Nuova piazza Garibaldi a Concordia sulla Secchia
Intervenire per ricostruire a seguito di una catastrofe naturale, pone il progetto davanti a un tema più complesso rispetto a quelli tradizionali come l'ampliamento o la riqualificazione dell'urbano.
L’intervento in certi casi deve instaurarsi come sostituto di qualcosa andato perso, di un disegno precedente che altrimenti, probabilmente, non avrebbe dato modo al nuovo intervento di verificarsi. Deve perciò essere inteso come un nuovo elemento che ripari la frattura di organi convergenti ed in grado di valorizzare complessivamente il tutto.
Il progetto per la nuova Piazza Garibaldi e il nuovo edificio privato prospiciente nasce da queste riflessioni. Si propone come progetto riordinatore che riconfigura lo spazio circostante e ricostituisce i legami tra le parti non andate perse con le fratture del terremoto.
L’idea generatrice considera il portico di via della Pace e ancor più specificatamente la porzione di portico dell’ex Palazzo Mari come elemento di riferimento e dal quale partire per la costruzione del progetto.
Una maglia ortogonale e parallela, con passo prossimo a quello strutturale del portico del palazzo crollato, diventa strumento misuratore non solo teorico-ideale ma anche fisico. La maglia infatti misura dimensionalmente il nuovo spazio pubblico e lo lega al tessuto urbano, saldando concettualmente un legame tra le parti.
All’interno della trama ortogonale trovano spazio le funzioni pubbliche della Piazza, ordinate e riconoscibili: viabilità, percorsi, aree per l'aggregazione sociale quotidiana e per le manifestazioni. Trova altresì spazio il volume del nuovo edificio, che si sviluppa a partire dall'intersezione degli assi della maglia. Il nuovo edificio inoltre coglie alcuni dei caratteri salienti delle architetture dei palazzi adiacenti e li ripropone in chiave contemporanea. La nuova Piazza ed il nuovo edificio sono così posti in stretta relazione fra loro e, più in generale, con il contesto urbano e architettonico.
La maglia generatrice, con un passo di 2,5 metri per 2,5 metri, nasce dal passo del colonnato dell’ex Palazzo Mari e, più in generale, dal passo prossimo a quello dei colonnati su via della Pace, disegnando un primo ordine di una trama che si estende per tutta l’area di progetto e che, concettualmente, riallaccia il contesto a partire da una dimensione storica, il passo strutturale del portico esistente.
Successivamente una seconda maglia, multiplo della prima, di 7,5 metri per 7,5 metri, si materializza e diventa fisica, architettonica, in scala con l'intervento. La trama delimita le funzioni della Piazza e la pertinenza del nuovo volume, riconfigura la viabilità e definisce i raccordi con gli spazi circostanti ovvero il limite tra nuovo ed esistente e riqualifica gli accessi degli edifici che si affacciano sul nuovo spazio pubblico.
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Il nuovo edificio è in realtà un volume vincolato sotto molti aspetti. Le indicazioni date come prescrizioni sono molteplici: la sagoma in pianta, molto allungata e poco profonda che vincola la distribuzione degli ambienti e dei collegamenti verticali, la realizzazione di uno spazio tra pubblico e privato ovvero tra Piazza ed edificio, meglio identificato come un portico inglobato o esterno al volume, la volumetria limitata a disposizione, un programma funzionale ben preciso, attività commerciali al piano terra e due livelli soprastanti di residenze che possano talvolta essere trasformate in uffici. Inoltre vi è la richiesta di realizzare al piano terra un passaggio che consenta di mettere in comunicazione la Piazza con il previsto futuro accesso laterale della Chiesa. Infine un costo di costruzione molto limitato.
L’edificio si sviluppa quindi su una pianta predefinita, all’interno della quale tuttavia ci si svincola mediante un disegno che segue coerentemente il concept del progetto e che si eleva con una struttura intelaiata che trova puntualmente ordine a partire dalla maglia generatrice.
Il tema dello spazio di transizione tra lo spazio aperto e gli spazi interni si risolve in un portico inglobato che, se da una parte va a discapito della superficie delle unità commerciali, dall'altra è decisamente contestualizzato in quanto si pone in stretto dialogo con i portici storici di via della Pace.
L'altezza del fabbricato è vincolata dalle altezze minime degli ambienti commerciali e residenziali e, ancor più, dall’altezza del portico storico che imposta il limite del piano terra a quatto metri, oltre i quali si sviluppano il piano primo e il piano secondo.
L’edificio si conclude con una copertura molto accentuata che diventa quasi prospetto. Questa soluzione deriva dal fatto che l’intero volume deve confrontarsi con gli edifici storici adiacenti che raggiungono altezze importanti nonostante siano composti da tre soli livelli fuori terra.
Il volume dunque, così concepito, dichiara la sua onestà nei confronti del tessuto architettonico esistente caratterizzato da un fronte compatto e di altezza costante. Il nuovo edificio ricerca nel contesto urbano e architettonico un rapporto che lo porta a svilupparsi ad un’altezza che, raggiunta quella minima degli interpiani, prosegue con una copertura che lo identifica come un intervento contemporaneo e che si confronta con l’architettura storica.
Il trattamento dell’edificio, esternamente, si caratterizza di un unico materiale, un intonaco di colore simile a quello della pavimentazione della Piazza, con tonalità ricercate fra quelle più chiare dei prospetti su via della Pace. Questo trattamento, che riveste anche la copertura, mostra nel complesso un volume puro, sobrio che non prevale sugli edifici circostanti né per colore, né per tessitura, né per materiali, pur tuttavia, come detto, dichiarandosi per la sua contemporaneità, atteggiamento onesto che si discosta dalla mimesi storicista.
Il ritmo delle aperture, ingressi e vetrine al piano terra e finestre ai piani superiori, si inserisce in maniera armoniosa con gli edifici storici circostanti e garantisce agli ambienti interni luminosità e suggestive viste sul nuovo spazio pubblico prospiciente.
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La distribuzione in pianta è un processo che pone a sistema diversi aspetti, la posizione vincolante del passaggio per il nuovo accesso alla Chiesa, la razionalizzazione dei collegamenti verticali e il giusto equilibrio delle superfici delle singole unità abitative.
Le unità abitative del piano terra godono di un portico coperto che garantisce una passeggiata riparata sia dalla calura estiva che dalle piogge invernali, sono composti da un unico ambiente, una pianta libera che può accogliere qualsiasi esigenza della singola attività commerciale e sono dotate di un servizio igienico. Le grandi superfici vetrate garantiscono l’illuminazione degli ambienti disposti a nord-ovest, aspetto molto importante anche per il comfort lavorativo. Per quanto riguarda le unità più grandi, la loro superficie può essere ulteriormente suddivisa, in funzione alla variabilità del mercato edilizio.
I piani superiori si dividono in tre tipologie: il bilocale ed il trilocale disposti su un unico livello ed il trilocale disposto su due livelli, il duplex. La varietà delle tipologie è pensata al fine di soddisfare l'esigenza della proprietà di ampliare il target dei possibili acquirenti.
Le tre tipologie possono essere destinate al più svariato modello di utenza, single, giovane coppia, coppia di anziani, famiglia con uno o due figli. A tal proposito il progetto riflette sulla qualità degli spazi e sulle esigenze del concetto di abitare. Le unità residenziali proposte accolgono le necessità reali, che non si risolvono nel svegliarsi, mangiare, lavarsi, dormire, azioni sicuramente essenziali ma che non devono ridurre gli ambienti a minime superfici a norma di Legge. Il progetto propone dunque locali ampi, zone giorno in cui sia possibile effettivamente installare una cucina comoda, spazi destinati alla lettura, al relax, alla visione di film, ma anche camere da letto in cui sia possibile conservare il proprio guardaroba, bagni comodi che allo stesso tempo possano essere adattati alle esigenze di un disabile, un piccolo ripostiglio per la lavanderia o una dispensa o ancora sfruttare la larghezza di un disimpegno per destinarlo ad armadiature a muro per conservare i cambi di stagione piuttosto che l’attrezzatura sportiva. Il progetto propone dunque abitazioni a misura d’uomo.
Le tipologie seguono criteri precisi: razionalizzazione dei muri divisori per sfruttare al massimo la superficie, disposizione della fascia dei servizi lungo il lato cieco dell’edificio ovvero a confine con la Canonica, lasciando alla zona giorno e alla zona notte la possibilità di aprirsi verso l'esterno, un sistema di impianti che si dispone per colonne lungo i tre piani e situato nei divisori fra zona servizi e zona abitabile.
La tipologia di struttura portante scelta rende possibile tali criteri. Un’intelaiatura in cemento armato definisce piani a pianta libera che garantiscono inoltre un’alta flessibilità ovvero l'adattamento ad altri usi, residenziale o direzionale, le unità abitative infatti possono essere adattate a ufficio, laboratori, atelier, residenza-atelier, per garantire una maggiore offerta tipologica.