WATERPILLARS_Una scuola per Mogodè - FIRST PRIZE
KYM Field Schools for Tropical Savanna Climate of Africa International Architectural Concept Project
JURY COMMENT: Very beautiful example of an ancient ecotechnical cooling solution taken into language of modernist
yet modularly extendable architecture. The proposal fits well into the proposed landscape but also to other environments.
Il problema dell’istruzione in Africa è principalmente dovuto alla carenza di scuole presenti sul territorio, ma anche all’ impossibilità delle famiglie di sostenere i costi per l’insegnamento ed alla necessità per molti bambini di lavorare per guadagnarsi da vivere.
In tutto il comune di Mogodè esiste attualmente una sola scuola superiore (le più vicine si trovano a Mokolo, a 40km, oppure, a Bourha, a 50km) a fronteggiare il desiderio sempre crescente dei ragazzi di ricevere un’istruzione e la volontà dei genitori, sempre più sensibili a riguardo, disposti ad enormi sacrifici pur di sostenere le spese d’insegnamento.
Mogodè, come la maggior parte delle località situate nelle regioni dell’Africa centrale, è caratterizzata dal clima tropicale della savana, per cui si vedranno alternarsi, durante l’anno, due diverse stagioni di sei mesi ciascuna: quella umida (con numerose precipitazioni) e quella secca (periodo in cui la precipitazione media è inferiore ai 60mm). In media, le temperature, sono sempre molto alte e sicuramente superiori ai 20 gradi con forti escursioni termiche.
Il progetto Waterpillars parte dalle osservazioni sopradescritte per favorire soluzioni bioclimatiche a basso consumo di energia. L’approccio integrato ai sistemi di ventilazione passiva e raffrescamento naturale degli ambienti ha guidato, durante tutta la fase di ideazione, ogni scelta compositiva.
Waterpillars rielabora compositivamente il tema della “foresta di pilastri” già sperimentato da Heinrich Tessenow nel 1936 per il progetto di concorso "Kraft Durch Freude", nel quale veniva tradotta in Architettura la metafora della colonna come albero.
La serialità degli elementi puntuali, disposti seguendo un preciso schema
modulare di base, leggibile nel sistema di copertura, scandisce la spazio della scuola, mettendo in evidenza le forze-tensioni interne sottese alla composizione. L’ influenza dei pieni e dei vuoti sulle colonne configura variazioni del diametro in prossimità degli stessi, determinando una condizione di internità che trova, nella scansione ritmica degli elementi, un dialogo con il paesaggio circostante.
I pieni, costituiti da tre blocchi funzionali ben distinti tra loro sono: le due aule ed il blocco servizi (con piccolo archivio, bagni e camera dei professori).
L’unico vuoto della composizione è costituito dal "patio", lo spazio comune per le attività didattiche al di fuori delle aule.
La “selva di colonne”, tema principale del progetto, assolve la propria funzione anche in termini di raffrescamento passivo dello spazio. Ogni colonna è, di fatto, un serbatoio per l’accumulo di acqua piovana: l’acqua si accumula all’ interno del nucleo e raffredda la superficie esterna delle colonne permettendo la riduzione della temperatura dell'aria a contatto con esse.
Per ottimizzare al massimo il beneficio di tale sistema è stato fondamentale orientare strategicamente l’edificio partendo da un’analisi dei venti dominanti. Le ricerche effettuate hanno documentato una direzione privilegiata da Nord-Est durante la stagione secca, al contrario, nella stagione umida, i venti provengono da Sud-Ovest.
Il sistema di copertura modulare, poggiato sul colonnato, ha una duplice funzione: la prima è quella di diminuire l’intensità dell' irraggiamento mediante un sistema di schermatura in rami intrecciati e la seconda è quella di creare una superficie di raccolta dell’acqua piovana canalizzabile, mediante un apposito sistema, all’ interno dei nuclei delle colonne.
Per mezzo di un sistema di troppopieno, l'acqua in eccesso arriva in un sistema di canalizzazione esteso al di sotto del podio e termina in una cisterna posta in corrispondenza dell’area del patio, in prossimità del pozzo comunitario.
La tecnologia utilizzata presta attenzione anche alla scelta dei materiali, per la maggior parte reperibili in loco, come l’argilla per i mattoni in terra cotta e il sistema di schermatura in rami intrecciati a mano della copertura. La possibilità di impiegare risorse materiali ed umane del luogo è un aspetto su cui il progetto WATERPILLARS intende scommettere, al fine di incentivare, tramite l’occupazione di manodopera locale, anche posti di lavoro e senso del bene comune.