La progettazione del nuovo complesso parrocchiale ha avuto come obiettivo fondamentale quello di coniugare l’impianto liturgico, inteso come passo progettuale fondante, con gli aspetti funzionali, estetici ed artistici, nonché con gli aspetti di connessione e di integrazione dell’ambiente circostante urbanizzato e da urbanizzare, il tutto nel rispetto delle vigenti norme urbanistiche e regolamenti. Ciò affinchè il risultato dell’attività di progettazione non fosse quello di creare un’architettura contemporanea intesa come un semplice contenitore di funzioni, bensì quello di realizzare un’opera contemporanea che rimanga strettamente legata alla tradizione della Chiesa, uno spazio sacro che possa essere immediatamente riconoscibile e vivibile come tale.
Il complesso parrocchiale è stato pensato come un polo di aggregazione sociale e culturale sia per il quartiere che per l’intera città di Licata. Esso si sviluppa attorno ad un chiostro, uno spazio chiuso ma permeabile, protetto dall’esterno ma aperto alla città, che invita a vivere gli spazi del sagrato e della corte. Il posizionamento del complesso parrocchiale all’interno del lotto è stato guidato dalle giaciture e dagli elementi urbani preesistenti.
L’edificio della chiesa sfugge, invece, alle logiche urbane, poiché esso è fondato liturgicamente secondo il tradizionale orientamento est-ovest e si staglia su una quota più elevata rispetto al resto. La chiesa è dunque orientata e tutto il percorso liturgico si sviluppa dalla porta verso l’altare nella direzione che il sole segna nel suo cammino cosmologico all’alba del 4 dicembre, giorno della festa liturgica di santa Barbara. Seguendo questa direzione l’edificio si inserisce nell’area in modo insolito rispetto alle giaciture urbane generando a ovest lo spazio del nuovo sagrato, il quale si articola anche sul lato meridionale diventanto un giardino pubblico.
Volumi e pause architettoniche, percorsi e silenzi caratterizzano il sagrato, mentre la grande facciata curva accoglie il fedele e lo assorbe in prossimità dell’ingresso, il quale si articola come un grande vuoto, un esonartece dal quale accedere alla chiesa. Ciò crea una grande porta, la quale si impone per altezza e larghezza in una strombatura verticale che ricorda il portale delle cattedrali antiche, ma anche una pausa solenne, necessaria prima dell’ingresso in uno spazio sacro. La sua grandezza permette agevolmente l’uscita delle processioni e garantisce la solennità delle celebrazioni importanti. Una porta laterale, invece, provvede all’ingresso quotidiano, immettendo il fedele immediatamente alla presenza dell’acquasantiera, simmetricamente opposta al battistero. Prima di entrare, sulla destra, una finestra permette pedagogicamente la visione del fonte battesimale aiutando ogni fedele a fare memoria del proprio battesimo.
In facciata emerge il profilo del campanile, presente in tutta la sua volumetria lungo il lato meridionale, grazie ad una piega del volume che traccia tutto il prospetto conducendo fino alla cappella feriale, posta nella parte sud-orientale della chiesa.
La volumetria e le altezze sviluppate nel complesso rientrano nei limiti consentiti dalle norme e dai piani urbanistici del comune di Licata.
All’interno dell’aula il rapporto con il trascendente, oltre all’orientamento, è sottolineato dalla luce che accompagna il credente nel suo percorso mistagogico: una luce che proviene dall’alto e da sud, una luce direzionata perché rivelata, una luce di cui non si vede mai la fonte, trasfigurata e per questo trasfigurante, che accompagna il fedele in un percorso di ascesi.
L’aula è unica e la leggibilità dello spazio immediata. Sulla sinistra, in un volume più basso si distribuiscono dall’ingresso all’altare, rispettivamente: la cappella della Vergine Maria, la penitenzeria, un giardino interno-esterno che richiama l’orto degli ulivi e la cappella di santa Barbara. Sulla destra si sviluppa la via crucis attraverso delle pause volumetriche che ritmano lo spazio e scandiscono il percorso. Di conseguenza l’aula si caratterizza lateralmente da una compressione verticale dello spazio, il quale invece si eleva nella zona centrale attraverso la presenza di un soffitto in legno a quota più alta che permette anche di direzionare lo sguardo verso la zona del presbiterio ed il crocifisso centrale.
In alzato la zona del presbiterio è caratterizzata dalla massima altezza libera quasi a formare un transetto prima della zona absidale, completando così una croce ideale sul soffitto dell’aula liturgica. In questo transetto vengono posti il coro e l’organo, sul lato sinistro.
L’abside ed il presbiterio si articolano attraverso due grandi pareti curve ed una parete di fondo traforata la quale permette l’ingresso della luce in modo velato e trasfigurato. Il traforo è realizzato da un alternarsi di mattoni pieni e di vuoti, a simboleggiare la comunità dei fedeli, pietre vive della chiesa.
La cappella feriale è posta in un ambito proprio, appartato dal resto dell’aula in modo da preservare l’adorazione personale e silenziosa: la custodia eucaristica rimane sempre ben visibile ed è comune all’aula liturgica e alla cappella feriale.
Il nucleo del complesso parrocchiale ed il polo catalizzatore del processo di rigenerazione urbana è costituito dalla corte, sulla quale prospettano gli uffici parrocchiali, la casa canonica, le aule per il catechismo e il salone. Si accede ai locali da tre passaggi: uno tramite gli uffici parrocchiali, superando le bussole in vetro; uno su via Maragliano, tra il volume della cappella feriale e del salone; uno dal parcheggio retrostante.
Le aule per il catechismo si distribuiscono su due piani. A piano terra ogni aula è accessibile autonomamente rispetto alle altre e a tutto l’edificio, così da poter essere utilizzata in qualsiasi orario, senza che ciò implichi l’apertura degli altri spazi. Quelle al piano superiore sono raggiungibili tramite una scala e un ascensore, garantendo così l’accessibilità ai disabili. Le aule grandi presentano un doppio ingresso e sono separabili attraverso elementi divisori mobili.
Il salone parrocchiale si configura come un ambiente a tutta altezza assicurando una spazialità ampia e gradevole; esso è accessibile sia dalla corte che dal parcheggio. Gli uffici parrocchiali sono accessibili dalla strada ovvero direttamente dalla sagrestia tramite una scala che permette di superare il salto di quota. Dagli uffici parrocchiali è possibile accedere al piano superiore dove è collocata la casa canonica dotata anche di un accesso indipendente dal retro.
Dal punto di vista tecnologico è stata posta particolare attenzione all’efficienza energetica e all’autosufficienza. I tetti piani dei locali parrocchiali, potranno ospitare impianti fotovoltaici e di solare termico. Infatti, viste le dimensioni del complesso, si porrà sicuramente un elevato onere di mantenimento, il quale potrebbe essere ridotto dalla produzione di energia elettrica e acqua calda sanitaria, compensando le spese. Inoltre, è stata posta attenzione agli accorgimenti per la riduzione della necessaria manutenzione nel tempo. In particolare, per aumentare la durabilità dell’edificio ed evitare che gli elementi strutturali si deteriorino, essi verranno interamente foderati dalla muratura intonacata, in modo che non ci siano facili degradi dovuti alle acque meteoriche, agli agenti aggressivi e alla salsedine.
Tale espediente, già utilizzato dai progettisti in altre occasioni, permette il mantenimento dell’adeguato livello di sicurezza e salubrità del complesso edilizio. Inoltre particolare cura verrà posta nella realizzazione delle coperture mediante la formazione di tetti areati, isolati e coibentati, in modo da ottenere un’alta classe di efficienza energetica e scongiurare il pericolo di infiltrazioni e conseguenti danneggiamenti dei locali.
Infine la disposizione a corte del chiostro con il volume del livello superiore aggettante, crea una assetto favorevole dal punto di vista energetico e climatico, in quanto il sole, nel suo tragitto da est a ovest, illumina gli spazi senza colpire direttamente le superfici vetrate.