Museo Archeologico di Cavriana
Sulle tracce del Castello di Cavriana prende forma l'ampliamento del Museo Archeologico dell'Alto Mantovano. Con la volontà di restituire alla comunità il simbolo di questi territori, il Nuovo Castello cerca di relazionarsi con la storia del luogo, con il contesto dell'Anfiteatro Morenico del Garda e con il reperto dell'edificio originale.
Cavriana (MN), il cui centro storico è situato su uno dei colli meridionali dell’anfiteatro morenico del Garda, è uno dei più antichi insediamenti dell’uomo italico, come testimonia il ritrovamento di reperti archeologici attribuibili al Neolitico.
La prima fase di fortificazione del borgo risale all’epoca della dominazione dei Canossa, seguita poi dai Gonzaga. A Cavriana hanno soggiornato, tra i tanti, anche Isabella d’Este e Andrea Mantegna. Attorno al 1630 il suo castello, ritenuto il più ampio dello Stato, viene assalito, occupato e parzialmente demolito. Nel 1707 cade la signoria dei Gonzaga e l’Austria decide l’abbattimento della rocca ormai in condizioni fatiscenti. Ad oggi, sono rimasti intatti solo un campanile e una parte delle mura, sono ancora visibili a terra le tracce dei muri degli edifici.
Il progetto nasce da un approfondito studio della storia del castello e del paese di Cavriana. Sin dalle prime ipotesi, l’obiettivo è sempre stato quello di rispettare il luogo in cui si vuole intervenire, che attualmente è considerato un importante monumento per il paese di Cavriana e per tutto l’anfiteatro morenico del Garda. A differenza di altri gruppi, che hanno collocato il museo all’esterno delle mura, il nostro intento era quello di costruire dove era presenta una volta il castello, confrontandoci con il tema della rovina e del suo rapporto tra storia e contemporaneità.
Nell’ultimo ventennio del novecento, specialmente in Spagna, alcuni progetti realizzati si sono posti in modo particolare rispetto al tema dell’evocazione dell’antichità e al rapporto con la rovina: è il caso del Museo di Arte Romana di Rafael Moneo, e del restauro del Teatro Romano di Sagunto, di Giorgio Grassi e Manuel Portaceli.
“Il progetto di Grassi e Portacieli si concentra sulla possibilità di realizzare l’idea del teatro romano, restituendo, mediante la costruzione del suo grande volume unitario, le originarie gerarchie di spazi e luoghi di questa parte di città […]. In sintesi, la storia è il senso generale del progetto.” È proprio questo il principio da cui si è voluti partire: mediante la “ricostruzione” del castello si vuole restituire alla comunità di Cavriana quel simbolo, quel monumento che tutti adorano.
Il modus operandi è stato quello di recuperare tutto il materiale necessario per capire come era fatto il castello, in modo da individuarne gli elementi essenziali per poter restituire l’immagine simbolo dell’edificio originale.