Origine
Mostra a cura di Luca Porqueddu presso il quadriportico della Basilica di San Clemente a Roma dal 20 aprile al 22 maggio 2016.
Origine raccoglie una serie di quattordici elaborazioni architettoniche in travertino romano all’interno del quadriportico della Basilica di San Clemente a Roma; un luogo scelto per disegnare legami significativi tra spazi storici del sacro e nuove finalità e forme del costruire in pietra.
Inserita nella più ampia rassegna stonetales, promossa dalla facoltà di Ingegneria di Roma “Sapienza” e da LAB 2.0 con la direzione scientifica di Marco Ferrero e la direzione generale e artistica di Lorenzo Carrino, la mostra è il frutto di una collaborazione tra Università e l’azienda di travertino Mariotti Carlo & Figli, che ha fornito un supporto tecnico e operativo alla realizzazione dei lavori esposti.
Disposte a riprodurre la suggestione di una schiera muraria, le opere di Francesco Cianfarani, Pietro Colonna, Filippo De Dominicis, Massimo Dicecca, Bruna Dominici, KURMAK (Laura Fabriani, Sante Simone, Alessandro Zappaterreni), Margherita Pascucci, Giorgios Papaevangeliou, Tiziana Proietti, Michela Romano ed Emilia Rosmini, Stefano Sciullo, StudioErrante Architetture, Gabriele Trövè, e dello stesso Luca Porqueddu, propongono quattordici differenti equilibri tra statica ed estetica del costruire, legate dalla comune riflessione attorno alle specifiche qualità di un unico materiale lapideo. Il travertino, proveniente dalle cave che alimentarono la costruzione della Roma imperiale e la successiva stratificazione della città barocca, diviene in questa occasione il supporto di rinnovate possibilità espressive, che hanno l’indipendenza e la sensibilità per costruire un dialogo positivo con il futuro e con la storia. Ognuna delle opere esposte rappresenta un principio ordinatore di ipotetiche e successive costruzioni architettoniche, in grado di radicarsi nel luogo e di indicare possibili evoluzioni della realtà.
Con il patrocinio del Giubileo della Misericordia, del Comune di Roma e della Regione Lazio, l’esposizione lega i suoi contenuti alla riflessione introdotta dall’anno Santo, individuando nel tema della muratura in travertino un esempio di coesione costruttiva fondata sulla collaborazione. All’interno della mostra, i lavori di diversi architetti, ognuno capace di costituire una riflessione progettuale autonoma sull’uso della pietra, partecipano alla definizione di un disegno più ampio, che coinvolge e riconfigura lo spazio fisico e spirituale della Basilica di San Clemente. Non è casuale, infatti, la scelta di dare ad ogni opera esposta la dimensione corrispondente all’ingombro di un essere umano, a significare il modo con cui le specificità delle singole membra si compongono armoniosamente nell’architettura del corpo, e a descrivere il processo attraverso il quale le relazioni culturali tra i diversi individui compongono la società in modo analogo all’architettura disegnata dai conci di una partitura muraria. Un discorso che trova efficace trasposizione nella struttura architettonica della Basilica di San Clemente, che ha sedimentato l’alternanza di usi, culti e riti, in un equilibrio statico ed estetico capace di sopravvivere al consumo dei linguaggi e all’avanzare del tempo. L’attuale forma della Basilica è infatti il frutto di un progressivo sforzo collaborativo, mediante il quale materiali, tecniche, storie e sensibilità estetiche differenti, hanno costruito una unità architettonica necessaria e chiaramente riconoscibile.