Restauro della chiesa del Santissimo Sacramento
Consolidamento, conservazione, adeguamento liturgico e impiantistico di un complesso monumentale Ottocentesco.
Alberobello è una piccola città nella regione italiana della Puglia conosciuta nel mondo per la sua architettura tipica costituita da caratteristiche case dal tetto conico, i trulli, entrati a far parte del patrimonio UNESCO. La chiesa del Santissimo Sacramento è inserita all’interno della città storica. Costruita nella prima metà del XIX secolo, poi ampliata nel 1885 dalla confraternita omonima, secondo le peculiari tecniche costruttive del luogo, ha subito un pesante, quanto distruttivo, intervento di “adeguamento liturgico” tra il 1970 ed il 1975, a seguito dei mal interpretati dettami introdotti dal Concilio Vaticano II. Furono eliminati gli altari delle cappelle laterali, smembrato l’altare maggiore, di cui si conservarono pochi resti, distrutto il pulpito, coperti i colori e le decorazioni delle pareti. Il progetto di restauro concluso a maggio 2016 ha riportato in luce alcuni dipinti, di cui uno appartenente all’altare ottocentesco del Crocifisso, oggi scomparso, e la decorazione di gusto Liberty dell’arco trionfale che immette al presbiterio; sono state infine restaurate le lesene ai lati del nuovo altare maggiore. Il progetto di restauro ha previsto l’inserimento di un nuovo arredo liturgico costituito da altare e ambone. Questi luoghi liturgici sono stati progettati avendo in animo il riutilizzo di colonnette e anfore in onice di Alberobello, un marmo molto raro e non più disponibile, conservati nei depositi della chiesa. Le tre colonne poste nell’altare evocano le tre persone della Santissima Trinità; le due anfore sono metafora e segno delle donne giunte al sepolcro vuoto di Cristo. Il restauro ha riguardato il consolidamento delle strutture murarie dell’edificio con opere di rinforzo in fondazione e l’inserimento di cordolature in Fiber Reinforced Polymers. Particolarmente accurato l’inserimento di nuovi impianti elettrici e di illuminazione, realizzati con sistemi LED al fine del contenimento dei consumi energetici. Sono stati introdotti anche nuovi impianti termici, costituiti da un sistema radiante a pavimento con fluido vettore ad acqua prodotto da pompa di calore, rimuovendo e ricollocando in opera, nell’aula liturgica, le “cementine” del primo Novecento. L’antico altare maggiore è stato ricomposto, lasciando neutre le parti mancanti e sistemandolo al posto di uno degli altari rimossi. Sono stati recuperati alcuni locali ubicati al di sotto della chiesa, denominati “soccorpo”, forse originariamente costruiti per sepolture ma mai utilizzati a questo scopo: saranno ora utilizzati per le attività parrocchiali o per attività culturali.