Trimesh
Molti quartieri pubblici sorti negli anni ‘50-60 del XX secolo si configurano come porzioni di elevato valore storico e architettonico, da sottoporre a interventi di tutela attiva e selettiva, di cui occorre rileggere in maniera critica i valori da porre in gioco nei processi di riqualificazione e rigenerazione urbana.
E’ il caso del quartiere Le Vallette a Torino, la cui analisi e re-interpretazione è stata oggetto della Unità di Progetto, al ne di un’azione di rigenerazione che, partendo dal riconoscimento degli aspetti più significativi dell’insediamento e dalle criticità presenti, fosse in grado di individuare alcune possibili azioni
di intervento, in un’ottica relazionale e propriamente sistemica. Si colloca in questa prospettiva la riqualificazione dell’area centrale del quartiere, di cui si ipotizza la risistemazione degli spazi aperti, il recupero di alcuni edifici esistenti e la realizzazione di una nuova Casa di Quartiere.
Paola Gregory / Maria Barelli
Il progetto nasce da un approccio diretto del quartiere delle Valette, attraverso sopralluoghi, interviste e la realizzazione di video che permettessero uno studio più approfondito del luogo. Proprio attraverso queste elaborazioni multimediali è stato possibile mettere in evidenza come le diverse aree verdi della zona fossero collegate tra loro tramite un gioco di visuali che permettevano la vista dell’intero quartiere. Il gruppo si è approcciato al progetto partendo da quelli che sono gli elementi immateriali, non tangibili, del quartiere e legati agli aspetti morfologici e paesaggistici del luogo.
I punti di vista vengono riportati sul piano e collegati tra loro attraverso un gioco di triangolazioni lineari che porta alla formazione di una rete. Dopo un lavoro di ricucitura la dove i punti non erano ben collegati tra loro, specialmente nella zona centrale, un secondo disegno di triangolazione viene sovrapposto al precedente, operando una stratificazione di layer e permettendo la formazione di una mesh, una superficie radente al suolo. Questa, sfruttando la conformazione del terreno, si articola non solo più attraverso un disegno planimetrico ma anche in altezza, attuando un passaggio da disegno di suolo a quello di architettura.
Le linee del terreno si articolano in una complessa copertura al di sotto della quale nasce il progetto della casa di quartiere. Sormontato da questa superficie irregolare il progetto si compone di ampi spazi vetrati per garantire trasparenza ed apertura di visuale tra ambienti interni ed esterni, generando spazi colorati, luminosi ed attenti alla fruizione. I locali interni si articolano come piccoli padiglioni indipendenti a cui è possibile accedere attraverso un ampio atrio dove una grande scalinata, utilizzabile come spazio di studio e di lettura, porta al salone polifunzionale, luogo adibito ad ospitare eventi di ogni genere. All’interno dell’ambiente una cucina , in condivisione con i laboratori, rende possibile ospitare nella sala eventi ed incontri eno-gastronomici.
Lungo la manica vetrata, che a accia sulla corte, postazioni di lettura rompono il con ne tra spazio interno ed esterno ed il luminoso corridoio conduce alla zona dedicata alle attività sica che si apre verso il grande parco.
Questo segue l’irregolare movimento della mesh a triangoli dove un gioco di quote differenti genera spazi intimi destinati al gioco dei bambini, alla lettura ed alla socializzazione.
Un secondo corpo di fabbrica viene collegato al primo dal continuo movimento della copertura, che apre un varco tra la corte interna ed il parco, accogliendo una biblioteca ed un ristorante e dove un ca è letterario funge da collegamento tra le due attività.
Il movimento irregolare della mesh non si limita alla formazione della casa di quartiere ma va ad interessare anche il progetto di una nuova piazza del mercato. Qui un manto di copertura forma
una continuità tra la nuova realizzazione ed il mercato delle Verbene, cercando di creare un polo commerciale e riattivare quello precedente.
La triangolazione aggredisce anche l’edificio dei servizi. Dopo l’annessione di una parte edificata che ospita la nuova struttura delle poste, il disegno di facciata viene ripensato. Grandi elementi vetrati vengono schermati attraverso un gioco di triangoli che garantisce l’oscuramento dalla radiazione solare consentendo la vista verso la Piazza Eugenio Montale.
Quest’ultima vede la demolizione dell’obsoleto edificio delle poste, ostacolo visivo verso il parco, e liberata dalle superfetazioni. Ripensata secondo il disegno della mesh, dove geometrie di verde e triangoli pavimentati danno nuova identità allo spazio, dalla piazza è possibile ammirare il parco la cui vista è inquadrata e canalizzata dalla casa di quartiere, ideale cannocchiale visivo verso lo spazio verde.
Alberto&Luca&Matteo