Riqualicazione della Piazza Ferdinando di Savoia
Il progetto di riqualificazione della Piazza Ferdinando I di Savoia a Peschiera del Garda prende le mosse dalla mancanza di definizione del suo spazio. La sua vastità, unita alla debolezza architettonica di alcuni fronti che vi affacciano (a partire da quelli del borgo, per cui la Piazza d’Armi ha da sempre costituito un “retro” poco desiderabile) rende difficile la percezione di questo spazio come un’unità compiuta.
Anche la presenza di alcune emergenze monumentali significative quali la chiesa di San Martino, la Rocca, l’ex Carcere Militare, il Ponte dei Voltoni e, da ultimo, gli scavi archeologici, non è sufficiente a garantire al luogo un’identità: questi “frammenti”, di per sé ricchi di senso e di valore simbolico sono incapaci - da soli - di generare spazi ad “alta densità relazionale”.
L’attuale mancanza di identità del luogo si risolve nella realizzazione di un grande spazio ellittico a prato, che diventa l’elemento di figurabilità in grado di tessere nuove relazioni tra i monumenti che affacciano sulla piazza e tra questa e l’acqua.
Anche l’impiego di una “parete verde” realizzata tramite un filare continuo di cipressi (essenza tipica del paesaggio gardesano) collocata sul bordo dell’ellisse, tenta di ricondurre a unità il fronte disomogeneo del borgo. Diversamente nella parte meridionale della piazza/parco il filare si interrompe lasciando libera la vista della Rocca, dell’ex-Carcere Militare e della Chiesa: intorno a questi edifici dal significativo valore storico e simbolico i cipressi vengono a costituire uno sfondo omogeneo, ovvero una pausa di silenzio in cui le emergenze monumentali possano adeguatamente spiccare.
L’asse minore dell’ellisse verde è percorso da una passerella in doghe in legno di Teak pretrattato o listoni in cemento (tipo"Listotech") che sottolinea la direttrice di connessione tra il borgo e la Rocca riproducendo, nell’accostamento al prato, l’effetto che doveva fare ai viandanti il percorso sugli antichi ponti scaligeri della Darsena.
L'area così configurata diventa il luogo deputato della vita associata del centro di Peschiera del Garda, che potrà essere utilizzata anche per lo svolgimento di eventi temporanei quali sagre e manifestazioni varie o attività di svago e relax, in sinergia con gli spazi aperti della Rocca attigua.
Il progetto prevede la valorizzazione delle stratificazioni storiche del tessuto edilizio circostante, a partire dalla sostituzione della copertura attuale sulle preesistenze archeologiche e dalla realizzazione di una nuova struttura leggera in acciaio, delimitata da un parapetto in cristallo di sicurezza.
La copertura, oltre a garantire il mantenimento e la conservazione degli scavi, diventa un nuovo elemento architettonico, non invasivo rispetto alla Chiesa adiacente, e capace di caratterizzare lo spazio pubblico.
La Chiesa, la Rocca e l’ex Carcere Militare costituiscono i fulcri monumentali che il progetto mette in evidenza nel lasciarne libera la visuale, che risulta incorniciata dal “cannocchiale” costituito dal filare di cipressi.
Un’adeguata illuminazione contribuisce inoltre ad estendere l’effetto alle ore notturne.
Il continuum dello spazio aperto che accoglie l’ellisse verde, il sagrato e la nuova darsena è caratterizzato da una pavimentazione in granigliato di pietre locali (rosso Verona, pietra di Vicenza, Botticino) con giunti di dilatazione che riproducono un disegno ad “opus incertum”: anche in questo modo s’intende sottolineare il legame di Peschiera col proprio passato, trasfigurandolo in chiave contemporanea.
Tale pavimentazione risulta carrabile in alcuni punti per favorire l'accesso ai residenti e alle attività commerciali (carico e scarico merci).
Le scelte progettuali sul sistema della viabilità non precedono ma interagiscono con le definizioni di disegno urbano e si pongono al servizio degli obiettivi strategici generali perseguiti nel progetto.
Lungo via XXX Maggio, in prossimità della Chiesa e della Rocca, si collocano due blocchi di parcheggi, la cui pavimentazione è realizzata in pietra carrabile come la sede stradale, garantendo un numero minimo di posti auto al servizio delle attività commerciali e dei residenti. Un’altra batteria di parcheggi è collocata davanti all' ex edificio scolastico, ora trasformato in hotel, sia al servizio di quest'ultimo, sia per il parcheggio con disco orario.
Si prevede la trasformazione di via XXX maggio in "zona 30", agevolando la calmierazione del traffico anche attraverso il ridisegno della pavimentazione, con l'inserimento di partiture trasversali in listoni di pietra che costituiscano un invito a rallentare.
Le attività commerciali localizzate in stretta prossimità con i luoghi più animati e attraversati dalla popolazione, entrano in stretta simbiosi con lo spazio pubblico, sia attraverso la riqualificazione architettonica, sia tramite una più stretta integrazione ed organizzazione degli spazi ad uso collettivo.
La sistemazione a piazza pavimentata permette l'installazione di coperture temporanee al servizio delle attività commerciali e di ristoro (gazebi, ecc), ordinatamente localizzati e architettonicamente conformi alle linee guida del progetto di riqualificazione urbana della piazza/parco.
Nel rispetto della normativa relativa all'inquinamento luminoso e al consumo energetico e parallelamente alla ricerca della qualità tecnologica ed estetica dei corpi illuminanti, si definisce nella progettazione complessiva la necessità di una fase appropriata di progettazione illuminotecnica, atta a soddisfare sia i requisiti di sicurezza urbana sia il carattere scenografico della piazza. I monumenti e le cortine edilizie minori sono quindi illuminati tramite sistemi "wall washer" (a cascata) con apparecchiature poco invasive istallate sottogronda. I piani orizzontali invece sono illuminanti con sistemi puntuali con tecnologia a led. Anche l’ellisse del prato viene sottolineata da un'illuminazione posizionata sotto la seduta.
Un nuovo disegno unitario della pavimentazione di fronte alla Chiesa di San Martino crea finalmente un adeguato spazio di contemplazione e di rispetto per il monumento. La larghezza del nuovo “tappeto di pietra” - estensione all’esterno dello spazio sacro - riprende la dimensione della facciata della chiesa ed è realizzato in pietra grigia (tipo pietra di Vicenza) con inserti bianchi (tipo Bianco d’Istria o Botticino).
In questo modo non viene a crearsi solo una piazza “in profondità” rispetto alla chiesa ma anche una piazza “in larghezza” rispetto alla facciata dell’ex Carcere Militare, che fa da sfondo alla collocazione di un nuovo monumento o scultura. Visto il carattere “militare” del contesto e l’antica destinazione di questo spazio a Piazza d’Armi si suggerisce la realizzazione di un monumento equestre che riprenda la tradizione veneta nella collocazione di monumenti analoghi sui sagrati, come nei casi illustri del Gattamelata nella piazza del Santo a Padova o del Bartolomeo Colleoni in campo San Zanipolo a Venezia.
La scultura è posizionata su un basamento che conclude un muro su cui si appoggia una seduta lineare realizzata in blocchi di pietra. Il sistema muro-seduta-monumento costituiscono l’elemento di chiusura e protezione della piazza rispetto all’attiguo spazio carrabile.
La sezione della carreggiata di via XXX Maggio che si sovrappone alla pavimentazione del sagrato, sarà delimitata da un sistema continuo di dissuasori metallici.
Si è così creato uno spazio di doveroso "rispetto" nei confronti delle preesistenze storico religiose e militari, animato anche dalla presenza della fontana ornamentale.
Sul lato della darsena attigua al ponte dei Voltoni si prevede la costruzione di un elevatore e di una scalinata per garantire il collegamento all'impalcato più alto del ponte stesso, oggi quasi inaccessibile e "slegato" dai percorsi pedonali esistenti.
L'inserimento di questi elementi contemporanei si realizza nel rispetto della preesistenza monumentale, evitando vacui esibizionismi tecnologici o materiali inadeguati, infatti il fianco della scalinata verrà rivestito in pietra (con gli stessi materiali impiegati nella piazza). L'elevatore sarà realizzato con castello in acciaio verniciato e tamponamenti in cristallo acidato retroilluminati, per garantire una maggiore leggerezza strutturale e architettonica.
La rievocazione dell’antica Darsena e del legame simbolico tra Peschiera e il suo lago si attua attraverso la realizzazione di una grande fontana monumentale e di un nuovo pontile lungo il Canale di Mezzo.
è un elemento architettonico nodale nella conformazione del luogo in quanto crea una “soglia” - elemento che insieme unisce e separa - tra la piazza/parco “ellittica” e il sagrato “ortogonale” di San Martino. Dall’intersezione di queste due figure geometriche emerge la vasca per un’altezza di 50 cm, la cui acqua a sfioro è arricchita da zampilli decorativi, capaci di animare il panorama sonoro della spazio e di attutire ulteriormente il rumore del traffico carrabile. La sua presenza costituisce inoltre un'efficace sistema di raffrescamento naturale dell'aria durante i mesi estivi.
riconnette direttamente la piazza/parco al sistema dei canali intorno alle fortificazioni, generando un punto di continuità tra mobilità pedonale e mobilità sull’acqua. Questo nodo “d’interscambio” è destinato a piccole imbarcazioni a motore o a remi, nell’ipotesi del loro impiego per agevolare la mobilità locale. Il sistema così delineato entra in sinergia con il porto turistico e all’attracco dei traghetti, destinati alla mobilità che copre l’intero lago. Anche a fini turistici l’approdo potrebbe essere un punto di partenza ottimale per l’istituzione di un servizio di visita delle fortificazioni “dall’acqua”.
Il piccolo imbarcadero, pavimentato in legno è definito da una leggera copertura in acciaio verniciato terminante con un punto di vista aggettante sul canale. Sul parapetto in vetro di sicurezza è serigrafato un verso del carme XXXI di Catullo dedicato alle acque del Benaco: “O Lydiae lacus undae ridete” (ridete onde del Lago Lidio).
La zona di attracco delle barche, è attrezzata con alcune sedute fisse a chaise-longue, che permettono di sostare a riva e rendere vitale uno spazio urbano più intimo, all'interno del più ampio sistema piazza/parco.