Cantina Pizzolato
La nuova Cantina Pizzolato si offre come occasione di riordino e di riallaccio tra il sistema degli spazi aperti e la struttura edificata attraverso il recupero di segni, modalità associative e matericità che provengono dal mondo agrario.
- Selezione al EU MIES AWARD 2017. Premio dell’Unione Europea per l’Architettura Contemporanea 2017
- Honorable Mention sezione Veneto _ Premio Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin” 2017
- Selezione XVI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, PADIGLIONE ARCIPELAGO ITALIA
Il progetto di riqualificazione coinvolge nuovi spazi e nuovi volumi dedicati alla cantina ma si sviluppa integrando anche le parti esistenti per la formazione di una funzionalità e immagine omogenea.
Il nuovo edificio si dispone in successione agli edifici esistenti per costruire un nucleo compatto delle diverse attività di lavorazione.
L’ambito degli uffici è strutturato per essere l’immagine rappresentativa dell’Azienda, della sua sensibilità e della sua produzione da sempre biologica (quest’anno festeggia i 35 anni di attività, certificazioni biologico e vegano per tutti i vini di produzione).
Il volume è disposto in affaccio all’ampio spiazzo centrale riorganizzato, e presenta con lo spazio aperto una relazione diretta avendo al piano terra una zona di reception, spaccio per la vendita di bottiglie di vino, zona laboratorio. La relazione diretta avviene sia visivamente con l’apertura a sud di una vetrata che consente di guardare il paesaggio coltivato, sia fisicamente perchè sul lato ovest l’ingresso allo spaccio per il pubblico avviene attraverso un’ampia pedana di legno che diventa una piccola piazzetta attrezzata nei momenti di particolari eventi (degustazioni, apertura della vendemmia, ...) gestiti dall’azienda agricola.
Al piano primo uffici e sala degustazione. L’ufficio di rappresentanza guarda ad una quota elevata il panorama del paesaggio dei vigneti.
La nuova struttura si rivolge al paesaggio circostante con sguardi puntuali attuati attraverso una forometria orientata.
Spazi esterni
La struttura della cantina ha numerosi punti di contatto con l’esterno. Oltre alle relazioni visive, sono state disegnate delle superfici in erba che assorbono le diversità di quota formando un ambito di transizione tra la zona del parcheggio e l’edificio, sono state piantate delle margherite come “selezione” dei tratti fioriti tra i vigneti. Una piccola piazzetta in legno dà continuità allo spazio interno dello spaccio, quasi a costituirne un naturale ampliamento, è caratterizzata dalla “pisoèra” albero tipico della campagna trevigiana (Celtis australis, bagolaro).
Lo spazio esterno pavimentato sarà usato in occasione di eventi e/o manifestazioni legate alle attività dell’azienda, consente di relazionarsi con lo spazio aperto e godere delle visuali verso il paesaggio coltivato a vigneto.
Materiali
Il materiale principale è costituito dal legno di Faggio impiegato sia per gli spazi esterni che per l’interno.
All’esterno l’edificio ha una “pelle” costituita da una struttura filtro in listoni di legno posti in senso verticale.
La trama a tavole di legno verticali qualifica la semplicità/povertà dei materiali di costruzione del capannone;
L’uso di un materiale naturale come il legno meglio si inserisce nel paesaggio agricolo, per la sua colorazione, per quanto riguarda la sua “matericità”, per la sua capacità di invecchiare senza deperire (l’ossidazione del legno nel tempo contribuisce alla integrazione del materiale nel contesto in cui si inserisce).
La successione delle tavole in legno funge da “brise-soleil” rispetto alle forometrie previste per l’illuminazione e l’areazione degli spazi del lavoro.
L’effetto di filtro / di trama, rimanda alle lavorazioni delle facciate dei fienili composte ad intreccio di mattoni e/o da tavolati verticali fugati per facilitare l’areazione: caratteristica ricorrente nelle strutture rustiche tradizionali della campagna trevigiana.
L’opera di riordino inoltre affida a questa pelle il compito di avvolgere le strutture preesistenti al nuovo intervento: lungo il prospetto nord la difformità altimetrica e di materiali dei diversi capannoni succedutisi nel tempo viene assorbita dal rivestimento in listoni verticali presentando una nuova facciata ricomposta, riordinata e omogenea. Nello spazio tra gli edifici e la nuova facciata è collocato un percorso di visita che dall’esterno consente di seguire le diverse fasi della produzione: salendo dal vigneto e approdando all’interno della sala degustazioni/riunioni in un costante rapporto con “porzioni” di paesaggio storico (la villa) e produttivo (i vigneti).
E’ stato impiegato il Faggio del Cansiglio. Il legno proviene dalla Foresta controllata del Cansiglio, una foresta nella quale le faggete sono una specie endemica destinata a diventare un prodotto finito certificato e legato al territorio, attraverso un processo di selezione attuato in accordo con Veneto Agricoltura (Ente preposto alla gestione delle foreste nel Veneto), in una sinergia tra la foresta del Cansiglio e l’azienda Itlas,
È una foresta certificata secondo lo schema PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification), ovvero secondo i principi della gestione forestale sostenibile, che garantisce il mantenimento e l’appropriato sviluppo delle risorse forestali, salvaguardando la diversità biologica e l’ecosistema della foresta, conservando le altre funzioni del bosco, oltre a quelle produttive.
La scelta è di promuovere un territorio, sensibilizzando i suoi visitatori verso un ecosistema naturale, patrimonio forestale gestito secondo i dettami della selvicoltura naturalistica, seguendo i criteri della certificazione forestale.
Questo processo racchiude in sé la filosofia ambientale propria della Cantina e dei suoi prodotti naturali che si mostra anche nei caratteri dei materiali impiegati.
In particolare il legno utilizzato è stato tagliato nell’Ottobre del 2015 una parte è stata termocotta per l’uso esterno e una parta è stata posata naturale (pavimenti ed arredi).