Untitled
E' una sfida con l'architettura che avviene nell'intimo della sua rappresentazione, nel Disegno.
Il Disegno è visione dell'altro, incarna il mistero dello spazio, luoghi percepiti all'interno della mente, emozioni trasmutate in cenni di visioni utopiche o semplicemente sogni interrotti al punto da essere ricordati...il Disegno è Silenzio o forse l'appena udibile voce dello Spazio.
testo critico di Franco Purini
Nel ciclo passeggiaTE, Fabio Fabiani, sempre in lotta con la storia, che egli cerca di azzerare con una ricerca grammatologica nella quale la sola memoria possibile è quella dell'origine dei segni ma non del loro sviluppo nel tempo, mette in scena un conflitto tra presenza architettoniche primarie. Si tratta di parole architettoniche che si uniscono in frasi dal sapore ermetico nelle quali le affermazioni si rovesciano istantaneamente in negazioni. Il risultato è un certo numero di paesaggi artificiali tra costruttivismo e razionalismo che si perdono nell'orizzonte in una volontà di annullamento. Abilmente inquadrati come esemplari fotogrammi di un film di fantascienza, i frammenti di scrittura architettonica alludono a un tempo immobile che incorpora lo spazio in un'unità remota e misteriosa. Pervasi da una forte carica entropica questi universi parziali sono per un verso altrettanti programmi-diagrammi di prossime architetture, per altro ruderi ideali di edifici già esistenti, soggetti a una poetica metamorfosi. Anche essi abitati da forme umane quasi nascoste dalle fragili superfici che esse percorrono.