Museo do Fado
Tra le strade di un bianco sporco si diffonde un lamento, un pianto, un mercato che si affaccia sull’oceano, dei bambini che giocano, un amore perduto, i sorrisi delle passanti, i bar che trasudano umanità. Il fado è lo spirito della città, che si comprime e si dilata tra le strette vie, che si espande risuonando verso il mare, quel luogo indefinito e profondo da dove veniamo tutti.
La cultura della città è premessa necessaria. Lisbona diviene il punto di partenza per una ricerca compositiva che attraverso i suoi spazi vuole rievocare quei luoghi in cui il Fado viene consumato. I tre vertici del lotto triangolare riportano differenti quote, questa differenza viene colmata attraverso il progetto. Ognuna di esse diviene tema progettuale. La quota più alta diviene la quota zero di progetto, prolungando la prospettiva verso il luogo dello stare, una piazza, un mirador immerso tra i tetti ed i muri della città. Dal piano della copertura si genera un grande pozzo di luce, un vuoto misurato che ricalca la la cupola del Pantheon. Al suo interno, come una grande scultura che rievoca il movimento della danza e della musica, una grande rampa elicoidale accompagna la discesa verso la quota più bassa. Al centro di questo vuoto è previsto l’auditorium, un grande spazio circolare a cielo aperto, capace di risuonare ed espandere la musica in tutto il quartiere. Su tutta la quota intermedia si articolano i due grandi spazi destinati all’esposizione, illuminati e definiti da pozzi di luce che inquadrano le opere esposte. Lo spazio, con altezza minima degli ambienti, risulta compresso, un ambiente “notturno” che andrà a dilatarsi solo in questi due episodi. I rimanenti servizi si articolano all’interno di un grande muro abitato posto in prossimità di un lato del lotto ed avente anche funzione strutturale. Alla quota più bassa del progetto si genera un grande piazza coperta sopra la quale, immobile e sospeso, grava il grande volume espositivo. Questo grande spazio diverrà un luogo in cui raccogliersi, in cui raccontare le proprie esperienze ed ascoltare la vita degli altri.