Multi Personality Hotel
Finalist at Les Ailes retrouvées de l’Hôtel de Galliffet Competition.
Il progetto ha due anime.
La sovrapposizione tra la lettura storico architettonica del sito di intervento e le richieste di programma funzionale previste dal bando ha portato ad una proposta che, mettendo al centro l’importante edificio attualmente sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, disegna due nuove architetture e ne definisce il rapporto con lo spazio circostante.
L’ala est ha un rapporto indissolubile con la Cour d’Honneur e con l’Hotel de Galiffet, il nuovo edificio ne vuole rafforza il legame dando significato alle attività di insegnamento della lingua italiana che si svolgeranno al suo interno, quindi di conoscenza: per questo motivo l’immagine architettonica deve essere eterea, tendere all’elevazione verso il cielo, smaterializzarsi.
L’ala sud, pur mantenendo un forte legame storico con con l’Hotel de Galiffet, oltre che un evidente rapporto di vicinanza fisica, si relaziona con esso con maggiore autonomia, vista anche l’attività alberghiera che si svolgerà al suo interno e la relazione visiva con la Court de Remises: l’architettura dell’edificio interpreta necessità terrene, esprimendo una forte tensione verso la realtà.
Le diverse anime dei due edifici emergono nella forma strutturale, nel linguaggio, nell’articolazione degli spazi e nell’uso dei materiali.
Ala Est.
La futura sede del centro linguistico si inserisce all’interno della Cour d’Honneur con una volumetria semplice, caratterizzata da misurati arretramenti rispetto ai fronti nord e sud che identificano i due ingressi all’edificio: a nord l’accesso agli uffici che ospiteranno le compagnie estere dell’Istituto di Cultura è definito da un piccolo spazio aperto arretrato rispetto al fronte dell’edificio mentre a sud si colloca la hall principale, da cui si ha accesso ai piani superiori, ovvero alle aule ed agli uffici per il personale della scuola dell’Istituto. All’ultimo piano la proposta progettuale prevede la creazione di un giardino d’inverno, in cui ospitare eventi, mostre, convegni, e da cui godere della meravigliosa visone dell’Hotel de Galiffet.
L’immagine dell’ala est è caratterizzata dalla finitura riflettente delle facciate, con la quale si vuole rafforzare la relazione con la preesistenza e, attraverso la smaterializzare l’edificio, creare una ambientazione quasi surreale della Cour d’Honneur. L’articolazione degli spazi interni è lineare, rispetta le richieste del bando ma, essendo la pianta di fatto priva di vincoli strutturali e le divisioni dei diversi ambienti realizzate in arredo, mantiene flessibilità nel tempo.
Ala Sud.
l’Hotel de l’Italie rivolge lo sguardo verso la Court de Remises, offrendo ai suoi ospiti la possibilità di vivere il proprio soggiorno completamente immersi nel paesaggio. L’edificio interpreta in maniera aperta il programma funzionale richiesto dal bando: il fronte nord è caratterizzato da un semplice schema strutturale a setti portanti trasversali che, articolato su tre livelli, definisce complessivamente ventuno ambienti, ciascuno dei quali può ospitare una camera per due persone con il proprio bagno. La proposta di progetto prevede di dedicare il piano terra a funzioni di cafeteria e ristorante, che pensiamo rappresentino sia un valore economico che un elemento di relazione importante con il luogo, destinando il piano primo e secondo alle camere, complessivamente quattordici. Come detto la proposta è aperta, è possibile dedicare l’intera struttura alle camere d’albergo spostando le attività di cafeteria e ristorante nel giardino di inverno previsto all’ultimo piano dell’ala est.
Il progetto integra le necessità distributive con la richiesta di uno spazio espositivo, creando un vuoto in quadrupla altezza tra l’edificio e la parete esistente sul confine sud in cui si articolano le scale ed i percorsi di collegamento che portano alle camere; in questo modo è possibile integrare, all’interno del sistema distributivo/espositivo, l’opera d’arte presente sulla parete sud.
L’architettura dell’edificio è in tutto e per tutto sovrapposta alla sua struttura: un’immagine priva di narrazione che si accosta alla preesistenza mantenendo la propria autonomia.
Tra utopia e realtà.
Le strutture portanti di entrambi gli edifici sono in ferro e ci immaginiamo potranno essere stampate in 3d, sul posto. L’uso della stampa 3d in architettura, oltre alle potenzialità legate alla forma, sta aprendo importanti orizzonti legati all’ottimizzazione dell’uso dei materiali, della manodopera impiegata ed alle tempistiche di realizzazione. Tra le diverse tecnologie in fase di sviluppo quella della saldatrice a filo installata su bracci robotici è in grado di stampare per punti di saldatura tutti i tipi di forme, anche quelle più complesse; i bracci robotici sono in grado di operare direttamente on site.
L’obbiettivo è ambizioso, molti aspetti ancora da esplorare, le prospettive quasi infinite.