Casa della Cultura
Il nuovo edificio, si inserisce in modo coerente e misurato nel contesto. In forma di blocco compatto, esso si dispone al centro del lotto. Il volume si incastra nel terreno in pendenza senza alterarne l’andamento. L’insieme delle funzioni previste si dispongono su due soli livelli, creando relazioni di continuità tra interno ed esterno. Aggiungendo qualità allo spazio urbano essa diviene elemento rappresentativo e identitario per l’intera collettività, in grado di assolvere al ruolo di centro culturale e museale secondo un approccio semplice, flessibile e modulare. Verso gli edifici vicini il nuovo complesso assume il ruolo di “cerniera” tra pubblico e privato, mentre verso il fiume esso consolida più precisamente il ruolo urbano della riva sinistra in giustapposizione alla compattezza del centro storico che definisce la riva opposta.
Il centro di San Giovanni Bianco si è sviluppato intorno alla confluenza del torrente Enna che scende dalla Val Taleggio nel fiume Brembo. Determinante per la struttura dell’impianto del nucleo è la singolare presenza di sette ponti, tre dei quali sull’Enna e quattro sul Brembo che contribuiscono a creare un insieme notevole per valori ambientali.
Il complesso monumentale del centro storico si concentra intorno a piazza Zignoni per poi discendere sul fiume verso Ponte Vecchio con edifici costruiti lungo le sponde in parte caratterizzati da generosi porticati ad arco.
L’area di progetto si trova sulla riva sinistra del fiume lungo via Arlecchino.
L’edilizia circostante l’area d’intervento, risale in gran parte agli anni ’60-‘80 del secolo scorso, ed è caratterizzata da piccoli lotti sui quali sorgono blocchi residenziali senza particolari qualità. La parte di maggior valore storico e ambientale è costituita dal complesso di edifici sorti attorno a Ponte Vecchio, tra i quali spicca per importanza l’edificio porticato costruito sul fiume all’inizio di via Arlecchino con belle facciate dipinte. Esso costituisce un punto di riferimento per il nostro progetto.
Si tratta di un’area in posizione altamente strategica rispetto al sistema degli spazi pubblici e delle emergenze paesaggistiche che disegnano e definiscono il luogo. L’importanza di via Arlecchino, lungo la quale si trovano già altri edifici e spazi pubblici (le scuole elementari, il palasport, i giardini) è rafforzata dalla sua passeggiata panoramica con scorci ricchi di pregi ambientali e una bella veduta complessiva del nucleo antico. Il sito di progetto costituisce un punto privilegiato da cui osservare questo “teatro urbano” e contemporaneamente esso rappresenta un potenziale “fuoco visuale” nel gioco di rimandi prospettici tra i due lati del fiume. La scelta dell’Amministrazione di insediare nel lotto un polo culturale è sicuramente forte e coerente con la natura del luogo e le sue potenzialità.
Considerate le precarie condizioni della struttura esistente, valutata la sostanziale incompatibilità tra dimensioni e caratteristiche dei suoi spazi interni e le nuove funzioni di museo e biblioteca che sono alla base del programma d’intervento; stimati i costi necessari per la ristrutturazione, riteniamo opportuno procedere con la demolizione dell’attuale fabbricato e la realizzazione di un nuovo e unico corpo di fabbrica articolato su due livelli nel quale insediare la “Casa della Cultura”.
BIBLIOTECA - Il piano terra ha una superficie netta totale di 317 mq. La proposta progettuale si fonda sulla concezione della biblioteca intesa come un servizio essenziale alla collettività. La biblioteca contemporanea, non è da intendere unicamente come spazio per contenere libri, ma è divenuto luogo in grado di accogliere e fornire una molteplicità di servizi. Luogo di produzione immateriale, sempre più in sintonia con i processi evolutivi della società. La biblioteca è luogo in cui “si sta” e non solo come punto d’informazione, di prestito o fruizione veloce del prodotto libro. La biblioteca occupa il piano terra del nuovo edificio, relazionandosi direttamente con la strada. In questo modo il ruolo civico e collettivo della biblioteca si pone in coerenza con il carattere pubblico della passeggiata di Via Arlecchino e in stretta simbiosi con il paesaggio urbano e territoriale circostante, creando nuovi luoghi di aggregazione, da utilizzare in maniera differenziata, in un ambiente confortevole. La biblioteca è una grande piazza porticata, la struttura portante coincide con l’architettura costituita da generose arcate in cemento armato che contribuiscono all’idea di massima apertura e trasparenza. Essa è concepita in forma di grande spazio unitario e regolare che occupa sei dei nove moduli sui quali si struttura l’impianto dell’intero edificio. Nel nostro intervento ogni singola funzione ha il suo spazio caratteristico, organizzato in base alle peculiarità della funzione stessa. e si articola in tre parti distinte: la sala, la galleria espositiva, il blocco servizi.
LA SALA- La grande sala misura m 11.60 x17.50 ed è alta m 3.35, con una superficie di 200 mq.
L’organizzazione interna alla sala è molto semplice e strutturata in tre fasce funzionali: a sinistra, in contiguità con il corpo dei servizi si trova la fascia dei percorsi, al centro le scaffalature, a destra, verso le ampie vetrate ad arco, gli spazi per lo studio e la lettura. Per non creare ostacoli tra l’utente e la ricerca d’informazioni la quasi totalità dei volumi è collocata in scaffali aperti al pubblico, in modo che il lettore abbia libero accesso ai libri. Oltre alla fascia centrale altre scaffalature si dispongono lungo le pareti perimetrali della sala, completando la dotazione richiesta di 750 ml di ripiani.
LA GALLERIA - La galleria a doppia altezza è posta sul fondo della sala lungo il lato contro terra, misura m 11.15 x 1.60 con altezza media di m 7.00. Destinata all’esposizione delle opere di Milesi (circa 20 opere); è illuminata naturalmente da grandi finestre poste nella parte alta verso il giardino.
IL BLOCCO SERVIZI - Il blocco dei servizi occupa una superficie netta di 48 mq, ed è parte integrante con il resto dei servizi e dei percorsi interni all’edificio e che trovano nell’atrio il punto principale di confluenza e distribuzione. Considerata la necessità di ottimizzare quanto possibile la presenza di personale di servizio, la postazione del bibliotecario è integrata nella fascia dei servizi e grazie alla posizione centrale è in grado di controllare i movimenti di persone incluso l’ingresso al museo, quando aperto, e parallelamente di gestire la situazione interna alla biblioteca con un ampia visione sulle scaffalature e sui tavoli. Nella fascia dei servizi, in continuità con la postazione del bibliotecario, si trova l’archivio-magazzino con sistema “compactus” il cui ingresso è riservato al personale interno. L’archivio-magazzino è destinato a contenere libri di pregio e di particolare importanza, provenienti dal legato testamentario e altri già di proprietà comunale. La capacità dell’archivio compactus è di circa 4.000 volumi e va ad integrare le quantità già dimensionate per la sala.
FUNZIONAMENTO - Partendo da questa articolazione interna abbiamo organizzato gli spazi in modo tale da garantire lo svolgimento di quattro operazioni ben distinte: localizzazione dell’informazione (ricerca), recupero dell’informazione dalla raccolta (scaffale), fruizione (lettura, consultazione), ritorno alla raccolta (scaffale). Il progetto della nuova biblioteca prevede tre sezioni organizzate per fasce d’età diversificate a seconda dei volumi raccolti e dell’utente da accogliere. La ricerca bibliografica e la richiesta del materiale in prestito si svolge presso gli ambienti informatici situati nella zona di informazione-ricezione. La fruizione diversificata dell’informazione è garantita dalle zone lettura progettate in modo diverso in funzione delle esigenze che devono soddisfare. Attraverso le singole componenti d’arredo e gli elementi di rifinitura degli specifici luoghi funzionali ci proponiamo di definire un ambiente corretto per l’esercizio delle funzioni della biblioteca ed un innalzamento della “gradevolezza”, tale da determinare un ottimo livello di comfort. Questo stato di benessere deve essere percepito dal soggetto che lavora in biblioteca e da colui che la frequenta.
MUSEO - Tutti gli spazi del museo si dispongono al primo livello. Il percorso d’ingresso all’esposizione inizia nell’atrio a piano terra. L’architettura assume volutamente un carattere aulico con spazi coperti a volta, piani inclinati inondati di luce naturale, aperture ad arco e percorsi con andamento curvo e sinuoso. Un insieme di elementi ricomposti in una sorta di luogo della memoria che riveste un ruolo particolare nel progressivo avvicinamento alla visita delle opere. L’atrio, pur essendo unico, grazie alla sua posizione e al sistema di accessi ad esso collegato, garantisce la massima autonomia rispetto alle funzioni contenute nell’edificio, consentendo in determinate situazioni una completa divisione tra i due piani dell’edificio.
Il museo si compone di quattro parti: la galleria, le sale della collezione permanente, lo spazio polivalente e la manica dei servizi che include il deposito delle opere della “Collezione Milesi”. L’assetto planimetrico delle parti consente la massima flessibilità di compartimentazione interna in relazione al tipo di utilizzo (mostra permanente, installazione temporanea, conferenza).
La presenza di soli due pilastri nello spazio espositivo e la realizzazione delle pareti divisorie in gesso con sistema a secco al di sopra del pavimento in listoni di legno garantirà nel tempo anche eventuali modifiche dell’assetto interno contenendo in modo significativo i costi. La naturale pendenza del terreno consente di uscire dal museo direttamente in quota con il giardino retrostante, assicurando, in caso di necessità, una importante alternativa di fuga al percorso interno, evitando così l’introduzione di una seconda scala. Se la biblioteca, con le sue ampie vetrate, costituisce una sorta di estensione protetta dello spazio pubblico esterno lungo la passeggiata di via Arlecchino, nel museo il rapporto con l’esterno cede il passo alla concentrazione del visitatore sulle opere. Le aperture costituiscono delle pause nel ritmo dettato dal percorso, esse sono poche e strettamente misurate a precisi scorci che aiutano nell’orientarsi all’interno dello spazio museale.
LUCE - Il tema della luce negli spazi museali, sia essa naturale o artificiale, riveste un ruolo primario per la giusta percezione e valorizzazione delle opere esposte in relazione alla loro natura (dipinto, scultura, etc.). Nel nostro progetto abbiamo cercato di garantire la massima flessibilità di modulazione tra luce naturale e artificiale secondo le necessità che si presenteranno di volta in volta. Tutti gli spazi espositivi sono illuminati naturalmente dall’alto grazie a lucernari orientati verso nord che immettono negli ambienti una luce bianca, diffusa e indiretta. Il grado di illuminamento naturale può essere gestito grazie a sistemi meccanizzati di oscuramento integrati nei serramenti. La luce artificiale è risolta con strisce led e binari elettrificati direttamente incassati nel controsoffitto inclinato delle sale. Questo sistema combinato lascia piena libertà di implementazione dei corpi illuminanti e svariate possibilità di accensione, dal singolo punto al gruppo.
GALLERIA BIOGRAFICA - La galleria oltre a svolgere il ruolo di elemento distributivo degli spazi principali ospita un percorso conoscitivo e introduttivo sulla vita e le opere di Giuseppe Milesi. Sulle pareti tinte di rosso come molti dei suoi fondali, si ricompongono scritti, immagini e materiali multimediali che ripercorrendo i tratti salienti della sua vita, permettono di comprenderne il profilo umano, intellettuale e artistico: gli anni della formazione, le contaminazioni artistiche e culturali che hanno contribuito alla definizione del suo stile, l’impegno nell’insegnamento.
Si tratta di un percorso propedeutico prima di accedere alle sale della collezione permanente. La galleria biografica è intesa idealmente come un ponte che collega il paesaggio esterno della vita reale all’immediatezza espressiva e alla pienezza vitale dell’esperienza interpretativa e intima di Giuseppe Milesi.
COLLEZIONE PERMANENTE - Alla collezione permanente sono dedicate quattro grandi sale di pianta quadrata di 6 metri di lato per una superficie netta complessiva di 120 mq. Ognuna di esse potrà contenere tra i 20 e i 25 dipinti, nel rispetto delle richieste imposte dal bando. Le sale, tra loro collegate, possono formare un percorso di visita autonomo e indipendente.
In contrapposizione al colore rosso della galleria le quattro sale sono tinte di bianco, in modo da non condizionare il colore della luce e dello sfondo, lasciando alle opere la massima espressività. Ogni sala potrà essere dedicata ad un tema iconografico modificabile nel tempo in relazione alle opere esposte: figure e ritratti, paesaggi, nature morte, sacro, etc.. I dipinti sono appesi lungo le pareti mentre le sculture potranno essere collocate al centro della stanza, in piena luce.
DEPOSITO OPERE - Le opere non esposte trovano spazio nel deposito attiguo agli spazi espositivi. Si tratta di un locale opportunamente dimensionato per contenere l’intera “Collezione Milesi”, pensato come un caveau non ha finestre, le pareti sono in cemento armato, ha un solo ingresso di tipo blindato. Questo spazio è attrezzato con rastrelliere verticali, scorrevoli su binari, destinate all’alloggio delle tele, ma contempla anche una scaffalatura per le opere tridimensionali (10 sculture). Il deposito sarà sottoposto a costante monitorato con un impianto antintrusione a doppia tecnologia (perimetrale e volumetrico) collegato via etere e via cavo alle stazioni di controllo preposte. All’interno, temperatura ed umidità relativa saranno costantemente regolate con un impianto di rilevamento e controllo microclimatico. L’intero spazio disporrà infine di un impianto antincendio a spegnimento automatico ad Argon.
L’architettura della nuova Casa della Cultura unisce elementi desunti dalla tradizione costruttiva della Valle ad un impianto planimetrico razionale e contemporaneo. L’edificio appare compatto, dai margini precisi. Il rapporto tra interno ed esterno diviene una peculiarità spaziale ed emozionale. L’idea del progetto è di costruire un’architettura profondamente radicata nel territorio, nella quale riunire la scala del paesaggio urbano a quella più minuta e domestica della casa. Le forme e i materiali del nuovo edificio mettono in scena la modernità della tradizione, riaffermando l’attualità della memoria rintracciabile nei bei paesaggi dipinti da Milesi.
Dal tema urbano dell’arco, dagli ariosi porticati del centro di San Giovanni così come di altri nuclei limitrofi, trova origine lo spazio della biblioteca: una sala in forma di piazza coperta misurata da grandi arcate. Mentre dalla cultura contadina, e in particolare dalla tipologia della baita con tetto a doppio spiovente, deriva l’idea del museo. Si tratta di uno spazio modulare in forma di cristalli accostati che internamente, grazie alla generosa luce zenitale, offre un ottimo ambiente per osservare quadri e sculture. Dall’esterno la sequenza delle tre coperture ripropone misure e rapporti già presenti lungo il fiume. Il rivestimento in lastre di arabescato costituisce il terzo elemento sul quale si fonda il progetto. Si tratta di un marmo cavato a poca distanza da San Giovanni Bianco, che nei colori e nel disegno delle sue venature ricorda gli esperimenti di colore presenti in molte dei dipinti di Giuseppe Milesi. Una ricerca spasmodica sul valore cromatico del rosso che l’artista stratifica sulla tela secondo ripetute variazioni tonali.