To Invent Relations (for Carlo Scarpa) 2016
Installazione site specifc realizzata da Joseph Kosuth e curata da Chiara Bertola e Geraldine Blais.
Aula Mario Baratto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, fino al 30 settembre 2016.
L’installazione di Kosuth nasce nell’ambito di TEMPO E DETTAGLI. Artisti / Artigiani / Carlo Scarpa, l’itinerario espositivo intorno ai luoghi di Carlo Scarpa conclusosi il 1° giugno 2016, secondo episodio del progetto Signori prego si accomodino.
Le curatrici Chiara Bertola e Geraldine Blais hanno chiamato 14 artisti internazionali: Alice Cattaneo, Rä Di Martino, Thea Djordjadze, Jimmie Durham, Giorgia Fincato, Martino Genchi, Zoe Leonard, Nicola Martini, Lili Reynaud-Dewar, Joseph Kosuth, Remo Salvadori, Alberto Scodro, Jessica Stockholder e Morgane Tschiember, a confrontarsi con l’architettura di Carlo Scarpa. Le opere sono state collocate all’interno di un percorso ricco di significati per l’esegesi dell’opera di Carlo Scarpa, che ha toccato l’Aula Baratto, la Falegnameria Capovilla e l’Officina Zanon le due sedi storiche delle botteghe artigiane, tuttora in attività, che hanno collaborato per anni con l’architetto.
L’opera site specific di Joseph Kosuth per l’Aula Baratto, intitolata To Invent Relations (for Carlo Scarpa) 2016, indaga il senso profondo della relazione che è possibile instaurare tra un’opera e il luogo da lei abitato. Esplora il concetto stesso di site specific. Risponde con una grande ispirazione alla ricerca attuata da Chiara Bertola e Geraldine Blais.
Il lavoro consiste in un intervento grafico che si estende sulla superficie della vetrata che copre l’ottafora gotica dell’Aula Baratto e si iscrive entro i registri sovrapposti che costituiscono il serramento di chiusura progettato da Carlo Scarpa.
Joseph Kosuth ha disposto un’accurata riscrittura di alcuni testi e schizzi di Carlo Scarpa, due codici comunicativi distinti, per parlare dello stesso soggetto: l’Aula Baratto. Mentre la parte letteraria propone considerazioni generiche sull’architettura e dichiarazioni esplicative sul progetto dell’Aula, i disegni sono riproduzioni di alcuni bozzetti autografi, che informano il visitatore sulle logiche linguistiche dell’intervento architettonico e sui valori fondamentali che sottostanno alla poetica di Scarpa. Joseph Kosuth ha selezionato questi documenti dall’Archivio Carlo Scarpa, tra interviste, lettere, saggi, pubblicazioni, progetti e quaderni per gli appunti.
Tramite quest’opera, che parla del luogo in cui è situata e dà voce ai pensieri di chi l’ha progettato, Joseph Kosuth si inserisce in un dialogo sospeso nel tempo, tra progetto, tecnica esecutiva e interpretazione, nutrendo di energia creativa uno spazio con il quale, prima di lui, si era trovato a misurarsi lo stesso Scarpa.
Il restauro dell’Aula Mario Baratto è una delle realizzazioni più interessanti di Carlo Scarpa. L’intervento, che si è sviluppato in due momenti (1935 – 37 e 1955 – 56), ha ripensato interamente l’articolazione dell’interno, trasformando lo spazio prima in aula Magna, poi in un’aula per le lezioni, con l’introduzione di elementi d’arredo specifici. Capolavoro realizzato insieme alle botteghe artigiane veneziane, di cui la boiserie che divide l’aula dalla galleria di accesso, costituisce il più illustre esempio del modus operandi ‘scarpiano’, ampiamente descritto dall'interpretazione dell'artista americano nelle riproduzioni dei disegni originali dei giunti in ottone.