Dimensione Domestica
The reconstruction of Villa Olmi's living room by Castiglioni in his Milanese studio.
Exhibition visits by appointment from 17 February to 30 October 2016 at the Fondazione Achille Castiglioni in Milan.
Una posizione originale, all'interno della grande storia dell'arredamento, è rappresentata dall'opera di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, straordinari progettisti noti soprattutto per gli oggetti ad uso domestico, ambito che insieme ai funambolici allestimenti rappresenta al meglio la straordinaria portata della loro azione progettuale. Ma ci sono stati alcuni precisi momenti in cui la loro creatività e la loro curiosità si sono riversate in originali progetti di arredamento, molto differenti dalla cultura architettonica del periodo storico di riferimento. Momenti attraverso i quali i Castiglioni, oltre ai singoli oggetti, hanno messo in gioco ancor prima una chiara idea sull'abitare: divertendosi e spiazzandoci, e stabilendo inediti primati anche su un territorio complesso come quello dell'arredamento.
Idee sull'abitare provate in occasioni particolari, all'interno di mostre collettive dove, insieme a molti altri progettisti, il ''team'' di lavoro degli impareggiabili fratelli Castiglioni aveva immaginato ambienti incredibilmente originali, che nel corso del tempo hanno assunto un significato e un'importanza oggi riconosciuta ed acquisita.
Stanze e ambienti che esprimono una domesticità intensa, fresca e non allineata, ricca di intuizioni e invenzioni, di suggestioni e proposte evidentemente innovative.
La prima ricostruzione filologica riguarda l’“Ambiente di Soggiorno” realizzato per la mostra “Colori e Forme nella Casa d'oggi”, tenutasi a Villa Olmo (Como) nel 1957, dove insieme ai progetti di altri 30 autori (da Ico Parisi a Gio Ponti, da Bruno Munari a Franco Albini, dai BBPR a Sergio Asti, da Carlo De Carli ad Angelo Mangiarotti, da Marco Zanuso e Cini Boeri a Mario Radice ed Enzo Mari, ognuno impegnato in un progetto destinato a una funzione sempre differente) emergeva l'invenzione, non immediatamente compresa, dei fratelli Castiglioni: uno spazio ridisegnato planimetricamente così da ottenere una stanza sostanzialmente trapezoidale, illuminata da due ampie finestre, densa di oggetti anonimi, a volte davvero bizzarri, e con alcuni progetti realizzati ad hoc.
Perché in quella vera e propria “camera delle meraviglie” fecero la loro comparsa per la prima volta alcuni degli oggetti che più tardi sarebbero entrati in produzione, diventando alcune delle icone del design italiano, come “Sella”, un sellino da bicicletta che diventa uno sgabello per il telefono, “Mezzadro”, un sedile da trattore che fungeva da seduta alternativa, la poltrona “Cubo” a schiumature differenziate e la “Libreria Appesa” a sottili cavi di acciaio, mentre alle pareti una decorazione ottenuta con stampi traforati era stata realizzata dall’artista Giuseppe Aimone.
Beppe Finessi