Casa 047
Sarno. Un comune in provincia di Salerno. Un paese che nei resti di vecchie case custodisce la propria antica e nobile storia. L’incarico: costruire una casa unifamiliare, “la villa”, nel centro del paese. “La villa”. Incastrata tra quasi macerie, tra volumi di un passato contadino, tra resti di cortili, forni a legna e pozzi. Tra vecchi alberi e case “popolari” degli anni ’50. Tra rituali antichi e processioni. Senza mai negare il contesto ma cercando di reinventarne uno nuovo. Si ha la sensazione, guardando le foto di Luigi Spina, che la casa sia sempre stata lì tra le montagne e il paese-campagna. E’ compito di noi architetti del sud fare di ogni progetto l’occasione per “acconciare” la forma urbana dei nostri paesi un po’ abusivi, un po’ antichi, un po’ abbandonati ma molto belli a guardarli con occhi nuovi.
A volte per contrastare e zittire la confusione ed il degrado di alcune nostre città occorre rinunciare ad ogni esigenza formale e ricercare il rigore delle forme astratte. Le costruzioni più antiche dell’agro sarnese sono cubi, parallelepipedi semplici poggiati sul terreno, a volte protetti da un pergolato. Poi un accrescimento nel tempo, un deposito che diventa casa, più case insieme, ordinatamente, composte, una scala che porta al terrazzo, una pergola in alto, un nuovo volume sul terrazzo. Poche aperture. Dentro ordinate, pulite. Poche sedie impagliate, un tavolo, uno stipo più volte riverniciato. Un caffè ad accoglierti.
Il progetto di questa villa urbana, è tutto in riduzione formale. Incastrata nell’edificato. Pochi volumi sovrapposti, un po’ sfalsati, spinti fin dove le norme locali lo hanno consentito.