funzione. L’esistente castello in travi e pilastri di larice è stato mantenuto per la maggior parte allo stato originale.
Esternamente, sulla facciata nord è stato eliminato un annesso accostato all’edificio in tempi successivi alla costruzione originaria, ripulendo così la rampa principale di ingresso. La volumetria così svincolata ha consentito di realizzare un piccolo ampliamento nel vuoto residuale tra l’edificio e la rampa di accesso che conduce al terzo piano, permettendo così di ricavare al di sotto di essa un corpo scala interno e i servizi igienici. In questo modo i volumi di servizio sono stati mantenuti all’esterno del compatto volume originario, valorizzando la pulizia architettonica dell’edificio. La differenza cromatica evidente tra ampliamento e recupero (tavole in larice nuovo per ampliamento e serramenti e tavole larice originario) evidenzia la natura mutevole di un edificio in legno: col tempo tavole nuove cambieranno colore a seconda dell’orientamento dell’edificio e dell’incidenza della luce.
Importante attenzione è stata riservata alle aperture, in modo da garantire una continua relazione visiva con il paesaggio circostante – Monte Civetta a sud, Marmolada a ovest e Monte Pelmo a est – e garantire ampi e luminosi spazi interni.