La Villa, Lo Scrigno, La Balena
Il progetto per la "Casa della Cultura" di San Giovanni Bianco si compone di tre semplici volumi ai quali è assegnata una funzione univoca e caratterizzante: il Museo, la Biblioteca, La Sala lettura. Tre oggetti architettonici che, legati dal sistema dei percorsi e caratterizzati dalle diverse coperture, generano un nuovo ambiente, mutevole ma continuo ed unitario.
Al fine di descrivere ed identificare gli elementi di cui si compone il progetto, ad ogni volume è stata assegnata una definizione evocativa della funzione svolta, assimilabile all'immagine di tre oggetti: la Villa, lo Scrigno, la Balena.
La proposta architettonica per la nuova "Casa della Cultura" di San Giovanni Bianco è guidata dall'idea di confrontarsi criticamente con l'edificio preesistente e dalla volontà di instaurare un legame creativo tra quest'ultimo e i nuovi elementi architettonici inseriti. L'intervento è perciò sviluppato sull'interazione di tre volumi principali che dialogano tra loro e si differenziano per forma e materiali, in relazione alle funzioni ospitate al loro interno. L'articolazione volumetrica dei tre elementi definisce un organismo architettonico che riesce ad essere allo steso tempo unitario e diversificato, capace di generare, all'interno dello stesso ambiente, molteplici suggestioni spaziali.
L'inserimento dell'edificio nel contesto vuole inoltre preservare buona parte del verde esistene, in modo che questo sia in diretto contatto con le nuove funzioni e parte integrante della Casa della Cultura". Rispettando l'attuale conformazione del terreno ma valorizzandone le qualità, le aree esterne sono state ripensate come un sistema di percorsi e di piazze, nell'idea di creare uno spazio collettivo liberamente fruibile e di restituire un tassello urbano alla città.
Organizzazione, circolazione e sistema distributivo dello spazio interno sono definiti da una stecca servizi centrale che costituisce l’elemento d’incastro tra Villa e Scrigno. Questo volume è assimilabile a un grande componente di arredo, una “scatola nella scatola”, che sconfina nella Villa srotolandosi in una scala dinamica e scultorea. Percepibile in tutto il suo sviluppo dall’atrio di ingresso, questo elemento è la liaison visiva e distributiva dell’intero edificio: garantisce la continuità dello spazio attraverso la circolazione ad anello tra i tre elementi volumetrici e definisce allo stesso tempo diversi ambienti tematici. E’ possibile infatti distinguere un’area consultazione, uno spazio espositivo temporaneo e una sala polivalente. La scala è immaginata come un nastro che dall’atrio di ingresso avvolge il visitatore e lo conduce al primo livello, posto sopra la biblioteca, che ospita il Museo Milesi.
La scelta di consentire un continuo e ininterrotto rimando visivo tra le diverse funzioni svolte all’interno della Casa della Cultura, senza tuttavia comprometterne l’efficienza organizzativa, vuole essere metafora di un processo di conoscenza fluido e variabile, in cui il visitatore può interfacciarsi liberamente all’arte e alla cultura senza interruzione. E’ così possibile visitare l’esposizione permanente e affacciarsi sugli spazi della biblioteca, così come consultare il catalogo della biblioteca imbattendosi allo stesso tempo nelle opere d’arte, avendo sempre una percezione unitaria e completa dell’intero patrimonio artistico e culturale di San Giovanni Bianco.
La Villa - L’ex caserma dei Carabinieri costituisce il primo spunto di analisi e di riflessione. Riconoscendo all’edificio un importante ruolo nel disegno del tessuto urbano, l’intervento punta al mantenimento della volumetria esistente, al fine di preservare l’identità storico-paesaggistica del territorio. L’ex caserma diventa quindi una delle tre componenti del progetto e costituisce l’elemento di giunzione visiva e funzionale tra il nuovo edificio e la città di San Giovanni Bianco. Nell’intento di donare alla preesistenza una nuova immagine e un importante ruolo nel sistema compositivo, si è deciso di svuotare il volume privandolo dei solai intermedi. Questa operazione crea un ambiente a tutta altezza che modifica radicalmente la concezione spaziale interna originaria: il vecchio edificio passa dalla dimensione domestica alla dimensione monumentale caratteristica delle ville classiche e si eleva a ruolo di ingresso principale della Casa della Cultura.
Grazie all’eliminazione dei solai e degli scuri, la luce è in grado di percorrere l’intera volumetria della “Villa” fino al piano terra, descrivendo un ambiente suggestivo e totalmente permeabile, in cui spazio interno ed esterno sono in continuo dialogo e contatto visivo. L’interno diventa quindi un grande foyer di accoglienza, una sorta di piazza coperta che suggerisce utilizzi diversi e flessibili.
Lo Scrigno - Il secondo oggetto architettonico è rappresentato da un volume di nuova costruzione che, in virtù del dislivello dell’area, viene parzialmente interrato. Posto alle spalle della Villa e a questa direttamente collegato tramite un ampio varco di accesso, lo “Scrigno” rappresenta l’elemento contenitore della Collezione Milesi e del Patrimonio Culturale di San Giovanni Bianco. Pensato come una grande scatola, questo spazio ospita al suo interno tutte le funzioni a supporto della Biblioteca Civica e del Museo Milesi.
Data l’ingente quantità di volumi da ospitare all’interno della Biblioteca Civica, le pareti perimetrali dello Scrigno sono interamente scaffalate, attraverso un sistema di moduli pensati per essere flessibili alle esigenze della Casa della Cultura. Parte dell’area consultazione della Biblioteca è infatti facilmente utilizzabile come sala per le esposizioni temporanee attraverso la conversione dei moduli libreria in pannelli espositivi, senza compromettere o escludere nessuna delle due funzioni. La scelta di tenere tutti i libri a vista vuole inoltre suggerire la totale fruibilità del patrimonio comunale da parte della collettività. L’esposizione permanente del Museo, in grado di ospitare fino a 100 opere pittoriche della collezione Milesi, è pensata come una grande balconata affacciata sull’atrio e la biblioteca. Posto a un’altezza differente rispetto alle altre funzioni, il Museo vuole essere uno spazio “privilegiato” ma allo stesso tempo non isolato, visivamente collegato agli altri ambienti grazie alla doppia altezza. L’area espositiva è un ambiente aperto e interpretabile, e lascia la possibilità di organizzare liberamente l’allestimento museale. Lo Scrigno presenta una particolare copertura a shed, che consente l’illuminazione zenitale dello spazio. Questo permette di avere sempre una luce diffusa e omogenea, evitando la diretta incidenza dei raggi solari sugli spazi espositivi e rendendo tutto l’interno un ambiente ottimale per l’esposizione di opere d’arte e la consultazione di testi. La luce dall’alto incide infatti in maniera uniforme sulle superfici piane delle tele, in modo da evitare fenomeni di riverbero o riflessione e da rendere confortevole la lettura.
La Balena - Visivamente differente rispetto ai manufatti circostanti, questo oggetto si innesta allo Scrigno senza mimetismi, ponendosi come un elemento di novità nell’immagine territoriale e come immediato fattore di riconoscibilità del nuovo intervento. In stretto dialogo con la Villa e il verde, la “Balena” si affaccia sul lungo Brembo e si rivolge alla città. Disegnando un ambiente a pianta centrale, intimo e raccolto, molto simile a una piccola architettura da giardino, la “Balena” accoglie la sala lettura della biblioteca e vuole essere uno spazio stimolante per lo studio e la concentrazione. Le grandi aperture che inquadrano il centro storico di San Giovanni Bianco rendono l’edificio quasi un dispositivo ottico da cui guardare il paese in maniera insolita. Questa struttura si pone in diretta relazione con la Villa e ne reinterpreta l’immagine in chiave contemporanea, diventando un elemento di curiosità e attrazione e un simbolo di riconoscibilità della Casa della Cultura. Il sistema costruttivo della sala lettura si differenzia totalmente dal resto dell’edificio, a sottolineare le sue caratteristiche di autonomia e originalità. La struttura è infatti interamente realizzata in legno: all’esterno è rivestita da scandole che ne accompagnano il profilo, mentre all’interno un sistema di doghe segue il perimetro curvo delle pareti.