Dopo anni di completo abbandono, il Grand Hotel Riviera, storico complesso alberghiero salentino, rinasce a nuova vita con un intervento di recupero ed integrale ridisegno interno.
La struttura, posizionata lungo uno dei tratti di costa più straordinari del Salento ionico, proprio a ridosso del mare, compone un villaggio di snelle "torri" di avvistamento costiero collegate alla base da una piastra di servizi e spazi comuni. Le torri, rivolte al vicino golfo di Gallipoli, regalano alle camere indimenticabili viste panoramiche sul Mediterraneo.
All'esterno, spettacolari terrazzamenti ambientali su più livelli ospitano piscine, campi da tennis, belvedere, caffè e ristorante all'aperto, spazi per banchetti, solarium, prati di rigogliosa macchia mediterranea e profumate pinete abitate, qui e là, da rocce affioranti.
Il progetto, silenzioso e leggero, rigenera lo splendore della struttura senza stravolgimenti, conservando al complesso l'originaria essenzialità di ascendenza razionalista, anzi spingendo il lessico architettonico verso una semplicità elementare quasi "arcaica": i corpi architettonici sono fasciati da intonaci bianchi senza soluzione di continuità; bordi porosi in dorata pietra leccese intervengono a definire con decisione profili e silhouettes; trafori in cotto dipinto punteggiano le teorie di logge e balconi, conferendo alle facciate l'aspetto di eleganti ricami tridimensionali.
Gli esiti di poche ma decise scelte progettuali sono sorprendenti: dai promontori della linea di costa, così come dalle acque del mare, il complesso appare nelle sembianze di una minuta ma densa "città bianca" arroccata su pendii di rocce e masse arboree; emana il fascino onirico dei candidi insediamenti storici pugliesi, così profondamente radicati nell'immaginario collettivo; esercita sui luoghi il potere magnetico delle grandi architetture mediterranee.
Raggiunta, la struttura rivela un'articolata composizione per quinte architettoniche in successione e livelli di quota mutevoli che regalano al visitatore la meraviglia di continue scoperte fra scorci, foreste, panorami, orizzonti e paesaggi indimenticabili.
Gli interni, similmente rigorosi ed essenziali, rileggono in chiave contemporanea le tradizioni delle architetture litoranee salentine: freschezze cromatiche, ceramiche smaltate, velari, tessuti quasi impalpabili, pietre locali e superfici su cui il bianco discende come liquido costruiscono un paesaggio percettivo soffice e cangiante.
Gli allestimenti, liberati da ogni eccessiva densificazione così come dal predominio delle tinte scure, lascito delle precedenti vicende, esplodono di luce e colori. Soffitti morbidi, tendaggi evanescenti e piogge di "lanterne" volanti disegnano spazi accoglienti, soffici; edificano la suggestione di luoghi magici eppur così familiari, avvolgenti, per certi versi domestici.
Scelte architettoniche, espedienti costruttivi e specifiche soluzioni tecnologiche, conferiscono alla struttura un atteggiamento di elevata responsabilità per quanto attiene la tutela delle risorse ambientali ed il contenimento dei consumi energetici.