Ad oltre quarant’anni dall’allestimento originario, realizzato dall’arch. Romano Boico in concomitanza della sistemazione complessiva del Monumento Nazionale, la sala del museo della Risiera si rinnova grazie ad un intervento che, pur nel rispetto e nella valorizzazione degli ambienti si premura di fornire una comunicazione corretta, approfondita ed aggiornata della storia della Risiera grazie all’ausilio di apparati esplicativi tradizionali e tecnologici.
Reso necessario dall’importanza che la Risiera è venuta progressivamente assumendo quale centro di riferimento per la conoscenza storica e la memoria della persecuzione razziale e dell’oppressione politica (oltre 100.000 visitatori l’anno), l’intervento è stato realizzato nello stesso spazio che accoglieva nel 1975 il primo nucleo del Museo.…. per Boico è il necessario complemento di un tale silente Monumento che dovrebbe essere « stringato ma vivo», simbolo di una disumanità incommensurabile – ciò che sono stati i campi di sterminio nazisti.….«stringato ma vivo» due aggettivi che avrebbero dovuto caratterizzare il nuovo progetto di ordinamento e allestimento della sala introduttiva del Civico Museo della Risiera di San Sabba.
A cura del Civico museo della Risiera di San Sabba, Monumento nazionale, il progetto scientifico è di Francesco Fait con la direzione della dott.ssa Maria Masau Dan sostenuti da un comitato scientifico in collaborazione con Aned, Anpi, Cdec, Comunità ebraica di Trieste, IRSML FVG e Narodna in študijska knjižnica / Biblioteca nazionale slovena e degli studi.
Lungo il perimetro della sala, una “fodera” costituita da una sequenza di lastre in ferro ossidato, distanziate dalla parete e sospese tra il pavimento e il solaio in modo da lasciare visibili le nicchie di finestre e porte murate, definisce il percorso espositivo principale con le informazioni essenziali per la comprensione del luogo e della sua storia, organizzando e articolando i seguenti nodi tematici: La Risiera di San Sabba; Il Lager della Risiera; Gli spazi del lager; Antefatti e contesto storico; Il processo; Il monumento nazionale e il museo.
La superficie del nastro metallico è ritagliata dagli inserti dei monitor e delle teche incassate di diverse misure, appropriate alle caratteristiche degli oggetti in esse custoditi, in alternanza con le lastre in materiale opalino, retro illuminate con led, che recano i testi.
Ad un estremo della sala due quinte disposte a L definiscono un ambito per la proiezione di filmati, attrezzato con alcune semplici panche per il pubblico; la parte centrale è occupata da “cubi” in cemento, disegnati da R. Boico come vetrine espositive che, con parziali modifiche della struttura interna e la rimozione del piano di vetro superiore, divengono “pozzi” per la proiezione dall’alto di filmati e documenti.
Tre grandi vetrine di cristallo accolgono rispettivamente un modello che ricostruisce il comparto della Risiera al tempo della sua massima estensione, il plastico originale del progetto di Boico e alcune delle più preziose reliquie conservate nel Museo, tra le quali un’urna di vetro con le ceneri dei forni di Auschwitz e –simbolo tra i più eloquenti della volontà di non dimenticare – una lunga striscia di carta sulla quale una deportata aveva scritto nomi e indirizzi delle compagne internate insieme a lei nel lager di Ravensbrück.