Nuova piazza Garibaldi e Palazzo Mari
1° Premio
PREMESSA_La catastrofe che ha colpito Concordia nel maggio 2012 deve essere l’opportunità per la comunità di riqualificare e rilanciare il Centro Storico e il Territorio: occorre aprire un nuovo capitolo, un nuovo inizio per non dimenticare.
La nuova Piazza Garibaldi è una nuova Centralità, un cardine tra passato, presente e futuro; luogo fisico per produrre occasioni e iniziative per il rilancio e la rivitalizzazione del Paese stesso. La trasformazione di viale Garibaldi, strada urbana importante, ma priva di attrattività, a piazza urbana è la connessione ideale tra centro storico consolidato e le nuove previsioni del Piano della Ricostruzione, che collocano nuove funzioni pubbliche lungo la prosecuzione della via. Il ridisegno dello spazio urbano deve essere l’incipit e il minimo comune denominatore per intraprendere nuove azioni nel corso degli anni. Necessita iniziare dalla Piazza, luogo storico e simbolico per il cittadino, attuare la trasformazione urbana del Paese. Essa deve essere il fulcro e il legante per l’intero territorio comunale; deve sapere attrarre residenti e forestieri, rilanciare e valorizzare il commercio e soprattutto adattarsi negli anni alle esigenze come manifestazioni, fiere, mostre, mercati esprimendo un concetto di flessibilità urbana. Una piazza che è simbolo di quel mix culturale tipico di un luogo di fiume, al confine tra province e regioni, spazio che accomuni i concordiesi e li distingua. Un nuovo simbolo per ripartire dalla tradizione.
CONCEPT_La riqualificazione urbana di via Garibaldi mediante la realizzazione di una Piazza ed edificio prospiciente costituisce un tema affascinante quanto complesso per la possibilità ancora latente, ma aperta e quasi ‘in attesa’, di ‘estendere’ l’effetto città al tessuto storico circostante.
Il progetto punterà dunque sulla qualità dei luogo, sulla vivibilità, sulla importanza delle presenze arboree, sulla ricchezza di relazioni, secondo modalità che non intendono cancellare la memoria, ma che perseguono anzi un’attenta lettura della morfologia e specificità del luogo, nel tentativo di conferire nuove ‘energie’ al contesto in cui si opera, ‘energie’ coerenti con le potenzialità inespresse del luogo stesso.
L’idea di ripartire da un simbolo urbano è la chiave di lettura del progetto; è una retta tirata per dividere il passato e proiettarsi nel futuro. Questo emblema o allegoria, è rappresentato da un albero, a ricordo per la popolazione degli eventi del 2012, ma allo stesso tempo un nuovo albero sacro, già emblema nella storia di Concordia. Esso stesso è identità e anche immagine di sostenibilità e sensibilità ambientale. Innovando la tradizione nella Piazza sarà collocata anche una lama d’acqua, reminiscenza del Secchia poco distante che all’interno, inciso sulla pietra, recherà alcuni versi della ‘Secchia Rapita’ e simboleggerà l’appartenenza al luogo.
Sarà segno di riconoscimento lo stesso frammento di portico che apparteneva al Palazzo Mari, integrato nel nuovo edificio onorandone forma e geometria, in una sorta di muto rispetto reciproco tra ‘nuovo e vecchio’. Un palazzo dalle forma rigorose che ben si amalgama con il contesto per non creare forti contrasti, ma dichiarando l’appartenenza al luogo nonostante la sua modernità.
LA NUOVA PIAZZA GARIBALDI_In uno spazio urbano fortemente danneggiato, quello tra via della Pace e via Garibaldi, le recenti demolizioni hanno evidenziato l’opportunità di innestare nel tessuto urbano una nuova piazza attraverso la riconfigurazione dei volumi da ricostruire e la riqualificazione delle pavimentazioni, alberature e degli arredi dello spazio pubblico.
La nuova Piazza Garibaldi sarà un luogo totalmente accessibile, senza ostacoli geometrici, ma allo stesso tempo attraversabile da una mobilità ‘dolce’, al fine di non soffocare le potenzialità degli esercizi commerciali ivi presenti che vivono se facilmente raggiungibili dall’auto. Questo percorso, individuato a terra da una serie di piccole borchie stradali in ottone, sarà collocato in modo decentrato rispetto alla complessità spaziale della piazza, e più precisamente sul lato nord, in modo da poter aumentare lo spazio pedonale. Questa scelta non è né un limite fisico, né tantomeno una suddivisione perché sarà alla stessa quota di calpestio della restante parte pavimentata. Rappresenta solo una scelta per accrescere le potenzialità di una vera superficie pedonale che potrà accogliere in questo modo ampie rappresentazioni, mercati, spettacoli, concerti all’aperto e in genere ogni ritrovo collettivo della popolazione.
La piazza vedrà la presenza di due simboli urbani. Il primo un albero collocato in una seduta circolare in pietra che narrerà lo scorrere del tempo e sarà personificazione della ‘nuova Concordia’ e un muro rivestito in marmo sul quale scorrerà l’acqua rimando al Secchia e che traccerà a terra il sedime del Palazzo Mari demolito. Quest’ultimo elemento individuerà, assieme al recuperato frammento di portico, l’accesso alla Chiesa della Conversione di San Paolo. La nuova piazza deborderà e metterà in relazione, attraverso due passaggi coperti al piano terra, il suo spazio con quello collocato tra la Canonica e la Chiesa di San Paolo. Questa soluzione amplierà di fatto la prospettiva della piazza e allo stessa tempo fornirà protezione, flessibilità di utilizzo alle attività che si svolgeranno nei dintorni. La Piazza, con la sua nuova pavimentazione, non avrà confini stabiliti, ma proseguirà nel viale Garibaldi e si innesterà su via Pace in modo da agganciare i portici che vi prospettano. Sarà la prosecuzione delle alberature a legare questa estensione al nuovo viale urbano di collegamento delle emergenze del Paese.
LA RICOSTRUZIONE DEL COMPLESSO IMMOBILIARE ‘PALAZZO MARI’_Il nuovo Palazzo Mari è un edificio integrato con lo spazio pubblico, non solo attraverso l’utilizzo dei materiali, ma soprattutto per le configurazioni spaziali che innescano relazioni planimetriche nell’intorno. È uno stabile di tre piani fuori terra, di cui l’ultimo a soppalco di altezza ridotta. L’edificio si integra con la nuova Piazza attraverso una configurazione di pieni e vuoti rappresentati da varchi al piano terra e da logge rispettando la presenza del recupero del frammento del portico del demolito Palazzo Mari; esso vi si affianca ricercando un gioco di volumi e ombre. Il nuovo edificio si conforma planimetricamente a elle rispettando le indicazioni del Piano della Ricostruzione: è nell’assimilazione al costruito di contesto che cerca la propria sintonia architettonica.
MATERIALI _Per uniformare e dare identità al progetto si è ricaduti in una scelta di pochi materiali assimilabili al contesto. E’ nella presenza della pietra della Lessinia, qui riproposta in varie finiture dimensionali, cromatiche e materiche e nel lastrame di porfido la continuità tra nuovo e vecchio.
Il sistema dei fronti esterni dell’edificio adotta un linguaggio semplice e modulare, ma allo stesso tempo si articola sul rapporto fisico - percettivo tra spazi interni / esterni e contemporaneamente sul tema discreto del contesto urbano, in un gioco di rimandi e relazioni.
I prospetti cercano la giusta misura tra la continuità delle cortine edilizie di via della Pace e la necessità di esprimere un carattere aperto e accogliente, attraverso scelte materiali e formali.