Casa G.A.
L’abitazione, posta all’ultimo piano di un palazzotto costruito all’inizio del secolo, si presenta libera su tre dei quattro lati, dominando lo straordinario paesaggio della vegetazione ischitana e aprendosi allo sconfinato orizzonte che si rispecchia nel mare. Il progetto ha immagazzinato in modo diretto gli elementi più significativi del contesto naturale immediatamente in contatto con la dimora: la pineta, il parco, il mare, la costa. La natura presente esprime le proprie composizioni con forza e determinazione; la ricerca progettuale ha suggerito di lavorare sullo spessore interno delle mura con l’intento di catturare i momenti del paesaggio, aumentando la profondità delle soglie per rallentare il passaggio dall’habitat interno a quello esterno. Ispessendo tre dei quattro prospetti attraverso le diverse funzioni che ospitano il riposo ed i servizi, si è dato luogo a degli spazi di attesa e di contemplazione, dei momenti di pausa per ammirare la forza della natura circostante. L’idea di lavorare sullo spessore delle diverse soglie, intese come semplici limiti oppure come veri e propri momenti progettuali dotati di spazio proprio in relazione con lo spessore delle pareti circostanti che per tre lati ne definiscono il carattere dimensionale, ha reso intellegibile il ruolo attivo e contingente della natura (il paesaggio nella sua interezza o specifici elementi del contesto naturale) quale fattore in grado di condizionare le scelte progettuali da cui ha preso forma lo spazio dell’abitare.
Nel disegno dello spazio la luce è entrata nelle geometrie progettuali per esaltarle attraverso la dialettica luce-ombra. In alcuni luoghi l’ispessimento delle soglie ha contrapposto rasserenanti coni d’ombra all’intensità della luce che, altrove, è lasciata fluire liberamente nello spazio . L’ombra è divenuta materia proprio attraverso l’ispessimento delle cavità create. Il lavoro sulla profondità delle pareti murarie ha di fatto concentrato parte delle funzioni domestiche lungo il perimetro, lasciando libero il centro dell’abitazione. La centralità della casa è generata da un geometria prossima al quadrato, che esprime uno spazio puro in cui accogliere la funzione del soggiornare. Il cuore della dimora, coincidente con il soggiorno, viene percepito in continuità con la terrazza, la cui ampiezza, anticipata dalla profonda battuta della soglia, invita ad accogliere la funzione dell’ospitalità nei caldi mesi estivi. La convivialità può essere vissuta in due spazi che si riflettono l’uno nell’altro sublimando, nel vuoto che li caratterizza, un’idea di libertà che, di fatto, diventa desiderio di infinito se la si proietta nello sconfinato orizzonte tra mare e cielo.
Dal soggiorno si dipartono il corridoio di accesso alla zona notte e lo spazio adibito alla cucina, le cui geometrie prossime al rettangolo, inteso come estensione dinamica del quadrato, ne attestano l’origine del proprio sviluppo. Ad un particolare elemento di arredo è affidato il compito di fungere da cerniera tra il centro della casa e il luogo deputato alla preparazione del cibo. Si tratta di un piano (piano cottura e, nella sua estensione, tavolo da pranzo) a cui è stata impresso uno sviluppo a T e un ingombro volutamente significativo. Esso di presenta come un volume compatto che, per le sue proporzioni, può dialogare con le mura perimetrali della dimora, di cui sembra quasi completare il percorso.
Un taglio longitudinale, quasi una sottile lacerazione, attraversa il piano per poter alloggiare al proprio interno una porta-pannello introdotta per conferire intimità e discrezione, se necessario, alle attività che si svolgono in cucina. L’intersezione perpendicolare tra il piano e la porta scorrevole accentuano la geometria del soggiorno, imprimendo forza e carattere all’intera dimora.
Un fattore di dinamicità nello sviluppo delle proporzioni alla base della pianta, si riscontra nella definizione delle altezze dei singoli setti. Queste si sviluppano diversamente per sottolineare il carattere unitario e la plasticità dei singoli ambienti. Gli spazi di servizio evidenziano una compressione accentuata che esalta, per contrasto, la centralità della casa.
La scelta dei materiali e dei colori ha conferito ordine alla percezione d’insieme, pur non negando i molteplici sviluppi plastici della forma e dello spazio. Il marmo bianco scelto per la pavimentazione di tutti gli ambienti, raggruppa in una visione unitaria i singoli momenti progettuali. La calce alle pareti (calce per le pareti interne ed esterne, calcina, marmorino di calce per i bagni, pastellone di calce per il grande piano a T) amplifica il plasticismo delle forme senza invadere lo spazio, anzi, lasciando percepire l’operazione di scavo e di erosione da cui nascono, nel progetto, i singoli spazi abitativi.
Progetto:
Arch. Luigi Cafiero
con
Arch. Emanuela Rotondella, Arch. Pasquale Di Lorenzo
Modelli di studio e definitivi:
Arch. Emanuela Rotondella, Antimo Russo
Progettazione grafica:
Antonella Bellotti
Ph.: Luigi Spina, Luca Catrame